R Recensione

4/10

Muse

The Resistance

Esce il nuovo disco dei Muse e dopo averlo ascoltato non posso non ripensare al mio vecchio coinquilino Marco Pica. Per il suo cognome a volte lo pigliavamo per il culo con penosi giochi di parole come Pica-ciù! ma essendo egli ribattezzato anche Black Macigno (un po’ per la stazza e rozzezza nel ruolo difensivo a calcetto, un po’ per le simpatie destroidi) si stava bene attenti a non esagerare buttandola sempre su una contenuta giovialità.

Ma perché mi viene in mente il caro Pica? Perché musicalmente aveva tre passioni principali: i Dream Theater, gli Yes e i Muse. Progressive a manetta insomma, e in questo quadro vien da dire che in fondo in fondo i Muse all’epoca erano un po’ l’anomalia sonora del mio coinquilino, che nonostante certi barocchismi di fondo li si poteva ancora emancipare dalla turpe congrega di rockettari sparapippe di una volta. Invece pare proprio che con The Resistance il cerchio si chiuda, e stavolta una volta per sempre.

Se Black holes and revelations lasciava ancora intravedere alcuni sprazzi di lucidità e si salvava a mio modesto parere per le notevoli parti strumentali nonché per una certa autoironia di fondo (ve lo ricordate quel video fanta-western di Knights of Cydonia?) The Resistance perde clamorosamente il confronto, con l’ennesima svolta che pare il segnale di una netta perdita di senno e lucidità. Il problema più grosso è sempre lo stesso, in via sempre maggiore dai tempi del discreto Absolution: la voce di Bellamy. Bella per carità, ma totalmente incapace di tenersi a freno, di misurarsi, talmente invadente ed esuberante da togliere spazio alla base strumentale che per la prima volta sembra mostrare una drammatica crisi di idee e inventiva.

Le conseguenze di tutto ciò sono una serie di tremendi pastiches sonori ora all’insegna della rielaborazione passatista ora del barocchismo più ridondante e molle. E dire che il disco non inizia del tutto male con l’elettro-pop suadente di Uprising, a metà tra la decadenza glam di Bowie e un groove tamarrissimo che diverte facendo passare in secondo piano una certa mediocrità di fondo. Sensualità e ‘80s sono più o meno gli stessi elementi che si ritrovano in Undisclosed desires, brano in cui si tenta una difficile conciliazione delle intense atmosfere alla Depeche Mode con lussuriosi sprazzi di rhythm’n soul.

A questa manciata di mediocrità si contrappone l’imperioso prog-rock sinfonico di Resistance, che apre il revival dei Queen intrapreso per l’occasione dal gruppo. Dei brani “contaminati” questo è senz’altro il migliore, grazie ad una base sonora massiccia e imponente che si accompagna a un cantato particolarmente ispirato. Completamente diverso il risultato in United States of Eurasia (+ Collateral damage),incredibile plagio (non venite a parlare di omaggio per piacere) della Bohemian Rhapsody dei Queen, cui vengono aggiunte fantasie armoniche arabeggianti, un delirante sottotesto orwelliano ed escursioni pianistiche romantico-ottocentesche. A tratti compare perfino la chitarra di Brian May, la quale ricompare nettamente pure nell’assolo centrale di Guiding light, tremendo pastone che peraltro rubacchia l’attacco iniziale, l’incedere ritmico e l’amore per i synth alla Vienna degli Ultravox.

Arrivati al giro di boa la situazione non pare migliorare eccessivamente: Unnatural selection basa sette minuti su un groove zarro, atmosfere da noir-blues scadente e su un concentrato di vocalismo eccessivo. MK Ultra parte con un buon piglio elettrico ma poi ammorba per l’incostanza e la già più volte ricordata invadenza di Bellamy. Nel momento in cui si esce dal clima epico ecco che l’aria torna a essere respirabile, così il giochino rétro di I belong to you appare simpatico ed elegante. Bellamy riesce a trattenersi e a non danneggiare troppo la dolcezza dello spezzone orchestrale di Saint-Saens.

