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9/10

Nirvana

In Utero

“Il disagio giovanile ha fruttato abbastanza, ora sono vecchio e annoiato”. Il fenomenale incipit di “Serve the servants” riassume mirabilmente la parabola del grunge e del suo riluttante profeta Kurt Cobain. L’accecante vitalità di “Nevermind” e l’inebriante teen spirit avevano ridato senso al rock overground, portando in superficie la parte migliore della cultura indie sviluppatasi nei desolati anni ‘80. Un album ispirato, intelligente, sincero, in grado di fotografare con ruvido lirismo l’alienazione collettiva e le emozioni della gioventù americana nella terra desolata di inizio anni Novanta: questo fu il segreto di quelle dodici canzoni, a cominciare dalla più celebre del lotto, “Smells like teen spirit”. L’impatto di “Nevermind” sulla società creò probabilmente l’ultimo vero sussulto rock della storia, l’ultimo momento culturalmente significativo: il rock che tornava al centro della musica pop, riuscendo a coagulare valori puri e destabilizzanti nell’attimo in cui i Nirvana avevano scardinato le gerarchie del rock statunitense.

Ma quel momento non durò molto. Come sempre accade, l’industria si impadronì del fenomeno di Seattle e in generale del nuovo rock alternativo che – via Lollapalooza e MTV – stava impazzando. Nel periodo di massimo fulgore del grunge, Cobain iniziò l’album della consacrazione in maniera dunque sarcastica, avendo la lucidità di mettersi alla fine del ciclo.

Non fu un album facile, “In Utero”. Animo inquieto e punk, Cobain intendeva allontanarsi dagli stilemi più accattivanti che lo avevano incoronato rockstar più importante del pianeta. L’abrasiva produzione di Steve Albini, cardine del noise USA e produttore di band venerate da Cobain come Pixies e Jesus Lizard, non fu casuale. Gli scazzi con la Geffen ( che impose il rimixaggio di un paio di brani), il tormentato rapporto con la moglie Courtney Love, l’endemica tristezza che si portava dentro, la faccia oscura e il prezzo del successo: tutto questo confluì in un album schietto e malato, caratterizzato dalle migliori liriche mai scritte dal ragazzo di Aberdeen, contenenti spesso foschi presagi di quella fucilata che ne avrebbe presto terminato l’infelice esistenza (“You can’t fire me because I quit”, “Look on the bright side is suicide”.

Ne derivò un album stilisticamente schizofrenico. L’equilibrio tra le penetranti melodie e le felici intuizioni punk-noise che aveva fatto la fortuna delle varie ”Lithium” è spezzato. Se brani come “Heart-shaped box”, “All apologies” e “Rape me” si riallacciano al lavoro precedente, con quella alternanza di parti lente e rumore che è un po’ il marchio di fabbrica del gruppo, altrove il trio spiccò il volo verso inusitati empirei noise, ad esempio nella conclusiva “Gallons of rubbing alcohol flow though the strip”. La mano di Albini si sentì in particolare in quegli episodi in cui affiorava la vena plumbea e rumorista del debutto “Bleach”: pezzi come “Scentless apprentice”, “Milk it” e “ Radio friendly unit shifter” sono tra le cose migliori mai fatte dal trio. L’incedere monolitico della sezione ritmica, ancorata al monumentale drumming di Dave Grohl, accompagna il buon Kurt in deraglianti esplosioni di feedback, tra riff al vetriolo e spigolosità assortite. L’alchimia tra musica finalmente senza compromessi e un Cobain ispirato come non mai nello sciorinare i suoi demoni è semplicemente perfetta.

Non mancavano i pezzi dalla struttura più classica (l’album avrebbe dovuto chiamarsi, ironicamente, “Verse, chorus, Verse”), ma proprio in questi episodi Cobain confermò la sua natura di songwriter ormai maturo, abbondantemente oltre i confini del grunge. “Frances Farmer will have her revenge on Seattle”, col suo furore e un testo splendido ( “mi manca il piacere di essere triste “): “Dumb”, avvolgente litania in cui si intrecciano echi della tossicodipendenza e dell’infanzia di Kurt, sua ballata definitiva e struggente confessione accompagnata da un soave violino e da una voce appesa a corde emotive sottilissime ( “My heart is broke / but I have some glue”): “Pennyroyal Tea”, magnifico midtempo elettrico, e versi come “Give me a Leonard Cohen afterworld, So I can sigh eternally” che fanno salire un groppo in gola ad agni ascolto.

Un album dunque mirabile, irripetibile figlio dell’ epoca in cui fu concepito, dei cui splendori e ambiguità i Nirvana furono gli indiscussi primattori.

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Voto degli utenti: 8/10 in media su 60 voti.

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Giuseppe Pontoriere (ha votato 9 questo disco) alle 19:19 del 20 marzo 2007 ha scritto:

Meglio in parte...

