Locanda delle Fate
Forse le Lucciole Non si Amano Più
La sorpresa della scoperta, il desiderio di possedere qualcosa di meraviglioso che nessuno conosce. Il sentimento contrastato di condividere il tesoro. Cedo.
"Quando il vento ancora si fermava un pò tra i miei capelli, inventavo favole, poi caddi giù, ma avevo già le mani in tasca...." Così si apre una delle opere più compiute del progressive italiano. Uscito nel 1977, fuori tempo massimo, non ebbe alcun successo commerciale. Peraltro il potere evocativo di questo pugno di canzoni è enorme. I testi sono ispirati e l'interplay tra i musicisti è perfetto. Notevole la voce di Leonardo Sasso, gigante barbuto, via di mezzo tra Augusto e Francesco Di Giacomo. La produzione, appena un pò provinciale, è pulita e senza fronzoli ed il disco regge il confronto con i capolavori del preogressive italiano dei Museo Rosenbach, Alphataurus, Banco del Mutuo Soccorso e PFM.
La vena compositiva è alta per tutto l'album: Forse le Lucciole non si Amano Più, Profumo di Colla Bianca, Cercando un Nuovo Confine, Sogno di Eustunno, Vendesi Saggezza, sono perle da riscoprire. Il disco è naturalmente debitore dei gruppi di progressive inglese, della scena di Canterbury, ma il riferimento principale sono i Genesis di A Trick of the Tail (quelli post Gabriel ma con Hackett) ai quali i nostri si ispirano senza nasconderlo, soprattutto nelle parti strumentali.
Il pianoforte colpisce nel segno ogni volta, il mellotron è dolcissimo e tutto l'album è pervaso da una malinconia genuina che non fa mai male ma anzi induce al sogno.
La Locanda dell Fate si sciolse subito, dopo un solo disco, come gli amori più belli e passionali, ed ora Michele Conta, il tastierista ed co-autore delle musiche, esercita la professione di medico.
Siamo in buone mani.
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