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R Recensione

6/10

Twomonkeys

Psychobabe

I fratelli Bornati, in arte Twomonkeys, nascono fisicamente a Brescia ma crescono musicalmente tra Amsterdam e Berlino. In Italia il duo lavorato ad importanti happening ed installazioni, ma solo ora, affondando le proprie radici nel post-punk e nella no wave, sono giunti a pubblicare un disco che qui da noi non si era ancora sentito, “Psychobabe”. Quello che poteva sembrare un pleonastico album di italico electroclash si scopre invece come un eccentrico lavoro alla Animal Collective. Le due scimmie bresciane hanno infatti messo a punto una miscela elettronica in grado di sposare folk e musica concreta. Il risultato finale lascia però l’amaro in bocca, perché i pezzi migliori saranno quelli con l’impianto vocale più classico, lasciando alle parti strumentali la funzione di meri riempitivi.

Le voci effettate di “Marshmallows”, “More space”, “Psycho” e “She knows” ricordano a piè pari il miglior Panda Bear di “Person pitch”, mentre quel gioiellino di “Sacriface” dapprima vibra come i moderni Matmos e poi come i vecchi Daft Punk. Più anonime le altre “Crazy drive”, “Cry”, “Melodrama” e “Refrain”, brani che appaiono fin troppo amatoriali. Con “Psychobabe” i Twomonkeys hanno confermato che in Italia è possibile far musica nuova ma c’è ancora della strada da fare per renderla pienamente digeribile. Innegabile il talento elettronico dei due bresciani, altrettanto inattaccabile la vena ludica che percorre l’intero disco: resta soltanto da capire se i Twomonkeys decideranno di evolvere questo sound e portarlo alle sue naturali conseguenze, mixando potenza e buoni sentimenti, lirismo barocco e schizofrenia dadaista.

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