Di Nevermind. Più maturo, più grezzo, più ruvido, più puro, più rabbioso. DI PIU'!!!!

Vikk (ha votato 10 questo disco) alle 16:13 del 29 maggio 2007 ha scritto:

Album di difficile gestazione registrato da Steve Albini in presa diretta (a parte qualche sovraincisione di chitarra) che pero' e' stato levigato dalla casa discografica (probabilmente remixato da Scott Litt, anche se Albini nega e se nulla e' riportato nei credits se non per un paio di canzoni). Vi consiogli di ascoltare le registrazioni originali dove la furia e' davvero ai livelli degli Shellac ("scentless apprentice"), ma che pagano pegno con un sound troppo indie ed improponibile per i passaggi radiofonici.

Il capolavoro di Cobain

Giaduzza (ha votato 10 questo disco) alle 12:31 del 27 luglio 2007 ha scritto:

Decisamente più spontaneo, consapevole e maturo dei precedenti. Peccato che venga sottovalutato.

Il mio album preferito in assoluto.

cobain79 (ha votato 10 questo disco) alle 14:22 del 30 luglio 2007 ha scritto:

cristallino......

La prima volta che lo ascoltai mi resi subito conto che avevo a che fare con qualcosa di puro, senza influenze esterne. Tra le mie canzoni preferite di sempre diverse fanno parte di questo album: Radio Friendly Unit Shifter, Scentless Apprentice, oltre alle già note Breed e Territorial Pissings. Ciao Kurt ovunque tu sia...

Mr. Wave (ha votato 9 questo disco) alle 12:58 del 7 giugno 2008 ha scritto:

la testimonianza di un cupo, inguaribile senso di impotenza e fatalismo

una miscela di canzoni rabbiose e desolate (迭ape Me? 鉄erve The Servants? 撤ennyroyal Tea e, soprattutto, 鄭ll Apologies? ripresa poi anche da Sin饌d O辰onnor) e di esagitate esplosioni rumoristiche al limite della cacofonia (鉄centless Apprentice? 擢rances Farmer Will Have Her Revenge On Seattle? 溺ilk It e l'autoironica 迭adio Friendly Unit Shifter?. Molto pi debole di 哲evermind? l誕lbum riflette soprattutto l弛dissea personale di Cobain, sposatosi nel frattempo con Courtney Love delle Hole. E la testimonianza di un cupo, inguaribile senso di impotenza e fatalismo. Ottimo album, comunque!

Brian Storm (ha votato 9 questo disco) alle 17:29 del 10 novembre 2008 ha scritto:

ok

l'album migliore..o cmq quello che io preferisco

dario1983 (ha votato 8 questo disco) alle 3:25 del 5 gennaio 2009 ha scritto:

il loro miglior album

Utente non più registrato alle 23:15 del 10 dicembre 2009 ha scritto:

RE:

quoto il tizio sotto di me

lev (ha votato 8 questo disco) alle 0:26 del 9 gennaio 2010 ha scritto:

più omogeneo di nevermind, ma ci sono meno pezzi memorabili, almeno a parer mio.

bart (ha votato 7 questo disco) alle 20:11 del 24 aprile 2010 ha scritto:

Inferiore al precedente, ma comunque valido.

Sidney alle 0:12 del 15 maggio 2011 ha scritto:

Capolavoro... nient'altro che questo.

ThirdEye (ha votato 9 questo disco) alle 18:53 del 20 novembre 2011 ha scritto:

Il vero capolavoro della band di Seattle è questo, altro che Nevermind. Acido, grezzo, viscerale, questo si che è stato uno dei vertici degli anni '90. E grande Steve Albini, che non sbaglia un colpo nella produzione.

tramblogy (ha votato 8 questo disco) alle 9:21 del 22 novembre 2011 ha scritto:

Mha?!

David (ha votato 2,5 questo disco) alle 16:41 del primo settembre 2012 ha scritto:

?

Zeman (ha votato 7 questo disco) alle 15:22 del 2 settembre 2012 ha scritto:

Ai tempi del liceo impazzivo per i Nirvana, ma col tempo li ho rivalutati(verso il basso)... questo è l'unico che ancora mi piace, niente male.

madcat (ha votato 10 questo disco) alle 12:49 del 5 marzo 2013 ha scritto:

splendido capolavoro

Mushu289 (ha votato 9 questo disco) alle 0:44 del 24 agosto 2015 ha scritto:

il loro migliore, decisamente meglio di quell'aborto di nevermind, molto più maturo

FCA1739 (ha votato 9 questo disco) alle 16:12 del 22 aprile 2016 ha scritto:

Il mio album preferito dei Nirvana. Stupendo.

Marco_Biasio (ha votato 8 questo disco) alle 18:31 del 30 aprile 2018 ha scritto:

Mi è sempre piaciuto decisamente di più di Nevermind. Molto più "storto".