Jessica93

Rise

Diciamolo subito: quanti di noi, gettando un'occhiata sbadata alla copertina, non scoppierebbero a ridere alla vista di questi due ragazzotti adagiati sua una Skoda gialla in un parco di una banlieu di Varsavia o Cracovia in posa cazzona e divertita? Tutti, più o meno, non fosse che, non solo il contenuto è l'esatto opposto di ciò che sembra all'apparenza, ma il ragazzotto sulla sinistra, quello tronfio, col giubbetto di pelle, al secolo Geoffroy Laporte. nascosto dietro il moniker Jessica93, è l'autore di tutte le canzoni presenti nel disco in questione, ma anche l'arrangiatore, nonchè il perfomer, aiutato solo occasionalmente da alcuni sodali (l'altro cazzone in copertina). Beh? non ridete più? Eh no, direi.

Anche perché già dall'incedere marziale di basso iper saturo, suonato col plettro, batteria metronomica e chitarra abrasiva di Now, un nome ed un disco solo vengono in mente e sono rispettivamente Cure e Pornography e con loro tutta la favolosa schiera di band che hanno reso grande la musica di quell'epoca d'oro, chiamata Post Punk e New Wave, che va dal 1977 sino al 1987 circa (Bauhaus, Joy Division, Echo and the Bunnymen, più altri milioni), nonché tutta quella pletora di band grandiose che ne hanno raccolto i semi, sminuzzandone l'hardcore, rallentandolo e conferendone il suffisso post nel corso dei primi anni '90: Pixies e God Machine su tutti. Increduli? Ascoltare per credere Surmantants oppure Inertia per sincerarsene.

Rise riesce ad essere evocativo, derivativo e citazionista con gusto e rispetto verso le fonti a cui attinge, cercando nel contempo di essere personale e mai banale o didascalico. Un ottimo compendio del periodo d'oro new wave che sta vivendo una seconda giovinezza con band come i Viet Cong, ad esempio anche se lì le traiettorie sono più ascrivibili a band come This Heat e similia, ma che comunque restituisce linfa vitale ad un genere che non smette di essere attuale ed emozionante come pochi altri. Nice try, Geoffroy.