Il finale Exogenesis è probabilmente l’operazione più ambiziosa: una suite sinfonico-orchestrale divisa in tre parti in cui far emergere sonorità rock decadenti. E c’è da dire che l’Overture è davvero notevole per l’ariosità della sua sezione strumentale, purtroppo rovinata dall’appoggio non richiesto di un cantato ampolloso e artificiale. Meglio sarebbe stato lasciar galoppare la fantasia strumentale da sola, così come meglio sarebbe stato astenersi dall’intervenire in Cross-pollination, la cui soave classicità è devastata dalla brusca accelerazione decisamente fuori tono. Stesso discorso per Redemption che però nella sua semplicità è forse la cosa migliore del disco: un piccolo esercizio Schubert-iano che addolcisce un po’ l’animo dello scribacchino, anche se non riesce a procurare una completa redenzione per un disco opaco, esagerato, fuori calibro, in cui nessun tassello sembra perfettamente incastrato nel puzzle generale dell’album.

Tanti errori di valutazione, produzione e composizione segnano un brusco stop artistico per i Muse, che forse riusciranno a vincere commercialmente ancora una volta grazie alla facile presa dei motivi pro-Queen ma non eviteranno questo giro di essere messi sullo stesso pericoloso piano di altri “mostri sacri” come Dream Theater e Yes. Sono sicuro che a Pica piacerà anche questo disco. Un motivo in più per sfotterlo con soprannomi idioti.

Sito:  http://muse.mu/   Myspace: http://www.myspace.com/muse   Video:   Mini-Preview all tracks - http://www.youtube.com/watch?v=QKA8BAavoE8&feature=related   Uprising - http://www.youtube.com/watch?v=8EtkuHzBVFM   United States od Eurasia (+ Collateral Damage) - http://www.youtube.com/watch?v=0Ok0expLH1o&feature=related

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Voto degli utenti: 4,7/10 in media su 61 voti.

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target (ha votato 3 questo disco) alle 10:21 del 29 settembre 2009 ha scritto:

Deriva ampollosa, pacchiana, plasticosa, kitsch, ridondante, tanto più spiacevole se si considera che i tre sanno suonare eccome. Questo disco incarna tutto il rock che non mi piace. Ineccepibile Peasy ("Eurasia", pur volendo scimmiottare la rapsodia boema per teatralità e collage sonoro, nello specifico prende un passaggio pari-pari da "We are the champions" - lo stacco pre-ritornello - addirittura nella stessa tonalità).

clauderouges (ha votato 2 questo disco) alle 13:54 del 29 settembre 2009 ha scritto:

Veramente fastidioso. Solo in "United States of Eurasia" ho trovato (in ordine di apparizione): Tchaikovski, i Queen, un tema da Indiana Jones e una lunghissima ed inutile coda che ripropone un notturno di Chopin. E tirar fuori qualche idea vagamente originale invece di dare sfoggio di bravura?

Sor90 (ha votato 3 questo disco) alle 15:51 del 29 settembre 2009 ha scritto:

Orribile, autoreferenzialità a livelli disarmanti e citazionismo e fuori luogo. Inutile, poco ispirato, pacchiano e dio sa quante altre cose. Mancano buone parti strumentali, le poche melodie buone sono sommerse da arrangiamenti megalomani. E Bellamy che non la smette di intromettersi in momenti inopportuni. Tutti i difetti che si potevano trovare nei cd precedenti sono condensati qui. Eppure i Muse che riprendevano i Radiohead in Showbiz, pur derivativi erano capaci di fare ottime canzoni e anche le evoluzioni barocche e elettroniche dei successivi non deludevano. Indicibile "United States", che per altro amo canticchiare solo per il gusto di continuare con "wee are the champions..." Ottima recensione, in grado anche di rilevare i pochi spunti buoni.

dario1983 (ha votato 8 questo disco) alle 17:15 del 29 settembre 2009 ha scritto:

a me non dispiace. qualche scopiazzatura qua e la, un pò di plasticume ma tutto sommato è buono

hiperwlt (ha votato 3 questo disco) alle 18:05 del 29 settembre 2009 ha scritto:

già detto tutto sul forum. anche troppo

DucaViola alle 18:50 del 29 settembre 2009 ha scritto:

