R Recensione

7/10

Wora Wora Washington

Techno lovers

Wora Wora Washington è il progetto di un trio veneziano dedito ad un personale e variegato ripescaggio del sound anni ’80.  Il loro esordio Techno lovers, ben pubblicizzato dalla Shyrec, vive in effetti nel contaminare la new wave più acida e nervosa di quegli anni con un’elettronica cruda e corposa (figlia anche del rifiuto del laptop), amalgamata con lodevole forza di impatto da un approccio indie-rock squisitamente internazionale, tanto che pare di parlare di un gruppo anglosassone piuttosto che di uno nostrano.

Nessun rimando a gruppi italiani dunque (con l’eccezione parziale dei misconosciuti Chitarra romana, anch’essi veneti e dei toscani per adozione Miranda). Del resto Techo lovers guarda ben oltre e apre i battenti alla grande con Twister, cavalcata post-punk che odora di Gang of four, la cui esasperata tensione nichilista viene corroborata continuamente da vorticosi muri di electro-shoegaze.

Di contro il muro di Seven days, prevalentemente chitarristico, fonda la fenomenale sgarbatezza dei Pixies in strofa con l’epicità passionale dell’ emo-core nel riuscitissimo ritornello. Daisy, affogata completamente nella psichedelia più nera e nel post-rock più rallentato e glaciale, è una bella ballata down-tempo decadente e sensuale mentre Heart Ingestion e Daja si tuffano a capofitto nella disco-punk e si avvicinano abbastanza al nu-rave. Trame più squisitamente post-punk si ritrovano in Mike’s head sospesa fra una sezione ritmica molto à la Joy division e il funk apocalittico dei Killing Joke. Le stesse tendenze sono poi radicalizzate nella più nichilista Drum Machine dove fanno capolino l’eccentricità avanguardistica dei Devo e l’incedere vocale ipnotico dei Public image.

Un suono più moderno ma altrettanto debitore degli ’80 emerge tanto in Charleston Dancers, in cui sembra di ascoltare gli Editors di The back roome, quanto nell’ esperimento elettronico forse un po’ fine a sé stesso di Cooking Meringues, ma che come pezzo finale ci può anche stare.In conclusione, un esordio veramente brillante e ben messo a fuoco che dona una certa vitalità e varietà sonora in un panorama italiano dove, inutile a dirsi,  le idee latitano già da diversi anni.

La dimostrazione che in un epoca dominata dalla cultura del frammento, del patchwork e della contaminazione, la novità e la freschezza si possano portare anche reinterpretando il passato.  

Myspace: www.myspace.com/woraworawashington

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