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R Recensione

6,5/10

Motorpsycho

Here Be Monsters

Crystal candy, bad tattoos / Diet Coke and Disney Blues / I’m so tired / Kick off in the void / Let’s get some weed and chill out to Pink Floyd”. Profezie di un allora trentenne sull’orlo di una crisi di nervi o esplicitazione definitiva di un’intramontabile passione giovanile? Bent, questa domanda va girata a te. “Lacuna/Sunrise”, dal canto suo, va fatta sentire all’imbolsitissimo Gilmour dell’ultimo ventennio, per cui Pompei val bene una messa (liturgia costosa assai, peraltro). In poco meno di dieci minuti scorre la “Wish You Were Here” di Trondheim, la pastorale psichedelica di tre romantici centauri, una delicatissima epopea dove i viandanti sui mari di “Animals” mirano alla candida sintesi corale del folk progressivo: in altri termini, l’estuario dove si mescolano i sublimi arrangiamenti di “Let Them Eat Cake”, le espansioni strumentali di “Heavy Metal Fruit” e la concretezza melodica di “Behind The Sun”. Non che con “Running With Scissors” si evochino altri e più recenti passati: il modo in cui gli intarsi di fiati tempestano e si sovrappongono alla miracolosa frase chitarristica di Snah è un rimando diretto allo split coi Jaga Jazzist di tredici anni fa, donde spirano malinconiche brezze post-bop e cool (Norway ah um…). Fedeltà e consequenzialità marchiano le variopinte detonazioni hard rock del panzer cripto-kraut di “I. M. S. (Inner Mounting Shame)” (lo spirito continua: sia mai!), divenendo infine saggio accademico in una torrenziale, conclusiva “Big Black Dog” (che si atteggia arcigna à la “Un Chien D’Espace” senza possederne la tetra disperazione trainante, in un’esasperazione pianificata dello Stonertruppen di casa che, con consumata maestria, viene reindirizzato verso sempre rinnovati schieramenti di arpeggi).

Il resto, oramai, lo sapete: “Here Be Monsters” nasce, come già i recenti “The Death Defying Unicorn – A Fanciful And Fairly Far-Out Musical Fable” e “En Konsert For Folk Flest”, come una collaborazione a quattro mani con Ståle Storløkken, nata per festeggiare il centenario di attività del Norwegian Technical Museum (l’abbiamo capito: c’è sempre un motivo per celebrare). Com’è, come non è, tra i tour, l’attività in studio, i progetti paralleli, questi brani stagnano, non decollano. Storløkken cede il suo posto al tastierista Thomas Henriksen, già uomo ombra di molti capitoli recenti della discografia dei Motorpsycho (da “Still Life With Eggplant” in poi è presenza discreta, ma stabile): dal canto suo Reine Fiske, da qualche anno sei corde aggiuntiva, ritorna – temporaneamente? –  negli Elephant 9 e negli Amazing. Ogni incastro torna a combaciare: il tempo di annodare i due capi del filo rosso (“Sleepwalking” e “Sleepwalking Again”, due minuscoli notturni moderni di grazia magnetica) e sgraffignare a Terry Callier una “Spin, Spin, Spin” tramutata in acustica visione hippy per aride anime contemporanee – idea in sé non malvagia, ma un po’ fuori contesto.

È questa sottile, pervasiva eleganza a ritardare lo scocco della scintilla, a scindere ammirazione formale e inebriamento contenutistico. “Here Be Monsters” non possiede i piccoli difetti del precedente “Behind The Sun”, il che, per assurdo, lo fa a tratti sembrare più freddo, più minimale – anche se l’ambizione, ça va sans dire, quella non diminuisce di un grammo. Sono Motorpsycho ex cathedra: formidabili, ma meno incisivi. Sicuramente superbi dal vivo, come sempre (ve lo sapremo dire quando passeranno, a maggio) ma, in qualche modo, meno umani. Da qui il voto, contenuto rispetto al solito.

V Voti

Voto degli utenti: 7,5/10 in media su 1 voto.
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zagor 7,5/10

C Commenti

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fabfabfab alle 10:20 del 29 marzo 2016 ha scritto:

Sento pareri opposti su questo disco. Secondo alcuni critici è il loro miglior disco dai tempi di "Phanerothyme, altri (come Marco, mi sembra di capire) sono un po' più tiepidi. Gli ultimi dischi li ho un po' snobbati, adesso sono confuso

Marco_Biasio, autore, alle 22:38 del 29 marzo 2016 ha scritto:

A mio modestissimo e dunque sindacabilissimo parere, i due migliori dischi (leggi: capolavori) dopo Phanerothyme sono Little Lucid Moments e Behind The Sun. Fabio, se non hai ancora ascoltato quest'ultimo, fallo. E' un disco prog suonato con la passione e le melodie dell'indie rock degli anni '90, emozionante come pochi, pieno di canzoni spettacolari. Questo, a mio parere, è un buon disco, che pecca solo di troppo formalismo. Comunque d'accordo con zagor: al netto dei pinkfloydismi spinti, Lacuna/Sunrise è splendida.

