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R Recensione

8/10

Talking Heads

Fear of Music

Fear of Music è il disco della svolta dei Talking Heads. Il ritmo frenetico e spigolosamente frizzante del gruppo si trasforma e si evolve in un sound maturo, incredibilmente espressivo. Fobia della musica è il titolo dell'album, coerente con i suoi toni spesso meno allegri e più problematici rispetto al passato. David Byrne, per la critica "il felice psicopatico", diventa quasi vittima di una depressione ansiosa, oppresso dall'aria e frustrato da un pezzo di carta. I singoli brani sono parti uniche di un progetto di crescita capace di evocare visioni differenti di volta in volta.

La voce e gli strumenti delle teste parlanti si integrano sempre di più con le trame sonore di grande spessore dell'alchimista sonoro Brian Eno, che porta con sè questa volta anche l'esperto chitarrista e sperimentatore Robert Fripp. La capacità del gruppo di integrarsi con gli ospiti di Byrne permette di creare sonorità uniche ed innovative. La smania del gruppo e la razionalità di Eno fanno si che si realizzi il disco più "new wave" del gruppo newyorkese. Il disco si apre con un adattamento di una poesia di Hugo Ball, che è perfetta per esprimere perfettamente l'ansia creativa, l'agitazione emotiva del gruppo in quel periodo. I Zimbra suona come una danza tribale e anche il canto è, come spesso accade, sincopato.

Un miscuglio di strumenti e di elettronica si fondono in Mind e suonano tutti insieme come per ipnotizzare l'ascoltatore. Il ritornello ipnotico dopo qualche minuto cambia e la chitarra incalza quasi come per svegliare la "vittima". Cities è uno di quei brani che ascoltato oggi suona come se fosse stato scritto solo ieri, e che probabilmente farebbe la stessa impressione anche se fosse ascoltato tra altri trent’anni. Chitarre elettriche distorcono e si intrecciano a basi elettroniche funky, come se questo pezzo fosse realizzato in collaborazione con i Clash di Sandinista. L’autore cerca una città dove vivere e la scelta risulta difficile e sofferta.

Il ritmo incalza e life during wartime è uno dei brani epici dei Talking Heads, un simbolo del gruppo, che rende al meglio le capacità dei suoi componenti e che diventerà, per questo, un pezzo immancabile nei concerti delle teste parlanti. "This ain't no party, this ain't no disco" è uno di quei ritornelli che non si scorda più e che riascoltato, sempre con gran piacere, ti rende incredulo per la sua originalità e capacità di trascinarti nel suo ascolto.

I suoni si dilatano, si allungano e finiscono dove altri incominciano. Inizia il ponte, il passaggio definitivo ad una musica meno suonata e più miscelata, mixata. Qualora qualcuno ancora non se ne fosse accorto memories can't wait è il punto di non ritorno: il ponte oltre il quale il gruppo non guarderà più indietro e andrà diritto verso il suo apice creativo: il capolavoro di "Remain in light" . Il brano rappresenta la congiunzione tra il passato ed il futuro del gruppo.

Air è una preghiera affinché le difese proteggano l’artista dall'aria e in questo canto la voce dello stesso si esalta, incredulo dei cambiamenti e delle trasformazioni del suo corpo al contatto con l’elemento.

Segue una delle canzoni più dolci, più tenere della musica del gruppo, non solo di quest’album. Heaven è il nome di un bar, ed è anche il nome di una canzone d'amore di cui i testi ne cantano, però la monotonia e la disillusione, e della vita che si trascina.

Electric Guitar è il titolo del brano che si annuncia come un brano rock ma è tutt’altro. La chitarra elettrica non si sente tranne che in pochi secondi, quelli alla fine del ritornello necessari ad accordare ad accordare lo strumento, come ci dice il testo. Sono quattro, o cinque, le tracce che camminano parallele sotto la voce di Byrne e della batteria che da al pezzo un aria concitata.

Drugs chiude il disco confermando, all'ascoltatore dell'epoca, che le teste parlanti non sono più quelle di una volta, e che forse non lo saranno mai più. Se questo è il disco della svolta, quest’ultimo brano ne è la conferma. Il ritmo è portato dal basso su cui le parole annunciano affannando gli effetti della droga, e durante la formulazione si riproducono vari campionamenti che danno l'impressione di esprimere gli effetti allucinogeni descritti dal cantante. Le allucinazioni di drugs sono molto vicine alle sperimentazioni che seguiranno in “My life in a bush of ghost", dei soli Byrne ed Eno, quasi come se questo brano potesse esserne una delle sue tracce.

