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R Recensione

7/10

King Crimson

In The Wake Of Poseidon

In The Wake Of Poseidon” è il secondo album dei King Crimson, e ricalca in tutto e per tutto l'album che l'ha preceduto (“In The Court Of The Crimson King”), cominciando dalla similitudine del titolo per finire ai contenuti.

Il disco vede un cambio di formazione rispetto al precedente: Robert Fripp, chitarrista geniale, vero padrone del marchio Crimson, guida naturalmente il gruppo. Dietro i tamburi viene riconfermato Mike Giles; il basso è nelle mani di Peter Giles, mentre Greg Lake, precedente bassista, si limita a cantare e neanche tutti i pezzi. I brani non cantati da Lake sono interpretati da Gordon Haskell, che nel disco successivo prenderà anche il basso. Ai fiati viene chiamato Mel Collins mentre dal mondo del jazz arriva Keith Tippet al pianoforte.

L'album si apre con una breve introduzione di sola voce, “Peace - A Beginning”, che sfocia nel brano “Picture Of A City”, vero clone della “21th Century Schizoid Man” del primo album (di cui peraltro non possiede la stessa intensità), cantata con grinta da Lake.

A seguire “Cadence And Cascade”, delicata ballata cantata da Haskell che a sua volta fa riferimento alla “I Talk To The Wind” del disco precedente. Quarta traccia è “In The Wake Of Poseidon”, maestosa, struggente e barocca che invariabilmente richiama i contenuti del primo album, nella fattispecie il brano “Epitaph”.

Dopo una ripresa del tema iniziale, “Peace - A Theme”, questa volta eseguito con la sola chitarra acustica, si arriva finalmente ad un brano che non ha legami col passato, anzi pesca a piene mani nel mondo del jazz, e qui l'influenza di Keith Tippet è palese. Il pezzo s'intitola “Cat Food”, cantata con la solita maestria da Lake. E' un brano di difficile assimilazione: le dissonanze che lo arricchiscono non sono certo adatte a tutte le orecchie.

Ma ben più ostico è il brano successivo “The Devil's Triangle”, un pezzo che è l'inizio degli sperimentalismi sonori di Fripp che troveranno sfogo nei dischi successivi non solo dei Crimson ma anche in quelli delle varie collaborazioni nelle quali Robert Fripp si troverà coinvolto spesso. “The Devil's Triangle” è un pezzo oscuro, inquietante, quasi drammatico in un crescendo parossistico dopo il quale il pezzo finale arriva come una liberazione.

Il disco si chiude con l'ennesima ripresa del tema iniziale: “Peace - An End”, per contrasto arioso ma un po’ nostalgico. Voce e chitarra acustica insieme dipingono un breve quadretto malinconico che va a chiudere un album di buona fattura ma sicuramente inferiore a quello che l'ha preceduto.

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Voto degli utenti: 8,1/10 in media su 33 voti.

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bart (ha votato 7 questo disco) alle 15:04 del 14 settembre 2010 ha scritto:

Sono d'accordo

Disco sicuramente inferiore a quello che l'ha preceduto. I primi tre pezzi, pur belli, sono un copia e incolla di quelli dell'album precedente. Cat food, se ascoltata bene, ricorda un pò Come Together dei Beatles. The devil's triangle è sicuramente il brano più interessante.

Marco_Biasio (ha votato 9 questo disco) alle 21:12 del 14 settembre 2010 ha scritto:

Cacchio, io continuo a non essere assolutamente d'accordo sull'assunto di base: ovvero quello di disco "fotocopia". Nella struttura ricalca certamente l'esordio (pezzo free jazz, ballata prog, lungo brano centrale) ma come sfumature lo sento davvero molto differente. Ad esempio: "21st Century Schizoid Man" è molto più acida di "Pictures Of A City", che ha un timbro decisamente più heavy. "I Talk To The Wind" ha un'impostazione decisamente più "fiabesca" di "Cadence And Cascade". Se proprio dobbiamo trovare una somiglianza, allora va bene "Epitaph" - "In The Wake Of Poseidon". Ma dove sono, nell'esordio, il jazz stonato di "Cat Food" o l'avanzare psichedelico di "The Devil's Triangle"? Per alcuni versi lo preferisco a ITCOTCK.

