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R Recensione

8/10

The Shortwave Set

Replica Sun Machine

Quando qualche tempo fa apprendo che il nuovo album di The Shortwave Set sarà prodotto da Danger Mouse (Gnarls Barkley, Gorillaz, The Good the Bad & the Queen), e che potrà contare su di un arrangiamento d’archi curato da Van Dyke Parks, con John Cale a contribuire in un paio di brani, rimango quantomeno stupito, tre nomi altisonanti si scomodano per una band praticamente sconosciuta con all’attivo un solo (onesto) album d’esordio, che siano raccomandati?

Niente affatto, semplicemente Danger Mouse scorge nell’album d’esordio del trio londinese intuizioni che pungolano la sua fantasia, prende la band, ormai senza un contratto discografico, sotto la sua ala protettiva, ed invita il gruppo a registrare la loro seconda fatica negli Stati Uniti.

Il trio composto da Ulrika Bjorsne, Andrew Pettitt e David Farrell ha tra le mani una raccolta di splendide tracce di palpitante pop perforato da una bruma psichedelica di adorabile suggestione, l’apertura con Harmonia è la locandina dell’album, un delizioso pop imbottito di barbiturici molto vicino ai maestri Mercury Rev, la traccia successiva forse aiuta a comprendere cosa intendessero The Shortwave Set quando etichettarono la loro musica come “Victorian funk”, Glitches ‘n’ Bugs è costruita con la tecnica della sovrapposizione degli strumenti, intesa proprio come accumulo progressivo strumentale, ad ogni strofa si aggiunge un utensile ed improvvisamente ti ritrovi inghiottito nel chorus a muovere il sedere in un vortice freak dal coinvolgimento assicurato, riuscitissima anche Replica, dall’habitus indolente con un basso bordone che non può non far pensare, almeno per un attimo, ai Beatles di Tomorrow Never Knows (senza contare un passaggio di mellotron parente stretto di Strawberry Fields) con un'attitudine al tempo stesso scanzonata modello Kula Shaker e freak in puro stile Arcade Fire, l’album è un continuo rimando di citazioni, un cut and paste forsennato in cui si alternano strumentazione standard ed incursioni elettro, tutto elaborato con gusto e reso appetibile da una produzione accurata.

Detto ciò House Of Lies potrebbe essere un inedito di Lennon solista con Van Dyke Parks in sostituzione di Phil Spector, Now Til ’69 intonata a due voci con chitarre saturate con misura, carezza il Bowie di un famoso brano di Lodger, mentre il singolo No Social è la giusta scelta per fare da traino ad un album mai tedioso, prova ne è il convincente finale, la delicatezza sixties di Yesterdays To Come arricchita da un incredibile arrangiamento d’archi, I Know…una mistura di Air, Goldfrapp e Charlotte Gainsbourg, e Sun Machine, in cui riescono a convivere mondi lontanissimi, quali il lounge pop retro-modernista dei Saint Etienne su di una linea melodica che ricorda in alcuni passaggi un superclassico dei Doors (!), l’ultimissima The Downer Song…la canzone del sedativo, del punto più basso, canto corale dal mantra assillante “there’s something wrong, there’s something wrong…”, certo è che nelle undici tracce di Replica Sun Machine non c’è “nulla di sbagliato”, è tutto perfettamente a posto, questo Replica Sun Machine è album che non offre punti deboli, questo Replica Sun Machine è una incantevole esperienza, non lasciatevene scappare alcuna sfumatura.

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Voto degli utenti: 7,5/10 in media su 12 voti.
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rael 8/10
rubens 8/10
krikka 9/10
REBBY 8/10
loson 8/10

C Commenti

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Enrico Venturi (ha votato 8 questo disco) alle 19:13 del 18 maggio 2008 ha scritto:

Non li conoscevo, ed era un peccato perchè mi sono subito diventati simpatici dopo i primi ascolti di questo album. Concordo sul giudizio finale e mi riprometto presto di andarmi ad ascoltare anche il loro esordio, che mi dicono essere persino meglio.

loson (ha votato 8 questo disco) alle 14:34 del 6 giugno 2008 ha scritto:

discone

Il Pontini qui ha sbancato: disco bellissimo! Mi dilungherei in paragoni e ricostruzione delle fonti, ma la recensione questo l'ha già fatto egregiamente!