Vedo che vi è piaciuto molto sto disco. A parte le quattro stelle di dario il resto è quasi gogna nella pubblica piazza. Ma cosa ci si poteva aspettare da un gruppo di laccati fighattini come i Muse?

lev alle 18:57 del 29 settembre 2009 ha scritto:

credo sinceramente che questo disco sia di granlunga il migliore degli ultimi 150 anni!!!

dario1983 (ha votato 8 questo disco) alle 19:44 del 29 settembre 2009 ha scritto:

secondo me è una band di enorme talento che non è mai riuscita a trovare una propria identità. a tratti sembrano i radiohead, avvolte prog con derive quasi metallare, senza mai disdegnare il pop da classifica. adesso il pianismo e le citazioni al lmite del plagio dei queen. ogni volta sembra che si interessino ad un genere o ad un artista e successivamente incidono un disco per tributarli. ho già avuto questa sensazione in black holes and revelations. le quattro stelle le ho date per la loro preparazione strumentele che, non me ne vogliate, non è indifferente. fighettinismo a parte, ho trovano una precisa identità stilistica o scompariranno nella mediocrità di band-surrogato.

DucaViola alle 20:13 del 29 settembre 2009 ha scritto:

RE:

Sai come la penso io? Che arrivare ad avere la loro fama non è da molti, e che bisognerebbe anche meritarsela. Ce tanta gente al mondo che fa musica con un talento che loro neanche si sognano e non vengono passati in radio, non sono venduti nei negozi, non sparano video a raffica in tv... quindi a parer mio nessuna pietà per chi riesce a raggiungere una vetta tanto immensa e fa dischi come McDonalds fa i panini. la tecnica è importante solo nel caso in cui viene supportata dalle idee... la tecnica deve essere un mezzo e non un fine. Meglio sentire Neil Young che zappa sulla chitarra, meglio la sua voce imperfetta, irregolare, ma unica. Di gente che suona bene ce n'è a palate, la differenza la fa l'idea.

dario1983 (ha votato 8 questo disco) alle 21:43 del 29 settembre 2009 ha scritto:

RE: RE:

ma io infatti odio il tecnicismo. parlavo di qualità strumentale, che non dev'essere obbligatoriamente collegata ad esso: la capacità di utilizzare lo strumento in maniera non banale. mentre la tecnica utilizzata da molti gruppi è la prassi di incidere su disco pappagallescamente ciò che hanno imparato in qualche conservatorioo da qualche maestro e non penso che sia il caso dei muse. il loro problema è che i scimmiottano generi e i gruppi più e quindi, come hai detto correttmente tu, mancano di idee

Marco_Biasio alle 21:54 del 29 settembre 2009 ha scritto:

Ascoltato di fretta, una volta, in streaming. Non me ne frega nulla di risentirlo ancora: i Queen non mi sono mai piaciuti.

fabfabfab (ha votato 1 questo disco) alle 22:07 del 29 settembre 2009 ha scritto:

I dischi precedenti mi avevano già disgustato. Qui sembrano una caricatura dei Muse. O una caricatura della caricatura dei Queen. Che già erano una caricatura della caricatura ... e vaffanculo.

Dr.Paul (ha votato 1 questo disco) alle 22:30 del 29 settembre 2009 ha scritto:

l'unico gruppo che ripercorre le orme dei pessimi queen sono i muse e i darkness, detto questo detto tutto!

lev alle 22:57 del 29 settembre 2009 ha scritto:

mannaggia a te paul, che il fantasma di freddie ti possa perseguitare...

Marco_Biasio alle 22:59 del 29 settembre 2009 ha scritto:

Titoli molto sereni e felici, i loro, fra le altre cose: MK Ultra, United States Of Eurasia... ma vaffanculo, va!

DucaViola alle 11:55 del 30 settembre 2009 ha scritto:

Continua ad essere gettonatissimo sto disco

sarah (ha votato 6 questo disco) alle 19:08 del 2 ottobre 2009 ha scritto:

Alla fine e' meno peggio di quanto pensassi, forse il loro migliore dai tempi di "origin of symmetry". Non capisco tutti sti votacci, ok, non vi piace, mettete 4..poi tutti questi vaffa, ma siete dei grillini?