Il periodo è quello, periodo in cui i rapporti sociali ed ideologici tra David Byrne, padrone assoluto del gruppo, e gli altri componenti non sono perfetti. Gli altri membri del gruppo incominciano a perdere il controllo sulla produzione finale che è sempre più frutto di lavoro in sala di registrazione. Gli strumenti vengono estrapolati dai brani originali, rimontati e filtrati secondo le esigenze del leader del gruppo e dal suo fido consigliere Brian Eno. Il risultato è un album “extraordinario”

V Voti

Voto degli utenti: 8,8/10 in media su 31 voti.
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lev 9/10
krikka 8/10
Zeman 10/10
REBBY 10/10
loson 7,5/10
max997 9,5/10
alekk 10/10
Sgt.Manu 8,5/10
B-B-B 9/10
ThirdEye 9,5/10
Cas 9/10
inter1964 8,5/10

C Commenti

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lev (ha votato 9 questo disco) alle 12:55 del 3 dicembre 2008 ha scritto:

questo x me è il miglior disco dei talking heads, ancora meglio del tanto celebrato "remain in light". bello x carità, ma troppo freddo e secco rispetto a questo. "fear of music" lo trovo senza dubbio più musicale.

lev (ha votato 9 questo disco) alle 12:03 del 18 aprile 2009 ha scritto:

mi sembra strano che nessun altro abbia avuto qualcosa da dire su questo disco... reeeeebyyyyy!!!!

REBBY (ha votato 10 questo disco) alle 12:56 del 18 aprile 2009 ha scritto:

Sono d'accordo con te smac (ma lo sapevi già eheh)

Il mio preferito tra tre dischi che ho amato come può fare solo un giovane maggiorenne. Ma c'erano anche altri gruppi (Pere Ubu, Devo, Suicide, Televison ...)

lev (ha votato 9 questo disco) alle 9:45 del 19 aprile 2009 ha scritto:

meno male rebby che hai risposto al mio appello. io non sono molto esperto del genere (a dir la verità non saprei dire se sono esperto di qualche genere in particolare), e sicuramente come dici tu ci sono altri gruppi, però penso che questo sia un disco importante di un gruppo importante. per questo trovo strano che nessun altro lo commenti.

Lux alle 18:29 del 3 maggio 2009 ha scritto:

Davvero bello il disco, forse troppo lavorato e poco selvaggio, ma un pezzo come Memories Can't Wait ha davvero tutto: goticità, sfumature industriali e melodie pop, e soprattutto mi piace l'omogeneità del sound di tutto il lavoro.

NathanAdler77 (ha votato 10 questo disco) alle 23:01 del 15 ottobre 2009 ha scritto:

Memories Can't Wait

Album straordinario, precursore di quell'opera d'arte chiamata "Remain In Light". Talking Heads unici e inarrivabili tra il '77 e l'Ottanta: avanguardia e melting pot per le masse.

Bellerofonte (ha votato 9 questo disco) alle 13:28 del 28 marzo 2010 ha scritto:

Questo è un disco stupendo, che come pochi riesce a coinvolgere, trascinare, supire e che solo per pochi gradini non tocca il piano del capolavoro.. Non ha insomma, ciò che invece c'è in remain in light, quella definitiva "evoluzione" al suono primordiale (come amo definirla) che batte continuamente come un martello con continui richiami a terre lontane urla, visioni, il big bang musicale delle pietre dei legni e dei tamburi e la sfacciataggine di un Byrne all'apice della consapevolezza artistica

scottwalker (ha votato 8,5 questo disco) alle 11:18 del 15 marzo 2012 ha scritto:

BELLO MA NON COME LO STUPENDO,INSUPERABILE, "REMAIN IN LIGHT".

Zeman (ha votato 10 questo disco) alle 11:49 del 2 settembre 2012 ha scritto:

Invece io lo preferisco a Remaiun In Light(che rimane un discone!), sia per freschezza compositiva che per spontaneità.

scottwalker (ha votato 8,5 questo disco) alle 8:23 del 3 settembre 2012 ha scritto:

BEL DISCO MA REMAIN IN LIGHT E' DECISAMENTE PIU' ATTRAENTE E MATURO!

alekk (ha votato 10 questo disco) alle 11:39 del 22 giugno 2013 ha scritto:

straordinario!

scottwalker (ha votato 8,5 questo disco) alle 8:50 del 24 giugno 2013 ha scritto:

CIAO Alekk, assolutamente straordinario, e ti invito ad ascoltare il disco che realizzarono ENO-BYRNE altrettanto bello.