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R Recensione

6,5/10

Mode Moderne

Occult Delight

«Oh mercy for the ones like me who see the world in colours three: black, gold, too often grey»

Il derivativo che piace. Al secondo disco, i canadesi Mode Moderne proseguono una rilettura filologica del post punk anni ’80 e delle sue derivazioni post-Smiths, con un livello di originalità pari allo zero ma con un gusto melodico non comune – che in questi ambiti conta, e non poco. In effetti la declinazione che il quintetto dà al proprio revival è piuttosto vicina a sfumature jangle pop, nonostante qualche giochino qua e là con l’elettronica (“Thieving Baby’s Breath”, molto primi Editors) e una passione per gli ammicchi dark (vd. la copertina) che potrebbero far pensare a una vicinanza ai recessi new wave più maledettisti e gotici. La realtà è che questo è un disco decadente fino al midollo, e cerca di incarnare qualsiasi attitudine che in quel paradigma può inserirsi.

Le cose migliori sono quelle che al chitarrismo tenebroso uniscono tastiere eteree in aria di cimitero: come facevano, negli anni d’oro del revival post punk (10 anni fa, dunque: già, argh), i rimpianti Stellastarr (“Grudges Crossed”, “Unburden Yourself”), giocando come loro sul sostegno di una voce femminile a quella impostata e dandy di Philip Intile. Dove poi si aggiunge un violino (suonato dalla madre della tastierista) e si trova una melodia esanguemente romantica sopra arpeggi immersi nella nebbia, i Mode Moderne raggiungono il proprio zenit; succede, non a caso, nella title-track, piccola perla di decadentismo senza tempo, poco sopra l’altro bijoux, più geometrico e tagliente, del disco (“Severed Heads”).

Altrove Morrissey incombe pure troppo (“Time’s Up”, “Baby Bunny”), e se il suo santino è messo da parte è per dedicarsi al dance-to-Joy-Division anni zero (“She, Untamed”) o al più sghembo accento psichedelico noir in stile Crystal Stilts (“Come Sunrise”), prima della conclusione in una ballata di gloria dark ("Running Scared").

Non c’è una cosa che esca dal già-sentito, ma non c’è una cosa che non si faccia riascoltare volentieri.

V Voti

Voto degli utenti: 7/10 in media su 1 voto.
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Cas 7/10

C Commenti

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Cas (ha votato 7 questo disco) alle 19:19 del 21 dicembre 2014 ha scritto:

ripescato all'ultimo! bello, mi piace... ci sento tutto quello che dici tu, più qualche rimando ai Merchandise, soprattutto con il loro ultimo After the End, con cui questo Occult Delight fa splendidamente coppia