R Recensione

7/10

The Futureheads

This Is Not The World

La storia è di quelle già sentite: la sindrome del secondo album, che dopo un esordio accolto con ogni favore dalla critica porta a litigi, licenziamenti e a volte allo scioglimento di un gruppo. I Futureheads dopo il mezzo passo falso di "News and Tributes" sono stati cacciati dalla casa discografica e c'è stata la forte possibilità che il gruppo finisse lì la propria corsa. Per fortuna non è stato così, visto che il quartetto di Sunderland ha fondato una propria etichetta (la Nul Records) per la quale esce questo nuovo "This Is Not The World".

E per l'occasione i ragazzi si sono dati a ciò che gli riesce meglio: canzoni frenetiche - che devono molto sia ai Clash che al post-punk - che difficilmente cambieranno il mondo ma che si lasciano ascoltare (e memorizzare) più che volentieri. Le coordinate sono tornate quelle del primo album: batteria serrata, chitarre distorte e una sensibilità pop tipicamente britannica che li accomuna a illustri predecessori come i Gang of Four. Ci pensa "The Beginning of the Twist" a mettere subito le cose in chiaro: il gruppo ha ancora qualcosa da dire, anche se qui e altrove i testi a volte tradiscono qualche ingenuità ("I want a girl who doesn't like to dress to impress / A girl with a radio heart", dal singolo "Radio Heart").

Se non ci si può lamentare della qualità media dell'album, è la sua seconda metà che incuriosisce maggiormente: il ritmo non rallenta, ma si cercano soluzioni nuove ("Hard To Bear", forse l'unico brano riflessivo di questa raccolta) e laddove si guarda al passato non si perde la freschezza e l'energia che fecero la fortuna del loro omonimo esordio ("Broke Up the Time"). Certo, a volte si esagera con i coretti ("Work Is Never Done") e inevitabilmente una sensazione di già sentito si fa strada ("Everything's Changing Today"), ma pezzi come "Sleet" (quasi i Franz Ferdinand sotto anfetamine) e l'orecchiabile "See What You Want" compensano le mancanze di un gruppo che - comprensibilmente - a volte dà la sensazione di cercare più di compiacere il pubblico che di seguire la propria ispirazione.

Sicuramente la strada scelta è quella (al momento) meno rischiosa: "News and Tributes" era forse più sincero, ma era l'immagine di un gruppo che aveva le pile prematuramente scariche. Questo "This Is Not The World" contiene singoli perfetti (merita una citazione anche "Think Tonight") e nessuna caduta di tono nei suoi 40 minuti scarsi; occorerà però verificare se si è trattato di un fuoco di paglia o se i ragazzi hanno ancora voglia di divertirsi e divertire.

V Voti

Voto degli utenti: 5,5/10 in media su 2 voti.
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target 5/10
REBBY 6/10

C Commenti

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target (ha votato 5 questo disco) alle 9:44 del 16 luglio 2008 ha scritto:

The beginning of the fall

Io, al contrario, l'ho trovato un disco insulso e sciapo, senza nulla dell'eccentricità sgangherata e incisiva del debutto. Suonano come i (peggiori) Bad Religion costretti a fare cover dei (peggiori) Franz Ferdinand. Salvo dal mazzo solo la prima canzone.

REBBY (ha votato 6 questo disco) alle 11:02 del 16 luglio 2008 ha scritto:

Anche per me The beginning of the twist è la

migliore del lotto