R Recensione

8/10

The Dandy Warhols

Dandy Rule Ok?

È con una certa leggerezza che ci si accinge ad ascoltare per l’ennesima volta Dandy Rule Ok?, primo lavoro degli statunitensi Dandy Warhols. Leggerezza che deriva essenzialmente dalla concreta convinzione che non ci sia nulla di rivoluzionario da segnalare ma vi siano piuttosto abbondanti dosi di morbida psichedelica e fresche melodie guitar-pop da assaporare così, senza troppi fronzoli. 

In fin dei conti i Dandy Warhols ricalcarono bene lo stereotipo della band bohemienne stracciona, dedita al piacere e all’abbandono alcolico e allucinogeno sulla falsariga dei loro idoli rock anni '60. E questo esordio ne fu la concreta (e ben lucida anche se non si direbbe) realizzazione. Un album caratterizzato da sonorità vintage intriso di citazioni più o meno colte, dal primo Lou Reed agli immortali Velvet Underground

Determinante nell’assetto sonoro e nell’identità stessa della band il cantante-chitarrista Courtney Taylor vero ispiratore del gruppo e perfetta incarnazione del bel decadente sempre in bilico tra lucidità e trip. Il punto nevralgico dei Warhols sta però nel loro particolare rapporto con il fattore immagine. Essi furono fin da subito la rappresentazione di se stessi e la loro musica ricalcò appieno le ambizioni mondane e dannate di tutti i loro componenti, personaggi più che mai pittoreschi e sordidamente ben calati nel loro ruolo di anti-eroi. 

Ruolo che per lungo tempo il rock ebbe a tenere in ballo, con la certezza però che solo pochi sarebbero riusciti nell’intento di appropriarsene non senza rischi. I Dandy Warhols in questo si rivelarono sicuramente abili, assestandosi a metà strada tra la perdizione e la mercificazione. In questo torna ancora utile l’esempio di Taylor, vero e proprio adulatore tossicodipendente dal fascino irresistibile. 

Interessante dunque l’approccio “di facciata” col quale la band delinea la sua personale truffa del rock and roll; i Warhols, in questo Dandy Rule Ok? ce lo ri-propongono in una salsa dal retrogusto decisamente sixties. Pezzi come Lou Weed (l’allusione qui non è casuale) e Just Try rivelano fin da subito le doti di one-man talent di Taylor ma si vede fin da subito che egli non possiede né il talento né la malizia del cantautore esperto, ed in questo senso si rivela fondamentale l’appoggio sonoro e creativo dei compagni. Appoggio che si tramuta spesso in lunghe suite psichedeliche (Genius) e talvolta in vero e proprio baccano sonoro (Grunge Betty). Efficace anche la posizione dell’elemento femminile del gruppo, la giovane ed accattivante Zia McCabe, impegnata coi suoi loop in puro stile shoegazer (mai per questo troppo complessi) dietro a tastiere e Moog. 

Ma al di là di tutto sono le incursioni pop che la fanno da padrone. Incursioni che prendono via fin da subito con l’iniziale The Dandy Warhols TV Theme Song, un semplice esercizio di stile piuttosto scontato ma che concentra in pratica tutto il messaggio del quartetto. Taylor ha le idee chiare sulla strada da intraprendere, il pop sembra essere la sua ambizione principale. Paradossalmente sono però le divagazioni più impreviste a rendere meno scontato (se non unico) quest’album. Pezzi svogliati e narcotici come la già citata Genius o il trip acustico di Ride e Best Friend

Not Your Bottle è una sussurrata dichiarazione d’amore verso il gettonato tema della tossicodipendenza culminante in versi dalla tragicità quasi grottesca: “Benjamin's marijuana/ Michael brought a keg/ Well, the skaters are high on mushrooms/ Passing out hits of LSD” a questo punto Taylor ha già conquistato tutti con la sua arte adulatrice e seducente ed eccolo perciò impegnato in quei pezzi che danno finalmente sfogo alla sua (finora contenuta) vocazione guitar-pop

Nothing To Do è l’ennesimo inno alla sfacciataggine del vivere bohemienne, inno che troverà sul successivo album la sua piena e concreta incarnazione in un pezzo assai celebre come Not If You Were The Last Junkie On Earth. Il gruppo però infila anche un paio di dritte più o meno evidenti con pezzi fin troppo esigenti quali il mantra acustico di Dick o la fiacca Just Try dove Taylor scimmiotta per l’ennesima volta Lou Reed senza però incarnarne appieno lo spirito selvaggio e credibile. Le cose si sistemano sul finire con la saltellante Grunge Betty, pezzo capace di mescolare un po’ tutte le tendenze del gruppo in un crogiolo di ritmi e riff che spaziano dal folk-rock al country passando per il pop-rock più chiassoso. 

Poi arriva l'atteso gran finale con It’s a Fast Driving Rave-Up With The Dandy Warhols una lunga e sfrenata ballata psichedelica da motoraduno - o rave party, fate voi -  che nella sua scarna semplicità (tre accordi di chitarra ed una linea di Moog ripetuti per sedici minuti) possiede le caratteristiche fondamentali per collocarsi laddove i Dandy Warhols con quest’album meritano di stare, ovvero nell’olimpo dei piccoli grandi, geniali ruffiani del rock and roll.

V Voti

Voto degli utenti: 7,8/10 in media su 4 voti.
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Lin 8/10

C Commenti

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Dott. Fottermeier (ha votato 7 questo disco) alle 18:22 del 4 novembre 2007 ha scritto:

Grandi Warhols!

Questo è un disco che qui in Italia conoscono in pochissimi, mentre io per certi versi li reputo anche superiore al successico "DW Come Down". I 20 minuti dell'ultima traccia sono spettacolari.

Lin (ha votato 8 questo disco) alle 15:11 del 14 giugno 2008 ha scritto:

The Dandy Warhols love almost everyone...

... e diciamo anche che ci provano a farsi amare da (quasi) tutti.

"Piccoli grandi ruffiani del rock and roll", definizione pressoché perfetta. Bella e onesta recensione questa. Io amo particolarmente questo album, come del resto anche i due successivi, e più in generale amo i Dandy Warhols così per empatica iconoclastia, più che per reale convinzione dei loro meriti artistici. Ma tant'è che mi basta.

Utente non più registrato alle 19:34 del 11 dicembre 2009 ha scritto:

questo non l'ho mai sentito. I seguenti ce li ho. Forse un giorno.

ThirdEye (ha votato 8 questo disco) alle 21:57 del 12 marzo 2013 ha scritto:

Partirono benissimo con questo lavoro....poi?! Perchè?? Poi...il nulla..