Cccp
Affinità-Divergenze Fra Il Compagno Togliatti e Noi
A partire dal 76 una nuova generazione di musicisti compì una tra le più grandi rivoluzioni della storia della musica rock: la ribellione contro i tecnicismi fini a se stessi a cui era giunto il progressive rock e la conseguente invenzione del punk. La cosa però non poteva durare più di tanto, si trattava più di una scintilla che di un incendio.
Lincendio vero e proprio arrivò grazie allevoluzione del semplicismo rivoluzionario del punk nelle sonorità più complesse ed ambiziose della new wave. I Television, i Talking Heads, i Cure, i Pere Ubu, i Devo, tanto per citare i più noti, partendo dallimmediatezza punk, svilupparono un nuovo filone che avrebbe segnato levoluzione di tutta la musica rock (e non solo) successiva. LItalia non restò in disparte rispetto a questo fermento culturale, riuscendo infatti a partorire tre gruppi fondamentali: i Litfiba, i Diaframma e i Cccp.
Se i primi due ebbero grande rilevanza a livello nazionale, i Cccp, formatisi in Germania, furono in grado di reggere il confronto con molti artisti europei dellepoca. In particolar modo, il loro "Affinità e Divergenze Fra Il Compagno Togliatti e Noi - Del conseguimento della maggiore età" del 1986, è un vero capolavoro della new wave europea, capace di fondere unavanguardia senza pretese intellettualoidi con limmediatezza del punk rock.
CCCP, la prima traccia di questo album, esordisce con un lento giro di basso che presto sfocia in un velocissimo pezzo punk, sorretto da un drumming martellante e dominato dalle declamazioni del profetico poeta underground Giovanni Lindo Ferretti.
Curami assume toni decisamente più new wave, o meglio post punk: veloce e diretto, come da manuale. Lo xilofono dona quel tocco di melodia capace di rendere tanto attraente questo pezzo. Tutto potrebbe benissimo continuare e concludersi così, con chitarra e basso lanciate a velocità sostenuta, ma i nostri Cccp non vogliono essere banali, vogliono dare fastidio. Così, con una brusca frenata, anticipata dalle divagazioni chitarristiche di Zamboni arriva la volontà di turbare lascoltatore, di non permettergli di illudersi di arrivare alla fine del brano in santa pace, ripetendo fino alla nausea il verso solo una terapia. Il tema iniziale però ritorna per accompagnarci alla traccia successiva.
Linizio di Mi Ami è caratterizzato da una folkeggiante e sbarazzina melodia, che però ci sputa in faccia scomodi versi : unerezione triste per un coito molesto, spermi indifferenti per ingoi indigesti.... Finita la licenziosa declamazione ecco che il punk riprende forma e il volgare Ferretti si ritrasforma in quel gran poeta che in realtà è, con i suoi versi a metà strada tra il sacro e il profano.
Ed ecco uno dei primi grandi pezzi dellalbum, Trafitto, che si apre con sonorità più intimiste e malinconiche, rese così preziose dal testo di Ferretti: nellera democratica simmetriche luci gialle/ e luoghi di concentrazione/ nellera democratica strade lucide di pioggia/ splende il sole fa il bel tempo . Come al solito la velocità è destinata ad aumentare, amplificando anche lintensità dei versi successivi.
Valium Tavor Serenase è quasi hardcore, con chitarre graffianti ai massimi livelli ed una batteria più martellante che mai. Ma non sono davvero concesse né regolarità né banalità in questo album: ecco che un inaspettato motivetto folk irrompe scomodo, con il cantante che intona canzoni da osteria romagnola.
Morire stacca bruscamente dalla vivace traccia appena ascoltata per donarci una delle canzoni più toccanti dellintero album, grazie ad un testo pregevolissimo ed intenso: esiste una sconfitta/ pari al venire corroso/ che non ho scelto io/ ma è dellepoca in cui vivo. Ideologia e introspezione si fondono per sfociare in un folgorante e agghiacciante cambio di ritmo, delineato dal terribile monito del cantante: CREPA!CREPA!CREPA!
Noia ci offre un grandioso pezzo impressionista. Cupo come mai il brano procede rendendo sempre più tangibile il senso di noia, lennuie tanto cara a poeti come Rimbaud e Baudelaire, e tornata a tormentare la generazione new wave: è un percorso laterale/ una fluida divinità/ una convergenza stilistica/ con il primitivo preistorico/ è lattualità. Il finale rende più concreto il pezzo grazie ad un bellissimo giro di basso e ad effetti sonori stranianti.
Si ritorna alla velocità post punk con Io Sto Bene, brano costruito da un grande Negri al basso, da una chitarra tagliente e rapida che riesce con efficacia a descrivere il vuoto esistenziale che molti giovani degli anni 80 potevano sentire attorno a se: non studio non lavoro non guardo la tv/ non vado al cinema non faccio sport/ io sto bene io sto male io non so/ cosa fare.
Si ritorna a quei toni cupi così fondamentali per questo album con allarme. Il basso è lento e ripetitivo, la voce di Lindo Ferretti è distaccata e in disparte, poi però con larrivo della chitarra distorta e le invocazioni del cantante, il tutto si fa instabile, e per questo più attraente ed intenso. Una fisarmonica contribuisce a dare un tocco sinistro al pezzo. Sempre sorretta da un pregnante uso del basso la traccia prosegue in un crescendo sfociando nel verso muore tutto, vivi solo tu ripetuto tra i rumori distorti della chitarra. È linizio della fine e che fine!
Lultima traccia, Emilia Paranoica, è il capolavoro assoluto dellalbum, nonché capolavoro della new wave europea. Urla stridule introducono il pezzo seguite da un basso lentissimo e tetro e da un drumming claustrofobico: siamo già intrappolati in questo gioiello oscuro. Ferretti declama una mesta poesia, con alcuni tratti di denuncia: bombardieri su Beirut , le chitarre si fanno sempre più vicine e graffianti, e dopo quattro colpi assestati violentemente la velocità aumenta in unorgia di suoni, per introdurre il primo grande assolo di basso. Fine del primo atto. Il tutto riprende come prima, ma lascoltatore ora vuole di più e non verrà deluso. Un secondo grandissimo giro di basso porta alla seconda parte del pezzo, quella più intensa. Dopo un falso finale il basso si ripropone per poi lasciar spazio allassolo immancabile di chitarra. Aspetto unemozione sempre più indefinibile canta Ferretti accompagnandoci in questo modo alla bellissima conclusione del brano di un album che ha elevato il rock italiano a livelli davvero degni di nota.
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