Pink Floyd
A Momentary Lapse of Reason
Il giudizio su questo ritorno discografico dei Pink Floyd dopo quattro anni e mezzo di sospensione, seguiti al rompete le righe causato dalle frustranti vicissitudini legate alla realizzazione del precedente album The Final Cut (niente più che unopera solista del bassista e factotum Roger Waters) è in prospettiva ben poco lusinghiero, anche se lì per lì la gratitudine per il ritorno di un marchio così prestigioso e fascinoso, unita alla presenza degli abituali standard floydiani in quando a ricchezza e spessore di suono, stile di copertina, timbri di voce e di chitarra, effetti sonori di contorno eccetera, aveva fatto propendere per un moderato entusiasmo.
Tale entusiasmo si è rapidamente estinto, almeno nel caso del sottoscritto ed ancor più adesso, ad oltre un quarto di secolo dalluscita, questo lavoro mi appare come un involucro, un bozzolo di mondo pinkfloydiano ricreato con applicazione ma senza ispirazione, recuperando parecchi degli ingredienti delloriginale ma facendone mancare alcuni decisivi, primo fra tutti la qualità melodica e subito dopo quella delle liriche. Dal punto di vista emotivo ritengo che questo sia il peggior prodotto del gloriosissimo marchio, anche se la già citata opera precedente, nel suo drammatico disequilibrio verso lestrinsecazione di psicotiche carenze affettive e morbose acredini a tutto danno del contenuto musicale, è vista dai più come effettivo nadir artistico della formazione britannica.
Ad essere comprensivi e ben disposti, questo progetto ha pur tuttavia svolto positivamente il compito di rimettere in giro la formazione, farle girare il mondo per un altro bel po danni e consentire così a tantissima gente di andare a vedersela e gustare uno spettacolo coi fiocchi, grazie soprattutto ai vecchi classici impeccabilmente riproposti. E un fatto però che David Gilmour lartefice di questultima parte di storia del mito, musicista dallincommensurabile aura deccellenza per quanto concerne i meriti chitarristici, cantante il cui timbro e stile di voce inconfondibili fanno realmente parte di ognuno di noi (anche di quelli che si sono stufati presto dellinizialmente dadaista, poi onirico, più in là paranoico ed infine rabbioso universo floydiano), una volta solo al comando non è riuscito a ricreare la magia, lunicità, la profondità tematica, luniversalità dellaugusto passato. Per quanto mi riguarda vi è un unico, autentico capolavoro da ascrivere a questi tardi Pink Floyd targati Gilmour, ma non è in questalbum bensì nel successivo e conclusivo The Division Bell e sintitola High Hopes.
Tantè che la cosa che più mi piace riascoltare di questopera è lincredibile, abissale suono di chitarra ottenuto dal buon David sparando la Stratocaster a volume indecente dentro un colossale impianto di amplificazione piazzato al centro di un enorme e vuoto palasport di Los Angeles! Succede nel prologo del brano finale Sorrow ed è realmente un momento spettacolare peccato che il resto della canzone non lo valga.
Lorda di musicisti, parolieri, produttori coinvolta dal chitarrista di Cambridge per venire a capo di questopera (i rimasugli della band e cioè il batterista Nick Mason e il tastierista Rick Wright allepoca non riuscivano neanche a performare in maniera professionale ) svolge egregiamente il proprio lavoro, ma essi non diventano i Pink Floyd, li possono solo recitare. Non è questione di abilità tecnica (il repertorio dei nostri è notoriamente per buona parte accessibile tecnicamente anche ad un gruppo di ragazzini), è la loro magia che non è rinnovabile, la qualità melodica insieme a quella poetica, la sostanziosità nella semplicità, la quieta perfezione delle trovate vocali e strumentali. A Momentary Lapse of Reason è nientaltro che un album celebrativo, assolve a mere esigenze di sopravvivenza a quel tempo primarie, essendoci una rivalità in corso con chi aveva invece detto basta, senza tentennamenti e nella solita maniera scorbutica e crudele. E come detto una rappresentazione dei Pink Floyd, una messa in scena vestendo i costumi dello svaporato modello, svanito nelle nebbie di un sodalizio defunto e di un passato irricreabile.
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