DucaViola alle 14:21 del 3 ottobre 2009 ha scritto:

RE:

E' divertente sapere che or ora c'è stato uno che ha dato 3 stelle ad ok computer dei radiohead che equivale a dire "non è un gran che"... e qui tu hai dato 3 stelle ai Muse, ma che in questo caso equivale a dire "non è un brutto album". Quindi dipende a chi si danno le 3 stelle...

dario1983 (ha votato 8 questo disco) alle 15:02 del 3 ottobre 2009 ha scritto:

RE: RE:

effettivamente il discorso delle stelle è molto limitativo perchè il loro valore dipende dall'artista o dall'album. Le tre stelle di una nuova uscita non possono avere lo stesso valore delle tre stelle di un grande classico... però dio mio, come si fa a dare tre stelle a ok computer???

DucaViola alle 15:20 del 3 ottobre 2009 ha scritto:

RE: RE: RE:

come si fa a dare 3 stelle a ok computer? Non so darmi una risposta... mi arrendo

sarah (ha votato 6 questo disco) alle 1:05 del 5 ottobre 2009 ha scritto:

Penso che il pedigree dei Radiohead i Muse se lo possono scordare (pur non essendo una fan sfegatata di Yorke e soci...).

otherdaysothereyes (ha votato 4 questo disco) alle 12:52 del 7 ottobre 2009 ha scritto:

il peggiore dei Muse. La parabola discendente potrebbe portarli anche a fare di peggio in futuro (qui quantomeno salverei le prime 3 canzoni).

zanmat (ha votato 3 questo disco) alle 16:25 del 11 ottobre 2009 ha scritto:

io ci sento anche un po' di Beyonce, Nino D'Angelo e anche la sigla finale dei puffi, ma non faccio testo perchè in The Bachelor di Wolf sono riuscito a sentirci David Gnomo che suona il tamburo! ...scherzi a parte,un disco veramente fastidioso, peccato perchè in Black Holes And Revelations sebrava ci fossero segnali di ripresa...

lucagalla (ha votato 7 questo disco) alle 0:43 del 12 ottobre 2009 ha scritto:

Mamma che cattiveria...neanche questo piace...secondo me anche questo è un buon album, va ascoltato più volte ma alla fine alcune canzoni sono carine. In particolare la prima è molto carina, lo so che assomiglia ad altre del precedente album, ma ad ogni modo non è male, e il pezzo di chitarra anche non è male, poi ce ne sono almeno altre 3 o 4 che ritengo valide, purtroppo ora non ricordo i titoli...diciamo che almeno metà album secondo me è valido...Insomma i Muse sono una Band che non ha sbagliato un colpo fino ad oggi, direi che un disco non proprio eccellente glielo si può concedere, piuttosto è inaccettabile secondo me la custodia di cartone e il prezzo comunque alto...quello si che è uno schifo...comunque un buon album valido piacevole all'ascolto quasi per intero, diciamo una continuazione del precedente, facile che alcune canzoni contenute risalgano a quel periodo, molti gruppi sfornano album vicini simili o quasi perchè le canzoni in realtà vengono scritte nello stesso periodo tutte insieme...vedere soad, metallica ecc ecc...

tramblogy alle 10:23 del 12 ottobre 2009 ha scritto:

16 euro qui a bologna....è caro?booo???

le canzoni sono simili perchè vengono scritte nello stesso periodo? guarda che è più facile perchè sono dello stesso autore, non penso che l'arrangiamento finale sia stato fatto nello stesso momento, perchè è quello che allontana la similitudine non il periodo.....si è capito quello che ho scritto?a meno che non si pensi che i muse nel periodo di origin of simmetry abbiano composto 100 canzoni da diluire nel corso di 40 anni!mha!??

lucagalla (ha votato 7 questo disco) alle 11:17 del 12 ottobre 2009 ha scritto:

