V Video

R Recensione

6/10

The Drums

The Drums

I Drums, due ragazzotti dalla faccia pulita, armati di jeans stretti a sigaretta e chiome a leccata di vacca, che con la geniale intuizione melodica di Let’s Go Surfing cavalcarono le onde di cemento di New York a bordo di un fischiettìo contagioso.

Fra solito e smodato hype, concerti stracolmi di giovani hipster dalle converse fluo che violano il limite legale di chiome gellate consentito dalla legge, e la giusta dose di ansia da debutto, The Drums giunge in questi giorni sugli scaffalotti (virtuali e non) di ogni testa indiependente che si rispetti.

Ma buttiamo subito le carte in tavola senza patetici bluff da giocatori d’azzardo.

I Drums al loro debutto discografico si comportano come adolescenti insicuri al loro primo appuntamento galante. Passano tutto il tempo a pettinarsi la chioma davanti allo specchio, e al momento di stringere i fatti non si sbilanciano più di tanto, con la paura di fare la figura dei maiali che puntano subito alla carne.

In questa prima uscita galante convergono il sorrisino timido misto a palpitazioni all’avvistamento della propria piccola amata (Me And The Moon), la passeggiata nel piccolo paradiso verde accerchiato da un mare di cemento armato, mentre gli occhi cercano di cogliere i piccoli particolari dell’altro senza risultare invadenti, in un gioco di sguardi celati (Book Of Stories). I racconti stupidi e patetici per sciogliere il ghiaccio (Skippin’ Town), il leggero brivido quando i due notano che le linee dei propri movimenti varcano la soglia privata dell’altro (Forever And Ever Amen), i piccoli timori di sbagliare qualcosa e rovinare quel piccolo quadretto magico e altamente instabile (Down By The Water) ed il pensiero che vola al futuro immediato, in preda al pessimismo ed al timore di una delusione dolorosa nascosta dietro l’angolo (It Will End In Tears), ma il pensiero di averci provato lenisce il dolore (We Tried) e lascia spazio al riscatto (I Need Fun In My Life), come a voler dire: “Chissenefrega! Devo pensare solamente a divertirmi e non a disperarmi per quella sciacquetta/pezzodimmerda!”.

Ecco, questa parabola triste e banale non è lo scarto di un romanzo di Moccia, ma un quadretto utile a descrivere i Drums al loro debutto, una band che ha timore di sbilanciarsi, di aprire le labbra alla contaminazione elettronica che aggiungerebbe un tocco particolare al Surf Pop misto alla New Wave di matrice anni ’80, e che irrigidisce l’ago della bilancia ad una mediocrità stabile e piatta.

In conclusione, The Drums non è un disco da gettare nel dimenticatoio, ma nemmeno l’ennesimo miracolo indie che tutti attendono come un Messia, in un deserto musicale colmo di miraggi e abbagli.

V Voti

Voto degli utenti: 5,8/10 in media su 11 voti.
10
9,5
9
8,5
8
7,5
7
6,5
6
5,5
5
4,5
4
3,5
3
2,5
2
1,5
1
0,5
target 5/10
REBBY 6/10
facco 7/10

C Commenti

Ci sono 11 commenti. Partecipa anche tu alla discussione!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.

synth_charmer (ha votato 5 questo disco) alle 9:22 del 29 giugno 2010 ha scritto:

questo disco è l'esempio più lampante di quella categoria musicale che ormai è stata battezzata a livello universale come "musica da frocetti" definizione perfettamente azzeccata. Peasy, qui puoi dare il meglio di te

REBBY (ha votato 6 questo disco) alle 10:04 del 29 giugno 2010 ha scritto:

Ma perchè 2 Luca, non sono 4 i ragazzotti? A me questo loro album di debutto pare più o meno dello

stesso valore del primo dei Vampire weekend. Certo

qui miscelano surf alla "madre" new wave, invece che musica tropicale, ma più o meno il giochino è lo stesso: si "indovina" un brano, si vede che

funziona e lo si replica più o meno uguale per

tutta la durata dell'album. E' musica allegra,

marittima, disimpegnata, estiva e magari simpatica

(o antipatica?). Vedremo se al secondo disco

sapranno far meglio dei Vampiri e se diventeranno,

crescendo, meno "fighetti" smettendola una buona

volta di perdere tutto sto tempo a pettinarsi la

chioma davanti allo specchio (mia figlia direbbe

che sono invidioso eheh). Io mi ero fiondato su

questo disco perchè avevo letto, da qualche parte,

di presunte somiglianze estetiche con i The smiths

(ma quando mai), ma quello che ho percepito è molto più simile a quanto scritto da Luca e Let's

go surfing sembra proprio essere il loro brano manifesto.

Luca Minutolo, autore, alle 10:53 del 29 giugno 2010 ha scritto:

I titolari del gruppo sono due (Voce e Chitarra)...Gli altri due sono dei turnisti...

target (ha votato 5 questo disco) alle 11:22 del 29 giugno 2010 ha scritto:

Si sono goduti un anno fa l'hype pitchforkiano e hanno deciso di riscrivere per dodici volte la stessa canzone per cui furono celebrati ("I Felt Stupid", il loro pezzo migliore, peraltro non compreso qui). Mi piace quasi di più il lento pomicioso da prom anni '60 di "Down by the water", un po' caricatura un po' gioco, che tutto il resto, ed è tutto dire. Divertenti, ma per un ascolto. Poi il nulla. Ottimo Luca!

jackforjack (ha votato 6 questo disco) alle 22:45 del 29 giugno 2010 ha scritto:

surf pop ad alto tasso di umidità

mi aspettavo qualcosa di più da codesto disco dopo il singolo lanciato nel vuoto la scorsa estate, ma come si fa testè notare, le linee melodiche sono più o meno le stesse per tutte le tracce, il gioco regge però, e al campionato dei nerd acquatici sicuramente si giocano un buon piazzamento.

hokusai (ha votato 6 questo disco) alle 9:29 del 2 luglio 2010 ha scritto:

io ho l'ep dove c'è "i felt stupid".

caruccio.

che dire.... niente di nuovo sotto il sole...

hokusai (ha votato 6 questo disco) alle 9:30 del 2 luglio 2010 ha scritto:

RE:

salvatore (ha votato 6 questo disco) alle 21:48 del 3 luglio 2010 ha scritto:

Dai, io lo trovo caruccio... è vero che è un po' troppo ripetitivo, ma resta piacevole. E una spruzzata di smiths (in best friends, per esempio) io ce la sento. E anche una di phoenix (me and the moon). E stasera me lo porto in macchina che questo è un disco che può mettere un po' tutti d'accordo. Voto 6.5 pieno

Filippo Maradei (ha votato 6 questo disco) alle 13:42 del 4 luglio 2010 ha scritto:

Bella recensione per un disco meno bello. Come dice Daniele "è un disco che può mettere un po' tutti d'accordo", perchè formalmente simpatico e carino. Troppa pomata, però, "non fa bell'aspetto"...

salvatore (ha votato 6 questo disco) alle 21:56 del 9 luglio 2010 ha scritto:

Quando succede quello che non ti aspetti: sembra davvero un dischetto, ma poi inizia a crescere con gli ascolti e allora diventa qualcosa di più di un dischetto. Le canzoni sono semplici, certo, ma le melodie faticano a lasciarti, e non è cosa da tutti... sarà anche una band da singoli, ma qui di singoli ce ne sono un sacco. A farla breve, lo sto ascoltando tantissimo. Forse sono stato un po' frettoloso col voto. Mi sa che un 7 ci stava tutto...

salvatore (ha votato 6 questo disco) alle 21:58 del 9 luglio 2010 ha scritto:

Dimenticavo: scusate ma "book of stories" non piace a nessuno?!? E' fantastica!!!