Iggy Pop
The Idiot
Alle prime luci del mattino del 18 maggio 1980 Deborah fa rientro nella sua abitazione e trova il corpo senza vita del marito, la puntina del giradischi batte ancora tra i solchi di uscita del long playing The Idiot. Ian Curtis (leader dei Joy Division) prima di togliersi la vita ha messo sul piatto il disco di Iggy Pop. The Idiot non è un buon disco qualunque, The Idiot è stato un disco essenziale per molti ragazzi nati tra la fine degli anni 50 e i primi 60.
Iggy Pop e David Bowie decidono di stabilirsi in Europa dopo aver raschiato il fondo del barile: il biondino americano, in preda al delirio tossico e senza un contratto discografico, è appena uscito da una clinica psichiatrica; allefebico inglese sono invece bastati due anni in America per ritrovarsi in un gorgo di follia, tra manciate di cocaina e paranoie di stampo occultistico filonazi.
Iggy è dietro le quinte del tour europeo che Bowie intraprende per promuovere lalbum Station To Station (76), in Germania tra una pausa e laltra del tour sono sempre insieme nei club più alternativi di Berlino, trovano il tempo per un viaggio itinerante che toccherà Varsavia, Mosca e Helsinki, tra gallerie darte e musei, in una reazione frenetica alla vita dissoluta degli eccessi losangelini, il primo passo verso la riabilitazione.
Terminato il tour dopo un breve periodo in Svizzera si accasano nelle vicinanze di Parigi, siamo in estate e il castello Chateau dHerouville è lo studio scelto per provare nuovo materiale.
Bowie ha già con sè dei nastri demo ispirati perlopiù dalla nuova avanguardia musicale kraut (Kraftwerk, Neu!, Cluster), a suo modo di vedere la diretta emanazione della scuola espressionista tedesca (lo scatto in copertina è una caricatura del Roquairol di Erich Heckel).
Il manager e tecnico del suono del Chateau è Laurent Thibault (bassista con un fugace passato nei Magma), sarà lui stesso insieme al batterista còrso Michel Santangeli a formare la sezione ritmica. Bowie si divide fra piano, synth, sax e chitarre, Iggy si occupa essenzialmente dei testi e delle linee vocali, tutte le tracce del disco portano la firma di entrambi.
Molto si è dibattuto nel corso degli anni riguardo la potestà direttiva delle sessions, lipotesi più gettonata è che Bowie abbia usato Iggy come cavia per quel che sarebbe stato il suo nuovo lavoro: Low (registrato subito dopo The Idiot ma uscito prima), uneventualità suffragata dallo stesso Iggy qualche anno dopo.
Lo strappo con il passato degli Stooges è audace quanto radicale, lapertura di Sister Midnight ritrae al meglio limmaginario punto dincontro tra James Brown e i Kraftwerk teorizzato da Iggy, il frigido crooning della linea vocale raffredda lardore dei riff di basso e chitarra che comunicano tra loro in una sorta di call & response ad alto tasso di neritudine. Nightclubbing è un oscuro synth pop in cadenza blues, lugubri synth e una drum machine apatica forniscono un tessuto sonoro adeguato sia per la traviata chitarra dellospite Phil Palmer, che per la voce di Iggy (deliziosa lintuizione delle due tracce vocali fuori sincrono).
Le innovazioni introdotte sul suono della batteria di Low (le cui sessions, precisiamo, quasi si sovrappongono a quelle dellalbum qui in oggetto), sono lelemento peculiare del disco bowiano, ma hanno i loro prodromi in The Idiot, ne è dimostrazione lampante il rullante sordo e pesantemente trattato di Funtime, forse il pezzo più "tirato" della raccolta, i due ne offriranno una storica versione live sguaiata ma coinvolgente (anche se poco rappresentativa del nuovo sound costruito in studio) nel talk show televisivo Dinah Shore : Iggy è in forma smagliante, nevrotico come ai vecchi tempi, Bowie gioca a fare il Brian Eno della situazione seminascosto in un angolo dietro due segmenti di tastiere.
Baby, con le sue teutoniche, torve dispersioni sintetiche, ha limpronta enigmatica della ballata tossica, mentre China Girl dà allIguana la possibilità di sputare nel microfono liriche ermetiche con la veemenza di un tempo (quasi). Negli anni 80 Bowie offrirà una nuova versione pop spaccaclassifiche di China Girl in uno dei suoi album più venduti.
Se a Tiny Girls tocca la palma di brano minore del disco, Dum Dum Boys è sicuramente uno degli apici della raccolta, incoraggiato da Bowie a scrivere qualcosa sui suoi giorni con gli Stooges, Iggy dà il meglio di sé sin dallintro parlata, una tremenda fotografia sullattuale condizione dei suoi ex compagni. Il brano si avvale dell'ottimo arrangiamento chitarristico di Phil Palmer, riguardo l'arpeggio di chitarra, tema portante dell'impasto sonoro, è Iggy stesso a regalare un aneddoto: "Bowie aggiunse quell'arpeggio di chitarra che i gruppi metal oggi amano, lo suonò e poi chiese a Phil Palmer di rifarla perchè non riteneva di averla suonata in modo tecnicamente perfetto".
Mass Production chiude il disco spingendosi oltre i confini del pop, un martirio lirico dal respiro rauco, otto minuti catatonici tra loop celesti, e stralunati synth fuori chiave ad alterare le porte della percezione.
Il tempo di qualche overdub a Berlino e il disco è pronto, il futuro inizia anche da qui e indossa una patina di raffinata ricercatezza europea. Senza sapere se il domani sarà come oggi, o ieri.
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