Beh guarda che "Origin of Symmetry" è uscito nel 2001, "Black hole & revelations" nel 2006 se non vado errato...il mio commento era riferito escusivamente agli ultmi due album della Band, tu fai riferimento al quart'ultimo addirittura...secondo me è abbastanza evidente che c'è stata una certa maturazione da parte della Band in una direzione più orecchiabile e se vogliamo commerciale, che magari alla fine agli appassionati delle origini del gruppo potrebbe anche non piacere...Concludendo io mi riferivo agli ultimi due album della band e basta, origin of.. è un'album ovviamente completamente diverso dagli ultimi due e secondo me anche di livello superiore...torno quindi a ibadire che secondo me è un album carino che gli appassionati possono apprezzare soprattutto se gli è piaciuto l'ultimo...a in particolare dispiace non esser riuscito adndare a vederli dal vivo a Milano ma i biglietti sono spariti subito...peccatto...comunqeu gli ho gia visti l'anno prima e in più il prezzo rispetto l'anno prima era molto più caro m sembra...bye bye!!...

tramblogy alle 11:39 del 12 ottobre 2009 ha scritto:

uuhmmmm.....

mi sai che hai capito male...se si vuole trovare una somiglianza con altri album loro, origin è quello da prendere come esempio. va bhè...

lucagalla (ha votato 7 questo disco) alle 14:27 del 12 ottobre 2009 ha scritto:

Io l'album l'ho pagato 19 € e qualcosa in un negozietto di Pavia centro, quello vecchio l'avevo pagato meno in un Centro Commerciale, credo che anche questo incida sul prezzo...comunque a me sembra troppo per come l'hanno confezionato...In più il biglietto del vecchio tour costava meno di quest'ultimo...Il paragone con Origin of.. secondo me non esiste è un album di un altro periodo della Band di livello superiore sia musicale che dal punto di vista dell'innovazione del genere..,l'ultimo è un punto di arrivo l'ultimo risultato di una carriera musicale...infatti il mio paragone era solamente tra quello prima e l'ultimo...se devo paragonare l'ultimo con origin ...be non c'è paragone vince 10 a 0 orign ovvio credo!! aggiungo che mi sembra di aver capito che i muse quest'ultimo album se lo sono autoprodotto quindi secondo me hanno deciso di fare un albumino non troppo difficile carino e piacevole all'ascolto anche abbastanza commerciale per puntare alle vendite sulla scia dell'ultimo che aveva riscosso un discreto successo cercando di andare al risparmio massimo semplicemente per guadagnare soldi...triste ma secondo me vero...saluti...

dario1983 (ha votato 8 questo disco) alle 16:42 del 7 novembre 2009 ha scritto:

comunque possiamo criticare le loro scelte stilistiche molto paracule, ma ragazzi dal vivo sono fantastici. credo la miglior band che ci sia in giro da questo punto di vista.

spettacolo puro

ozzy(d) alle 17:44 del 7 novembre 2009 ha scritto:

in effetti dalla ventura hanno fatto un figurone dal vivo ghghgh

dario1983 (ha votato 8 questo disco) alle 17:58 del 7 novembre 2009 ha scritto:

RE:

ma dalla ventura erano in playback. comunque hai ragione, l'invertirsi i ruoli a quelli che il calco è stata una buffonata. comunque parlavo di palasport e stadi, non di trasmissioni televisive

ozzy(d) alle 18:30 del 7 novembre 2009 ha scritto:

appunto, sono pronti per i programmi televisivi e per roba tipo x factor....

lucagalla (ha votato 7 questo disco) alle 14:56 del 8 novembre 2009 ha scritto:

Già tanto che siano andati a suonare dalla ventura che di musica non capisce un cazzo...è buona solo a comprare le azioni della rai e a fare la grossa, x factor è una cagata come amici grande fratello, e tutte le altre cagate del genere...e comunque a mischiare musica classica con rock non sono certo i primi i muse, molti diversi gruppi della storia del rock l'hanno fatto prima...certo loro l'hanno fatto in maniera abbastanza personale, non originale...comunque grandi muse sono dei grandi e dal vivo pure...ciao ciao!!...