zagor (ha votato 7,5 questo disco) alle 13:48 del 29 marzo 2016 ha scritto:

a un primo ascolto mi sembra davvero ottimo...parliamo di una band che ha 25 anni di carriera sulle spalle, trovare artisti di quella generazione e di quel genere musicale che sappiano ancora timbrare il cartellino senza limitarsi al compitino è lodevole. Lacuna Sunrise fantastica.

zagor (ha votato 7,5 questo disco) alle 21:37 del 29 marzo 2016 ha scritto:

ah bellissima la recensione, la frecciatina a Gilmour su Pompei la ciliegina sulla torta ( quanto costano i biglietti? 300 euro? stralol)

swansong alle 12:30 del 30 marzo 2016 ha scritto:

Dirò una banalità, ma credo siano uno dei pochi(ssimi) gruppi attualmente sula scena coi quali puoi andare veramente sul sicuro. Questo non l'ho ancora ascoltato, ma dalle canzoni sopra postate, credo che avrò conferma di quanto appena detto..

Utente non più registrato alle 13:22 del 30 marzo 2016 ha scritto:

Puoi continuare ad andare sul sicuro...

swansong alle 20:48 del 30 marzo 2016 ha scritto:

Grazie fra'!

Marco_Biasio, autore, alle 11:28 del 31 marzo 2016 ha scritto:

Ti piacerà moltissimo, ma ho idea che l'ultimo degli Spidergawd ti piacerà ancora di più.

unknown alle 19:35 del 30 marzo 2016 ha scritto:

non so io li preferivo negli anni 90 fino a trust us...quelli dopo sono tutti dischi carini alcuni ottimi ma chiamarli capolavori mi sembra esagerato

comunque anche questo non è male

zagor (ha votato 7,5 questo disco) alle 20:42 del 30 marzo 2016 ha scritto:

sono d'accordo nel senso che se facciamo una classifica dei migliori 5 dischi dei Motorpsycho on si scappa, sono quelli ( demon box, timothy's monster, blissard, angels, trust us in ordine cronologico)....cio' non toglie che anche negli ultimi 15 anni abbiano fatto diversi lavori di ottima fattura.

Marco_Biasio, autore, alle 11:27 del 31 marzo 2016 ha scritto:

Io, personalmente parlando, non sono mai entrato troppo in feeling con Trust Us. Motivo per cui il quinto posto se lo contendono, per me, Let Them Eat Cake e Little Lucid Moments. Forse i dischi post-Gebhardt non sono capolavori, unknown, ma trovo profondamente ingiusto che una fetta di vecchi fan abbiano cominciato a snobbare il gruppo dal 2006 in avanti. Ripeto, vi sono almeno due uscite che arrivano all'8 (Little Lucid Moments, Behind The Sun), alcune cose più deboli (Heavy Metal Fruit e Still Life With Eggplant, per me) e altri dischi che non sono capolavori per poco (The Death Defying Unicorn). Mi pare un po' troppo facile liquidarli così semplicisticamente (non mi riferisco a te, chiaramente). La storia ha dimostrato che il vestito è stato cambiato, ma la sostanza è rimasta pressoché inalterata... Farsi ingannare dal solo abito è da sciocchi.

zagor (ha votato 7,5 questo disco) alle 14:37 del 31 marzo 2016 ha scritto:

trust us credo sia il preferito dei verdena, visto il rapporto tra psychonaut e valvonauta LOL..... per me è proprio l'apice del loro percorso negli anni 90, un punto di arrivo e allo stesso tempo di partenza per le cose che faranno in seguito. Ad ogni modo parliamo di una band immane, ci sta che ognuno abbia i suoi dischi preferiti vista l'abbondanza qualitativa e quantitativa

unknown alle 17:57 del 31 marzo 2016 ha scritto:

io penso che tu abbia ragione ..infatti io ho scritto li preferivo negli anni 90 ma questo non significa che quello venuto dopo

sia orribile.... anzi... ..infatti io possiedo quasi tutta la loro discografia... di solito compro tutto di un gruppo quando capisco che comunque la qualità rimane sempre ottima ..è vero che hanno cambiato abito però a me continua a piacere di più l'abito vecchio ...non per questo disdegno quello nuovo..e te lo dice uno che è nato con la musica prog e che continua ad apprezzarla pur ascoltanto tutti i generi rock..ma loro li preferivo prevalentemente psichedelici

chiaramente senza polemica marco eh

Marco_Biasio, autore, alle 0:34 del primo aprile 2016 ha scritto:

No, ma che polemica! Siamo qui per parlare, discutere, confrontarci! Parere rispettabilissimo, il tuo, e d'altro canto sono il primo a riconoscere che spesso mi macchio del peccato opposto - il troppo entusiasmo di fronte a dischi non così memorabili (ricordo il caso di Heavy Metal Fruit... Fabio era stato più previdente di me). Il mio era un discorso molto più generale rivolto a tutti quei fantomatici psychonauts che dal 2006 in avanti (se non addirittura dal 1998...) schifano a priori. Quello è un atteggiamento che non capisco ma che, soprattutto, non condivido, visti i risultati della nuova formazione! I primi due dischi dei Motorpsycho che ho ascoltato sono stati Demon Box e Little Lucid Moments: antitetici per cronologia, costruzione, generi esplorati, ma due gioielli inestimabili di eguale valore.