Paolo Nuzzi (ha votato 9,5 questo disco) alle 10:58 del 22 maggio 2015 ha scritto:

D'accordissimo con te, lo sto riascoltando in questi giorni, anche se lo ritengo di un pelo inferiore al sommo esordio, non ha nulla da invidiargli, anzi. Un altro capolavoro, senza dubbio.

bart (ha votato 7 questo disco) alle 21:36 del 14 settembre 2010 ha scritto:

Infatti questo disco non è proprio una fotocopia del primo, ma è molto simile nei primi tre pezzi. I KC hanno cercato di ripetere la magia dell'esordio, senza riuscirci. Per me i loro dischi migliori sono, apparte ITCOTCK: Red, Island e Lark's.

Franco (ha votato 7 questo disco) alle 17:41 del 15 settembre 2010 ha scritto:

Mah...uno dei dischi più deboli di Fripp e soci, gli preferisco sicuramente il successivo (e non troppo considerato) Lizard.

galassiagon (ha votato 10 questo disco) alle 19:01 del 26 settembre 2010 ha scritto:

capolavoro.

swansong (ha votato 10 questo disco) alle 11:03 del 28 settembre 2010 ha scritto:

Quoto alla lettera il commento di Marco..per me meglio dell'illustre e splendido predecessore!

P.S. Marco, da buon amante dei Tool, pescati dal repertorio Crimsoniano "Discipline", non te ne pentirai..

galassiagon (ha votato 10 questo disco) alle 14:27 del 17 ottobre 2010 ha scritto:

Non direi meglio del predecessore, ma allo stesso modo un capolavoro. L'idea di ripetere pari pari la scaletta dell'esordio (almeno nel primo lato) secondo me è geniale.

Ha dalla sua un fascino magico che forse solo Island possiede.

dalvans (ha votato 8 questo disco) alle 14:57 del 23 settembre 2011 ha scritto:

buono

Buon disco

TheRock alle 8:53 del 23 febbraio 2012 ha scritto:

A me in vero questo sembra anche meglio delm primo, perchè è più vario e movimentato.

classicsor (ha votato 9 questo disco) alle 23:28 del 30 agosto 2013 ha scritto:

disco meravigioso, assolutamente, di netto inferiore a In the court of the crimson kin, il precedente, ma moooolot graidbile, diciamo che è il secondo e ultimo disco della prima "fase" di sound dei king del grande Robert Fripp! disco da 9!

Giuseppe Ienopoli (ha votato 8 questo disco) alle 17:17 del 22 maggio 2015 ha scritto:

... considero "In The Wake Of Poseidon" uno dei brani più epici dei Crimson ... senza dubbio il mio preferito per la sua peculiarità sinfonica e corale, nonostante l'interpretazione vocale "da turnista" risulti poco convincente e la batteria finisca per infastidire per l'insistenza del rullante impegnato quasi in "un duello" disperato con il mellotron di Fripp.

La quarta traccia rimane per struttura e atmosfera ( n.d.r. Nursery Cryme) la più genesisiana di tutto il primo periodo dei King ... un vero capolavoro se fosse stata ritmata da Collins, "keyboardata" da Banks e soprattutto interpretata da Gabriel ... ma questa è tutta un'altra storia ... !

Utente non più registrato alle 21:06 del 22 maggio 2015 ha scritto:

Disco molto bello che inevitabilmente paga il "confronto" con il travolgente impatto sonoro di In the Court... e risente della scarsa sintonia all'interno del gruppo.

Il contributo di Mel Collins e Keith Tippet è fondamentale per le soluzioni jazz che risulteranno ancora più evidenti nei dischi successivi.

The Devil's Triangle è probabilmente il brano migliore e si basa sulla citazione di un movimento dei Pianeti di Gustav Holst.

Mushu289 (ha votato 8 questo disco) alle 14:22 del 6 settembre 2015 ha scritto:

alcuni pezzi sono delle fotocopie del primo album se pur molto buoni lo stesso, altri più sperimentali con una vicinanza al jazz maggiore rispetto al predecessore, The Devil's è il pezzo più sperimentale dell'album ed è superbo, ottimo