DizionarioRock (ha votato 4 questo disco) alle 20:19 del primo gennaio 2010 ha scritto:

il primo disco davvero brutto dei Muse. scopiazza (trall'altro male) quà e là a piene mani soprattutto dai Queen

Utente non più registrato alle 19:50 del 15 febbraio 2010 ha scritto:

A volte l'intuito ha ragione

Peccato che non esiste un voto inferiore alla mezza stella, perchè se lo meriterebbero tutto. I Muse sono stati in grado di spostare un po' più in là il concetto di "inqualificabile". E di questo li ringrazio, mi mancava un riferimento negativo "assoluto". Ora so a cosa guardare.

Bellerofonte (ha votato 3 questo disco) alle 12:22 del 3 aprile 2010 ha scritto:

Quanto sono lontani i tempi di Showbiz... cacchio solo nove anni

gigino (ha votato 3 questo disco) alle 13:05 del 7 maggio 2010 ha scritto:

il loro disco peggiore

Di sicuro il loro disco peggiore. Stucchevole fino all'inversomile... Un copia copia generale. Eppure credo sia uno dei dischi dei Muse ad aver avuto maggior successo... Ennesima conferma che le masse non comprendono ?

gigino (ha votato 3 questo disco) alle 13:05 del 7 maggio 2010 ha scritto:

il loro disco peggiore

Di sicuro il loro disco peggiore. Stucchevole fino all'inversomile... Un copia copia generale. Eppure credo sia uno dei dischi dei Muse ad aver avuto maggior successo... Ennesima conferma che le masse non comprendono ?

4AS (ha votato 3 questo disco) alle 11:54 del 5 giugno 2010 ha scritto:

Non so neanche perchè mi sono messo ad ascoltarlo, giusto così per curiosità...Anche perchè cosa c'è da aspettarsi dai Muse? Niente. Infatti questo disco non vale niente.

mizio154 (ha votato 8 questo disco) alle 0:35 del 10 agosto 2010 ha scritto:

Ma dai...

Mamma mia, siete proprio cattivi... Se non vi piace chiudetevi in camera e ascoltate quello che vi pare. A me è piaciuto, sono andato anche al concerto di Torino e mi sono divertito. Ognuno ha i propri gusti, non fate quelli che guardano gli altri dall'alto di un piedistallo... Facile paragonare un gruppo che ha appena 10 anni con i miti dei rock. I Queen, poi, hanno segnato un'epoca anche per il modo di fare che avevano, sono stati showmen anche se le loro canzoni non avranno avuto la profondità di quelle di molti altri loro colleghi, ma alla fine quello che conta è che hanno avuto successo e fans che li seguivano, imitavano e ancora oggi fanno tributi e album di "best of" vari... Ripeto, ognuno ha i propri gusti, secondo me siete in pochi a fare critiche costruttive senza offendere, per gli altri... beh... fate come vi pare, io ascolto i Muse.

Filippo Maradei alle 5:42 del 10 agosto 2010 ha scritto:

RE: ma alla fine quello che conta è che hanno avuto successo e fans che li seguivano, imitavano e ancora oggi fanno tributi e album di "best of" vari...

Detto con tutta la pace del mondo: "no".

DucaViola alle 9:30 del 10 agosto 2010 ha scritto:

RE: Ma dai...

con tutto il rispetto, tu sei uno che invece fa critiche costruttive? Tu che dici che l'importante è che hanno avuto successo e fan?!

Alessandro Pascale, autore, alle 9:55 del 10 agosto 2010 ha scritto:

il successo non è una chiave utile per misurare un disco o un gruppo. E non vedo perchè non si possa scrivere e criticare un gruppo/disco se viene giudicato di per sè inadeguato. Questo non è un circoletto di ascoltatori adolescenti, è un sito di critica musicale, il che vuol dire che si ascolta e si "critica" (positivamente o meno) tutto quel che capita a tiro. Sennò ce ne andiamo tutti a giocare a bocce ascoltando i Fugazi con l'ipod

gigino (ha votato 3 questo disco) alle 10:45 del 10 agosto 2010 ha scritto:

RE:

Esatto.

In uno dei miei interventi precedenti mettevo proprio in evidenza la scarsezza di questo disco con l'enorme successo riscontrato...

