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R Recensione

8/10

Thisquietarmy

Resurgence

Un districarsi di vie e viottoli che si aprono su strade sempre più ampie ed imponenti. Strade che poi si diramano, salgono e scendono. E lungo le quali transitano locomotive futuribili sulle quali vi apprestate a salire a bordo, qualora decidiate di affidarvi alla spinta emozionale e propulsiva di questo album. Gli itinerari in salita paiono protendersi, attraverso binari sopraelevati dalle altezze impressionanti, verso lontane destinazioni cosmiche, mentre quelli che rapidi si inabissano in gallerie scoscese paiono sprofondare nei meandri più tenebrosi delle profondità terrestri.

Resurgence” è strutturato come un treno equipaggiato con un motore “krautronico” (il trittico iniziale di Rebirth/Revival/Renaissance è piuttosto esemplificativo in tal senso), del quale ben conosciamo il ritmo, che passa e oltrepassa oscurità sotterranee e vertiginosi panorami di luce. Talvolta ( come in Birds, Ashes and Fire) si costeggiano le radure “frippertroniche” popolate da quelle entità diafane evocate nei Seventies da Sir King Crimson in persona e ancora ben lungi dall’interrompere il proprio compito di muse. A tragitto inoltrato sono invece le siderali latitudini di Klaus Schulze ad essere ciò che invade le percezioni: Whispers In The Trees e Summer Isolation sapranno farvi abbandonare ad un puro desiderio di smarrimento.  A tratti l'attenzione sembra spostarsi sul mezzo stesso con il quale ci stiamo spostando e la musica sottende alla descrizione dei suoi più intimi e vitali meccanismi: ascoltate Mechanical Heart e il piccolo capolavoro di Whirring Brain.

Splendido l'approdo verso la meta finale: i dodici minuti della conclusiva Gone To The Unseen davvero costituiscono un viaggio nel viaggio e racchiudono tutti gli elementi che ci hanno fatto apprezzare "Resurgence". I sensi si predispongono ad una totale immersione nella accecante luce astrale, con una sorta di metafora sonora all'ascesi. Eric Quach, compositore e multistrumentista (anche se la chitarra resta il suo strumento d’elezione) di Montreal, ha impiegato quattro anni per il seguito dell'apprezzato "Unconquered" e i risultati di questo approfondimento si sentono tutti. Anche alcuni dei riferimenti paiono altrettanto evidenti: Klaus Schulze, Robert Fripp, Neu!, Cluster, Harmonia, Labradford si succedono senza soluzione di continuità nel dipanarsi della musica.

Anche la ritmica è stata particolarmente curata e fissata sulle pulsazioni tanto del motorik, quanto del post-punk, salvo poi scomparire concedendo ai fremiti elettronici di dettare i tempi. Interessante anche il meno omogeneo materiale contenuto nel bonus cd: A Call To Arms con il suo rabbioso rigurgito wave (siamo fra i Magazine e i The Chameleons), la versione edit di Gone To The Unseen che così assume quasi la forma di un singolo, Ballad Of The Sheperdness con i suoi rimandi ai grandissimi Rachel’s e la lunghissima ipnosi dark-ambient di The Cold Vacancy, nella quale davvero si rischia di perdercisi, specialmente quando nel finale tornano tangibili le visioni delle soundscapes di Fripp.

Chiamatelo post-krautrock, post-post-punk (!), post-Kosmische Muzik, post-rock oppure fate semplicemente sparire tutti i prefissi: quel che rimane è una musica ispirata, concreta anche quando è aperta a divagazioni “spaziali”, suonata e mai abbandonata agli esiti di fredde programmazioni. Non a caso Thisquietarmy è un progetto che ha anche una intensa attività live. “Resurgence”: quasi centodieci minuti per arrivare dal nucleo della terra fino a Sirio.

(Su Youtube godetevi la cover di New Dawn Fades dei Joy Division)

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