James Chance & The Contortions
Buy
Nella New York punk oramai a corto di idee del 1977, sembrava essere esploso un fenomeno musical-artistico che preannunciava un nuovo periodo di splendore; questo fenomeno aveva il nome di No-Wave.
James Chance e i suoi Contortions (Jody Harris e Pat Place alle chitarre, Adele Bertei alle tastiere, George Scott III al basso, Don Christensen alla batteria e lo stesso Chance alla voce e al sax contralto) erano prepotentemente entrati far parte dei promotori delle più caratterizzanti tendenze di questo movimento e nel 1979 pubblicarono un album dalla forte carica nevrotica: “Buy”.
Manifesto della fusione estrema tra l’eversione sociale della musica punk bianca e le dissonanze free-jazz della musica nera (in particolare del più grande ispiratore di Chance e cioè Albert Ayler), “Buy” è un album che trascina inconsciamente tutto il movimento No-Wave.
Funk-punk scosso e schizofrenico, che ha i suoi apici nell’inno “Contort Yourself”, dove il nostro Chance prende le somiglianze di un James Brown psicopatico (lo pseudonimo James White non sarà infatti casuale), o nella ultra sbilenca “Roving Eye”, inquadrata in un perfetto funky-groove da contro-relax.
La No-Wave era uno spasmo culturale, un fenomeno estremista destinato ad esaurirsi e chi ne prendeva parte si sentiva svogliato perché così doveva essere, a prescindere da quello che gli accadeva attorno.
La forza dei Contortions e soprattutto di Chance fu quella di trasformare questa insofferenza in creatività artistica e in modo particolare in musica.
“Buy” ne è uno degli esempi più splendenti, esso è musica per psico-alienati cronici.
Non a caso “Contort Yourself” recita così: “…why don’t you try being stupid instead of smart?”.
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