Molti fan accaniti hanno notato come unica critica il fatto di aver "copiato" i Queen. Ma io direi: magari li avessero copiati bene! Dai Queen hanno preso solo il lato peggiore... Questo disco è inascoltabile e sempre più me ne convinco.

4AS (ha votato 3 questo disco) alle 11:02 del 16 settembre 2010 ha scritto:

RE: RE:

Hai ragione! Almeno avessero copiato bene... Il problema è che in questi ultimi anni sto notando che i dischi più venduti sono sempre i peggiori (almeno in Italia): quelli dei Muse, dei Placebo, dei Killers, gli ultimi degli U2 o dei Pearl Jam... Gruppi che sfruttano il nome (quindi il "successo") per vendere, quando in realtà basta pensare a gruppi meno conosciuti e con meno successo (almeno in Italia) come Mew, Arcade Fire, Patrick Wolf, Beach House... Per capire che c'è molto di meglio da ascoltare.

tramblogy alle 13:49 del 16 settembre 2010 ha scritto:

ogni paese musicale a ciò che si merita...

tramblogy alle 17:15 del 16 settembre 2010 ha scritto:

"h".....ghhghgh

REBBY alle 17:30 del 16 settembre 2010 ha scritto:

AH

ammazzatartufi (ha votato 4 questo disco) alle 1:37 del 11 marzo 2011 ha scritto:

Un altro gruppo che se ne va

Peccato, mi piacevano tanto...un album da venduti secondo me...

In Raimbows alle 17:25 del 14 giugno 2012 ha scritto:

Un album particolare, difficilmente giudicabile in maniera impersonale, perchè alla fine l'espressività della musica và in base a come noi la percepiamo, il nostro orecchio o la nostra anima percepisce. I Muse hanno iniziato un percorso lineare di cresciata complessiva con i primi 3 album dove hanno saputo miscelare sapientemente rock progressivo(e anche Hard diciamolo) elettronica e musica classica. In questi album si nota perfettamente quello che sono i Muse, una band capace di metterti nelle oreccchie davvero qualsiasi cosa. Dopo Absolution i Muse hanno voluto dare una piccola svolta del loro percorso, andando ad esplorare una ad una le diverse anime del gruppo. Se Black Holes & Revelations era stata esplorata in larga parte l'elettronica e le sonorità più dure del gruppo, lasciando quasi completamente da parte ogni contaminazione classica, in questo The Resistance, le influenze sinfoniche sono predominanti. Non si puo certo definire un album facile all'ascolto e l'ho dovuto ascoltare più volte per dover esprimere un giudizio. Parte con

UPRISING è il classico pezzo che ti bombarda fino allo sfinimento nelle radio rock, un pò depeche mode, un pò industrial. Mi passa via come nulla

RESISTANCE il Primo vero acuto qualitativo dell'album. Riff di tastiera molto anni 90' con una batteria e un basso molto spinti, interessante la sensazione di solennità e decadente malinconia che spirigiona, per poi ritornare sull'R'n'B e sui sintetizzatori di UNDISCLOUSED DESIRE. Il passo successivo và preso per quello che è. di fatto UNITED STATES OF EURASIA è di fatto un midi tra "We Are the Champions" dei Queen, il tema di Lawrence D'Arabia e il Notturno n.9 di Chopin, il tutto per fare da colonna sonora che cerchi di rappresentare l'unione tra le culture in un ipotetico scenario di unione tra Cultura Orientale e Occidentale. Qui è impossibile non usare la parola citazionismo. I plagi non sono mai così spudorati, e il fatto che per l'occasione Bellamy abbia voluto far uscire qua e là degli spezzoni di chitarra che sembrano realmente uscire dalla Red Special di Bryan May non fà che confermarlo. GUIDING LIGHT è un pezzo godibile, ma non eccezionale, che ssi eleva su se stesso solo con il primo Solo dell'album.

E qui si sal vertigionoasmente di livello. UNNATURAL SELECTION è il pezzo se vogliamo più Heavy(se così si puo dire) del disco. La prima metà procede spedita per poi lasciarsi in u intermezzo più lento dove si nota una chitarra molto grunge destreggairsi in un giro blueseggiante per terminare in un outro molto Hard Rock. Anche qui i citazionismi non mancano(l'intermezzo fra strofa e ritornello è un chiaro richiamo ai System Of A Down).

