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R Recensione

7/10

Aye Aye

Aye Aye

Non provate a cercare informazioni sugli Aye Aye perché perdete tempo. Almeno, io ci ho provato e - a parte una serie di buffe immagini della Daubentonia madagascariensis Gmelin (una scimmietta brutta come la morte) e qualche video di una oscura doom band di Glasgow - non troverete nulla. 

Questi Aye Aye arrivano da Filadelfia e sono il side-project di Michael e John Gibbons dei Bardo Pond. A loro si sono uniti il batterista Ben Leaphart dei Purling Hiss (altra gloria locale) e una mezza leggenda dell'armonica: Dan Balcer. Dan, meglio noto come "Harmonica Dan", è considerato il migliore armonicista della East Coast, ha suonato dal vivo con Boogie Endless, Meg Baird e Birds of Maya (insieme proprio a Ben Leaphart), ma se volete incontrarlo lo trovate tutti i giorni dietro il bancone del Philadelphia Record Exchange, un negozio di dischi usati. Ed è proprio grazie all'armonica del vecchio Dan che il rock psichedelico di marca Bardo Pond si trasforma in un blues magmatico e polveroso, che riesce a trapiantare le profondità dei primi Mogwai nella psichedelia desertica della Death Valley. "Shine" puzza di zolfo come certi blues ripensati dai primi Black Sabbath, mentre già in "Conflict with humans" e "Sleep day" si nota la somiglianza con una parte del post-rock (sentite il lavoro di Ben Leaphart dietro le pelli e ditemi che non vi viene in mente quello di Martin Bulloch). E anche laddove le atmosfere diventano più rarefatte ("Fears") o Floydiane ("Remains") è sempre l'armonica di Dan Balcer a evocare, suggerire e dare pathos melodico alle chitarre compatte dei fratelli Gibbons

L'aye-aye è sceso dall'albero e si è nascosto nel sottobosco del rock indipendente. Trovarlo è stata una fatica ampiamente ripagata.

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