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R Recensione

7,5/10

Lorenzo Feliciati & Colin Edwin

Twinscapes

Ho sviluppato una personale teoria che mi porta a prestare particolare attenzione agli album che hanno per titolari dei bassisti: spesso nascondono belle sorprese, non solo sul piano ritmico, ed in genere presentano una cura nella struttura delle composizioni che ricorda il lavoro di progettazione di un architetto. Su Twinscapes i bassisti all'opera sono addirittura tre, l'italiano Lorenzo Feliciati, nome di punta di RareNoise, già visto e sentito all'opera con Naked Truth e Berserk!, l'australiano Colin Edwin, membro dei Porcupine Tree, ed il bass magician Bill Laswell, che ha curato il missaggio del lavoro, registrato nel sud dell'Inghilterra la scorsa primavera. E la teoria trova piena conferma, a partire dalla innovativa ed azzeccata scelta di fare totalmente a meno delle chitarre, per assegnare agli eloquenti bassi dei co-leader, in chiave ritmica e solista, il ruolo di protagonisti assoluti nel disegno di un panorama musicale che spazia fra diverse influenze, adottando come fattor comune i trascorsi prog di Edwin, il dub di Laswell, il tiro funk di Feliciati, insieme ai contributi degli ospiti Neils Petter Molvaer alla tromba, Peter Jackson, storico membro dei Van Der Graaf Generator, al sax, e le percussioni di Andi Pupato e Roberto Gualdi

Nel corso delle undici composizioni scorre una buona parte dell'immaginario musicale che sta diventando una sorta di marchio di fabbrica dell'etichetta londinese, e che in questo progetto, accanto ai recenti di Berserk! e Mumpbeak, mi sembra trovi una dalle sintesi più significative e riuscite, fondendo i materiali di partenza per creare un amalgama dalla forte identità e ricco di spunti di interesse. "Shaken" parte con un pattern elettronico ripetuto e si sviluppa su una bella progressione prog che farà felici i fan dei King Crimson, "In Dreamland" sparge echi dub su una sinuosa linea di basso, mentre i due pezzi con Molvaer, "Transparent" e "Sparse", richiamano gli scenari ambient nei quali la tromba effettata del norvegese è a casa propria, ed il contributo di Jackson sposta temporaneamente "i-Dea" verso il jazz speziato di elettronica che tanti anni fa fu invenzione dei Weather Report. Personalmente ho una predilezione per gli episodi più ritmati, dove la somma di elementi ritmici porta in alto la temperatura del lavoro e proietta la percezione verso soglie di interessante alterazione: succede nella sarabanda di percussioni tribali e bassi di "Breath Sketch", nella meccanica elettronica di "Conspiracy" e nella ipercinetica "Perfect Tool", sorta di dance aliena e schizzata. Ma la scelta è davvero ampia e non si rischia di deludere nessuno che ami almeno una delle tante suggestioni evocate. 

Alla faccia, per una volta, di chi parla male degli architetti.

 

V Voti

Voto degli utenti: 7/10 in media su 3 voti.
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ciccio 8/10
andrea-s 5,5/10

C Commenti

Ci sono 4 commenti. Partecipa anche tu alla discussione!
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Marco_Biasio (ha votato 7,5 questo disco) alle 13:28 del 28 febbraio 2014 ha scritto:

Un gran bel disco, estremamente inventivo. Bellissima iDea con il sax di David Jackson, ma il resto non è da meno - specie dove si fa più slabbrato ed elettronico. La migliore uscita RareNoise da Berserk!.

Utente non più registrato alle 13:13 del 5 marzo 2014 ha scritto:

Ed è sempre dal prog che continuano a passare le cose migliori e più interessanti......

Utente non più registrato alle 11:27 del 18 febbraio 2017 ha scritto:

Bellissimo il concerto di ieri a Padova che apriva il prog festival...ebbene si...

La presenza stabile del tentacolare batterista Roberto Gualdi, l'inserimento del violino di Andrea Bassato e i diversi arrangiamenti, hanno donato a questo prog originale e strumentale, nuova energia ben più che sul disco.

Annunciato per il 2018 il nuovo disco.

Utente non più registrato alle 12:05 del 18 febbraio 2017 ha scritto:

...e dopo aver scoperto il reale significato di Perfect Tool, le dediche sono scattate automatiche