MK ULTRA parte fortissimo per poi calare man mano alle mie orecchie. I BELONG TO YOU è il pezzo forse più singolare che riprende in un certo modo la vena orchestrale dell'album. In queto album Bellamy mette più da parte la chitarra per poter esprimersi al meglio al piano. Nell'ultima parte dell'album emerge la vena più PROG del Gruppo. EXOGENESIS SYNPHONY, diviso in 3 traccie e della durata complessiva di una quindicina di minuti è il pezzo più ambizioso del disco e forse il più ambizioso della carriera dei Muse. Ed è un esame a mio avviso superato più che degnamente. La prima parte è davvero coinvolgente, con uno sfavillare d'archi ed echi lontani, con Bellamy che ritorna al suo falsetto, ma questa volta non è prorompente e invasivo come per esempio in Micro Cuts. E' lontano, tenuto sapientemente a basso volume, in certo momenti quasi impalpabile, tanto che si puo facilmente mettere da parte per concentrarsi sulla aprte strumentale. La seconda parte si concentra sui virtuosismi pianistici(se così si possono chiamare) di Bellamy che propone un ritmo lento per poi partire all'improvviso in chiave Rock per poi rispegnersi e farsi cullare nella 3' ed ultima parte, dolce e malinconica. verso la fine dell'album. Complessivamente non il miglior album dei Muse, anche se non la definirei una battuta d'arresto, perchè resta a mio avviso nel complesso un album bello godibile con ottimi spunti qua e là. E va lodato ai Mse questo non volersi mai adagiare sugli allori, questo cercare sempre di spingersi oltre e di attravversare strade mai apssate prima. E' probabile che l'osare così tanto spesso ti porti ad una dolorosa fine, ma se non si prova non lo si puo sapere...

Manuela alle 10:41 del 25 dicembre 2013 ha scritto:

Sono sempre stata un'ascoltatrice di musica un po' distratta... Ma da quando le mie orecchie hanno incontrato i Muse la mia attenzione e' salita alle stelle. Ho letto giudizi ipercritici forse dettati da un'ampia sisma conoscenza della musica che io sicuramente non possiedo. Ma da mera ascoltatrice posso dire che chi ama la musica la ama per le sensazioni e gli stati d'animo che essa produce durante e dopo l'ascolto e non per l'analisi tecnica del pezzo. Sicuramente sento anch'io influssi di altri gruppi, accordi "citazionisti"... È allora??????? Il piano anni '90 di Resistance e' comunque sublime. I testi così diversi dalle solite ballate d'amore ma così pieni di spunti di riflessione sono una novità e un rischio che i Muse vogliono correre. Se si ascoltano in cuffia, non si può che rimanere concentrati su ogni singola nota e ad un certo punto ci si ritrova in un'altra dimensione, indefinibile perché soggettiva. Giusto recensire, però non apprezzò quella critica troppo rigida che anziché evidenziare quello che di bello si può trovare nella musica e che arricchisce chi la ascolta, la distrugge in nome di una "cultura" della tecnica musicale che invece dovrebbe essere solo l'ultimo dei parametri adottabili per esprimere il valore di ciò che si è ascoltato. Il mio voto per il gruppo e' il massimo. Ottimi, penetranti, coinvolgenti, audaci, preziosi.

Simone Giorgio (ha votato 4 questo disco) alle 19:51 del 26 dicembre 2013 ha scritto:

Il punto è che questa musica non è poi così "emotiva". Non vedo le idee geniali di cui parli. E' un disco vuoto, anche concettualmente (non basta citare Orwell per divenire intellettuali).

Lepo (ha votato 3 questo disco) alle 16:04 del 27 dicembre 2013 ha scritto:

Che gruppo de mmerda

ThirdEye (ha votato 0,5 questo disco) alle 21:22 del 27 dicembre 2013 ha scritto:

Terribili...mai potuti soffrire, nemmeno ai tempi dei primi due album.