Mars Volta
De-Loused In The Comatorium
Proprio quando si cominciavano a segnalare gli At The Drive-In come nuova realtà della scena musicale, il gruppo si sciolse e nacquero, da una parte, gli Sparta, mentre Cedric Bixler (voce) e Omar Rodríguez-López (chitarra) diedero vita ai Mars Volta, con sonorità del gruppo originale e contemporaneamente con prospettive musicali ampliate.
L'album è un concept che ruota intorno ad un loro amico che, suicidandosi, prima di morire, entrò in coma (e pensare che proprio uno dei componenti del gruppo, il manipolatore del suono Jeremy The Boardman Ward è stato trovato senza vita il 25 maggio a Los Angeles poco prima dell'uscita del disco... triste coincidenza).
L'etereo intro, Son Et Lumière, sfocia come un fiume in piena in Inertiatic ESP che fa risaltare subito la caratteristica principale del gruppo: nervosi inizi seguiti da relativa calma per poi irrompere nuovamente con psichedelici assolo di chitarra. La devastante Roulette Dares (This Is The Haunt), infatti, alterna lento e veloce, raffinato e furioso.
Seguono Drunkship Of Lanterns, con atipiche percussioni e velocissimi tocchi di chitarra quasi jazz, e Eriatarka, che inizia con atmosfere rilassate per poi alternare di nuovo stoppate e accelerazioni.
In Televators la chitarra diventa acustica costruendo con l'aiuto dell'elettronica una ballata dal pathos che lascia il segno. Ma è con Cicatriz ESP che il gruppo si supera: 12 minuti di futuro del rock che non si usavano più dagli anni '70. Chitarra latina, psichedelia alla Pink Floyd, suoni progressive, ambient, per concludersi con un finale santaneggiante (del Santana di Abraxas, però).
L'album si conclude con Take The Veil Cerpin Taxt che lascia spazio all'improvvisazione giungendo, a tratti, alla confusione, se non fosse che i membri riescono ad amalgamare il prorpio strumento con quello degli altri in maniera impeccabile anche volendo, ognuno, esprimere qualcosa di personale.
Dopo la morte di Jeremy Ward il futuro dei Mars Volta è incerto... speriamo di non dover perdere, dopo gli At The Drive-In, anche loro, grandi musicisti tanto legati alla tradizione quanto proiettati verso confini inesplorati.
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