R Recensione

9/10

Amon Duul II

Wolf City

Questo è il primo disco in cui gli Amon Duul II raggiungono una compattezza del "sound" che li rende sempre più appetibili per i mercati esteri, in primis quello britannico, anche se inevitabilemte si perde in follia e creatività ciò che si guadagna in maggiore strutturazione dei brani.Grande protagonista risulta la voce Wagneriana di Renate Knaup, che già aveva vivacizzato "Carnival in Babylon", il loro album precedente, buon disco di folk-cosmico ma che segnò un netto cambiamento musicale dopo i "sabba" pagani a base di LSD dei precedenti tre LP.

Si parte con "Sorrounded by the stars" ed entra subito in scena la voce epica e drammatica di Renate Knaup in un 'interpretazione" para-operistica da brividi, siamo dalle parti di una psichedelia in "nero" che suona come se  i Jefferson Airplane si fossero trasferiti in Germania e avessero unito all'acido della cultura "hippie" l'impeto tutto tedesco e il retroterra delle leggende più oscure del'Europa."Green-Bubble-Rainconted-Man" vede ancora protagonista Renate Knaup al canto in un pezzo dalla melodia perfetta e invidiabile da parte di qualsiasi gruppo.

Si arriva quindi all'apice emotivo del disco ovvero "Jail-House-Frog" : il  brano inizia con la chitarra West-Costiana e lancinante di Danny Fichelscher che suona dura e incisiva in maniera sorprendente, entrando direttamente senza staccarsi dalla mente dell'ascoltatore, finchè entra in scena un lungo intermezzo cosmico di pianoforte contrappuntato da rumori di sottofondo di folli creauture evocate dalla magia della comune Amon Duul.

Il lato B riserva altre sorprese a cominciare dalla potente title-track "Wolf City" che è subito seguita da un raga-cosmico per sitar ( suonato dall'ospite Al Gromer ) e tablas che avvicina le sonorità del gruppo a quelle dei conterranei Popol Vuh, con cui si scambieranno non a caso anche alcuni membri come il chitarrsita Danny Fichelscher e la stessa Renate Knaup.Si prosegue con l'epica "Deutsch Nepal" , la musica evoca un monastero Nepalese infestato dalla voce di un folle che richiama alla memoria la voce del Fuhrer e da cui è impossibile fuggire.Si chiude con i ricami elettro-acustici -folk di "Sleepwalker's Timeless Bridge" in cui il gruppo mostra quanta perizia tecnica fosse riuscito a raggiungere.

Purtroppo questo è anche l'ultimo grande album degli Amon Duul, il gruppo proseguirà infatti instancabile per molti anni ma non riuscirà più a raggiungere le vette artistiche dei primi '70.Per assecondare il mercato le sonorità diventeranno sempre più scontate e banali anche se in fondo i tempi memorabili delle melodie  e armonie generate dalla follia di questa comune non sono cosi' lontani.

V Voti

Voto degli utenti: 8/10 in media su 3 voti.
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C Commenti

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PierPaolo (ha votato 9 questo disco) alle 9:32 del 15 settembre 2008 ha scritto:

Si

PierPaolo (ha votato 9 questo disco) alle 9:33 del 15 settembre 2008 ha scritto:

RE: Si

Il mio prediletto dei tedeschi. Un po' di strutturazione non guasta, anzi aiuta.