REBBY (ha votato 8 questo disco) alle 19:03 del 9 giugno 2008 ha scritto:

Concordo con loson e se non fosse per House of lies (che proprio non reggo) sarei ancora più

abbondante.

Dr.Paul, autore, alle 12:52 del 10 giugno 2008 ha scritto:

nooo rebby non mi dare questa coltellata, eheh, nn ti piace quel brano? a me si, quei giri di basso suonato "alto"...ma non solo, e loson dilungati pure in paragoni se hai tempo, è un disco nel quale ci si puo trovare di tutto di piu!

REBBY (ha votato 8 questo disco) alle 17:13 del 10 giugno 2008 ha scritto:

Porta pazienza Dr. Paul, ma se non mi piace l'originale (Lennon solista) figurati ...

Comunque gran disco: le prime 7 (Skippando la 4)

le godo moltissimo!

Dr.Paul, autore, alle 20:43 del 10 giugno 2008 ha scritto:

certo comprendo perfettamente, era solo puor parler eheh, bye!!

fabfabfab (ha votato 6 questo disco) alle 14:20 del 5 luglio 2008 ha scritto:

Sarà che a me gli Air non sono mai piaciuti, sarà che neanche i Mercury Rev mi sono mai piaciuti, sarà che i Goldfrapp mi hanno sempre fatto addormentare... qui siamo solo un gradino più un su. Opinione personale, la classe c'è e si sente.

Dr.Paul, autore, alle 14:27 del 9 luglio 2008 ha scritto:

ma ne hai scaricata solo una, air e goldfrapp solo in un brano, 1 (uno), neanche cosi nettamente, solo per alcune sfumature...

fabfabfab (ha votato 6 questo disco) alle 15:38 del 9 luglio 2008 ha scritto:

Uh! Mi stai accusando di quella malattia chiamata "ascolto distratto e superficiale"? Per tua informazione non "scarico" praticamente nulla dal 1999, questo disco ce l'ho, non l'ho proprio "pagato" ma ce l'ho. Ammetto la colpa di non aver concesso troppi ascolti a questo disco, di questo mi scuso e prometto di riparare. Avrei dovuto aspettare un po' per il voto.

Dr.Paul, autore, alle 16:09 del 9 luglio 2008 ha scritto:

eheh ma no figurati, cmq neanche io scarico! tante volte ci dovesse leggere la GdF, non mi danno gusto i cd taroccati! e poi nn favebbevo bella mostva sugli scaffali delle mie stanze dipinte di blu cobalto! )

fabfabfab (ha votato 6 questo disco) alle 17:24 del 9 luglio 2008 ha scritto:

Ma io non scherzavo! Le (la) mie (mia) stanze sono grigio topo, e della guardia di finanza me ne pass' po' cazz', come diconi a Grenoble, però non scarico. La motivazione e lunga e soprattutto non interesserà.

Tornando al disco lo sto ascoltando ora, e devo ammettere che i riferimenti sono più ampi. Io gli Air li sento anche in altri brani ("House of Lies", ad es.), ma c'è di più. Probabilmente si distinguono per una sensibilità che "British" che non ho mai apprezzato o compreso. E' un po' il discorso affrontato con Loson (se non ricordo male), stupito di come si potesse apprezzare Sufjan Stevens più dei Divine comedy.

Diciamo che il voto non cambia. Semplicemente non avrei dovuto esprimerlo.

Dr.Paul, autore, alle 17:39 del 9 luglio 2008 ha scritto:

ah si ricordo about sufjan, certo se sei filo-americano lascia perdere, io spesso mi sento piu vicino all'europeismo diciamo cosi, proprio come sonorità, poi chiaramente ci sono eccezioni e bla bla bla...

rael (ha votato 8 questo disco) alle 11:02 del 19 settembre 2008 ha scritto:

scorre che è una bellezza!