V Video

R Recensione

9/10

Mission Of Burma

Vs.

L'anno di grazia per l'hardcore americano, agli occhi del sottoscritto, appare chiaramente il 1982: in quell'anno escono dischi imprescindibili come "Record" dei Fear, "Mommy's Little Monster" dei Social Distortion, "Generic" dei Flipper, "Walk Among Us" dei Misfits, "Miami" dei Gun Club e "Vs" dei Mission Of Burma, dischi che hanno poco a che fare con il gusto della massa ma moltissimo con il prosieguo della storia di uno dei generi più osannati dal pubblico di "nicchia". L'ultimo dei suddetti è, però, a detta di chi scrive, forse il più innovativo del mazzo: mistione unica di punk, elettronica, rudimentale ma corposa avanguardia, power pop dei più convenzionali e avventurose quanto fugaci esplorazioni in territori folk e jazz, "Vs" può ben dirsi il capolavoro definitivo del primo hardcore a stelle e strisce, l'esatto punto di demarcazione tra quest'ultimo e il suo "post".

"Trem Two", la traccia numero tre, sorta di raga psichedelico dall'andamento quasi circolare, è riassuntiva di tutto questo; difficile parlare di hardcore puro e semplice per una traccia che di frenetico, brutale e assordante non ha assolutamente nulla. Che dire, poi, di "New Nails", in cui timidamente fanno capolino le sperimentazioni ai nastri di Martin Swope, l'anima elettronica e intellettualistica del collettivo, che si produce in un colto esercizio di distorsioni vocali pervase da un tremolio chitarristico che ha quantomeno del sinistro? Vengono poi alla mente i Minutemen nel funk-jazz di "Fun World", il quale è in ogni caso uno degli esercizi più "punk" in senso tipico dell'intero lotto.

Ascoltando "Weather Box" il riferimento immediato è, invece, ai Devo e alla loro strampalata new wave marziale e cadenzata, decostruita e sconnessa.

Si sorride o quasi quando parte "That's How I Escaped My Certain Fate", caratterizzata da un giro di basso che nella prima parte suona quasi magniloquente, ma che ben presto viene sostituito da un andamento da cartone animato nipponico. Ebbene sì: questi sono i Mission Of Burma. La band di Roger Miller già da queste poche prove può ben dirsi uno degli ensemble più arditi e coraggiosi, anche quando, in un pezzo dal sapore romantico come "Forget", decidono di optare per un power pop elastico e vigoroso alla Flamin Groovies.

Le armonie articolate dei due brani iniziali ("Secrets" e "Train") non appaiono, così, per nulla fuori luogo: tutto è funzionale a creare straniamento in un ascoltatore che si aspetta di udire urla lancinanti alla Derby Crash, invettive politiche furiose alla Johnny Lydon, o riff spaccatimpani alla Glenn Danzig. Nei Burma non vi è niente di tutto questo: l'impressione che se ne ricava è di una formazione in preda all'ansia esistenziale guardata quasi con distacco e senza particolare partecipazione emotiva (ascoltare la prova canora di Miller in "Learn How" e "Mica" per rendersene conto appieno). Il disco va in gloria con "Progress" e con la sua coda dal sapore malinconico, e se ne vanno verso la gloria anche i Mission Of Burma, se non altro verso la gloria sotterranea.

Impossibile, infatti, citare tutti i gruppi o musicisti influenzati nelle generazioni successive da quest'opera: appunti solidi e utilissimi ne prenderanno Husker Du, Pixies, Nirvana e, in generale, un pò tutto il postcore americano dei Novanta. "Vs" rimane, a tutti gli effetti, una perla nascosta nell'Olimpo dei dimenticati.

V Voti

Voto degli utenti: 8,6/10 in media su 15 voti.
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Lux 8/10
Noi! 7/10
loson 9/10
plaster 7,5/10
Cas 9,5/10
LucaP 8/10
K.O.P. 9,5/10

C Commenti

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Lux (ha votato 8 questo disco) alle 17:26 del 11 aprile 2008 ha scritto:

Già, per questo è un gran disco.

Alessandro Pascale (ha votato 9 questo disco) alle 13:26 del 7 luglio 2008 ha scritto:

disco immenso

senz'altro uno dei capolavori del periodo. Quando devo definirlo musicalmente faccio francamente un pò fatica. L'hardcore è ridotto al minimo e quasi cancellato. Le chitarre spaziano tra punk e power pop. Sonorità post-punk sono abbondanti ed evidenti ma spesso sembra per l'appunto di sentire cose già post-core. Un pizzico di elettronica qua e là e il frullato è fatto. Che disco impressionante.

maracio (ha votato 8 questo disco) alle 12:19 del 30 marzo 2010 ha scritto:

Ottima recensione per un gruppo che avrebbe meritato maggiore notorietà.

paolo gazzola (ha votato 10 questo disco) alle 18:08 del 29 aprile 2010 ha scritto:

Qui dentro c'è praticamente tutto l'indie dei novanta. Disco incredibile.

loson (ha votato 9 questo disco) alle 10:21 del 5 dicembre 2012 ha scritto:

Forse l'unico disco di derivazione hardcore-punk che adoro. Scrivo "di derivazione" perchè lo stile qui è mutante oltre ogni limite. Si potrebbe quasi affermare che i Mission Of Burma hanno rappresentato per l'hardcore a stelle e strisce quello che i This Heat hanno rappresentato per la new wave, o gli Henry Cow per il R.I.O.

FrancescoB (ha votato 8 questo disco) alle 10:10 del 25 dicembre 2012 ha scritto:

Capolavoro del rock alternativo. Spregiudicato e vitale come pochi altri. Recensione notevole.

K.O.P. (ha votato 9,5 questo disco) alle 18:22 del 14 marzo 2017 ha scritto:

Veramente un signor album! Fondamentale per gli anni 90 e altre band anni 80 come già scritto nella fece (ben fatta tra l'altro). L'unica che non mi piace è Dead Pool. Non la mando proprio giù

baronedeki (ha votato 9 questo disco) alle 17:32 del 16 marzo 2017 ha scritto:

Album che merita un voto alto solo per il tentativo di innovazione in un genere musicale abbastanza limitato anche se di canzoni memorabili c'e ne sono veramente poche avra' influenzato qualche band ( Husker Du Pixies) ma niente di più . Husker Du e Pixies anni luce migliori di loro .

K.O.P. (ha votato 9,5 questo disco) alle 18:32 del 16 marzo 2017 ha scritto:

Le canzoni memorabili sono nell'EP!

baronedeki (ha votato 9 questo disco) alle 19:48 del 16 marzo 2017 ha scritto:

Academy fight song e That's when i reach for my revolver questi si sono memorabili ma il resto idem con patate .

K.O.P. (ha votato 9,5 questo disco) alle 21:01 del 16 marzo 2017 ha scritto:

Bastano ahah