V Video

R Recensione

8/10

zZz

Running With The Beast

Cosa c'entrano tra loro i tulipani, il synth-pop molto New Order, un organo à la Doors, linee di basso funk-assassine, Elvis e dancefloor oscure? La risposta più essenziale che si può dare è zZz. E no, non stiamo dormendo, qui si salta con la new wave più sintetica che abbiamo nelle orecchie e tra nervi. Reggetevi forte che questo duo olandese (la voce/corde Bjorn Ottenheim e l'organo Daan Schinkel) vi butta sulla pista senza riserva.

Ci si agita sin dall'apertura con “Lover”, cavalcante intro dallo stile danceble dark da cardiopalma. Che si capisca subito di che pasta sono fatti questi krautrockers psichedelici. Vi sfido a non molleggiare almeno la testa anche in “Grip” (resa celebre da un noto spot fiat) dall'incedere ruvido e chimico, tutto riverberato, come la voce grossa di Bjorn. Voce un po' carica a volte, come quando vuole evidenziare i colori scuri con cui sono state tinteggiate le pareti dello studio di registrazione. “Spoil the party” ha tutto il carattere per farci ondeggiare scomposti, ma la voce lontana, quasi ascetica, risulta così piena da creare comunque un risultato inaspettato dal tono toxic-oriented. L'energia di psichedelia di fine '60s ci travolge nell'ascolto di una frenetica “Sign of Love” che ha proprio il sapore di stage track per creare movimento meno da ballo, più da contatto immediato. In “Majeur” si sentono molto le influenze delle tastiere '80s dei New Order di quel gioiellino che è “Power, Corruption And Lies” , capaci come pochi di farci tornare indietro ballando. Ma se avessimo notato il revival post-Ian Curtis, sarebbe ora di dedicarci a quello precedente e ricordare i Joy Division con un basso chimico e voce dura: la title-track “Running with the Beast” è un inno veloce, come un motociclista impazzito su una superstrada notturna.

Il lato più squisitamente romantico fiorisce invece con “Amanda”, caratterizzata da bassi molto plastici seguiti da una voce maschia e sincera, sfumata con tastiere distanti che ricercano suoni più classici e rassicuranti. “Loverboy” si allontana da quanto esplorato finora e sconfina in un lounge-pop sfacciato e giocoso, ammiccante e ironicamente sensuale, come neanche un incrocio tra i Depeche Mode e George Michael sarebbe mai in grado di fare. La successiva “The Movies” si presenta invece come un Jim Morrison riesumato e in forma, pronto ancora a suonare e a farci agitare negli stacchi strumentali movimentati dei suoi Doors. Ma i miti non finiscono qui, “Angel” richiama il fascino ammaliante dei Sisters of Mercy e dei Suicide (influenze piuttosto presenti un po' in tutto l'album) rileggendo il tutto in maniera omogenea e suggestiva. La chiusura di questo delirio mutante new-wave, oscuro e sintetico spetta a “Islands”, sofficissima ballata estremamente dilatata, dai toni soffusi alla Vangelis, con una introspezione buia ma allo stesso momento accompagnata da una delicatezza molto definita.

Ultima nota: la copertina. I colori violenti sparsi in faccia all'album non sono frutto di confuse pennellate o schemi à la Pollock. Ma rappresentano l'animalità stessa di questo folgorante duo electro-rock: le striature sono i segni lasciati da una coppia di galli fomentati e ricoperti di vernice, lasciati a combattere in quello spazio tribale che è la genesi di un copertina e di disco, tra l'altro. Vi sentite sufficientemente tesi e tonici da reggere il loro sprint trasversale? Premete play e iniziate a correre allora, queste bestie mutanti sono pronte a raggiungervi.

V Voti

Voto degli utenti: 6/10 in media su 1 voto.
10
9,5
9
8,5
8
7,5
7
6,5
6
5,5
5
4,5
4
3,5
3
2,5
2
1,5
1
0,5
target 6/10

C Commenti

Ci sono 2 commenti. Partecipa anche tu alla discussione!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.

Marco_Biasio alle 21:23 del 3 maggio 2010 ha scritto:

Mi sono sempre ripromesso di ascoltarlo, e sempre ho deluso il patto Un giorno o l'altro lo farò, anche perchè "Sound Of zZz" era molto bello ed altrettanto particolare. Loro fuori di testa, comunque. Tu bravo!

Marco Di Francesco, autore, alle 21:36 del 3 maggio 2010 ha scritto:

Io li ho scoperti quasi per caso e mi hanno colpito da subito. L'intro del disco conquista davvero facilmente. Per un po' sono stati fissi in cuffia soprattutto quando uscivo. Ancora oggi li trovo un ascolto molto dinamico, "da strada"