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R Recensione

7/10

Moon Duo

Escape

Voce filtrata e suadente che sussurra come una puttana all'angolo di un incrocio stradale dimenticato da Dio. Drum machine che tiene un ritmo sincopato e marziale che più alienante di così non si può. Riff metallico krauto ossessivamente ripetuto fino all'inverosimile come ci hanno insegnato qualche anno fa gli Oneida (vedi Each One Teach One). Infine la ciliegina della chitarra acidissima che invade sgarbatamente la corsia tra distorsioni, riverberi, spazialità lisergiche e tanto lsd.

Questo è il viaggione di Motorcycle, I love you: psichedelia heavy rombante che lascia poco spazio a finezze e sciccherie d'autore. E' un pugno allo stomaco quello messo a segno dai Moon Duo (Sanae Yamada e quel Ripley Johnson già noto per il progetto Wooden Shjips), roba che per fascino e attrattiva sonora non può non far pensare ai Suicide in versione terzo millennio.

Sostanzialmente uguali wall of sound e struttura musicale vengono utilizzati per Stumbling 22nd St., mentre In the trees varia un po' presentandosi come una liturgia da vagabondi più strascicata e ipnotica, sul modello dei primi Spacemen 3. L'immagine perfetta è immaginarsi un robot-noise al servizio di un cosmo abitato da droni di Star Wars.

Chiude l'album (in bilico tra lp ed ep, con la sua mezzoretta di musica) Escape, brano ancor più vicino come modello al kraut-rock classico dei '70s: Cluster, Tangerine Dream, Ash Ra Tempel, Gottsching sono nomi che si possono tirar fuori per rendere l'idea. Immaginateli frullati e ristrutturati con quello stampo lo-fi tipico della neo-psichedelia recente (Acid Mothers Temple, Bardo Pond), ma anche dell'ormai semi-leggendaria Sacred Bones che infatti figura tra le etichette di riferimento del gruppo.

Come sentenzia il vecchio saggio confuciano (ce n'è sempre uno dietro l'angolo) non c'è niente di nuovo sotto il sole. Vero, ma è sempre un gran bel sentire, anche se tutto sommato vien da pensare che qualche guizzo in più per uscire dalle risacche dell'omogeneità ritmica e stilistica si potesse tirar fuori. Questo però è il giudizio critico per l'ascoltatore “normale”. Per i “fan fun” invece si consiglia di spegnere la luce e mettersi le cuffie.

V Voti

Voto degli utenti: 7/10 in media su 1 voto.
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Cas 7/10

C Commenti

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Cas (ha votato 7 questo disco) alle 0:32 del 17 gennaio 2011 ha scritto:

Vedi che i Wooden Shjips han fatto scuola? Lavoro grazioso, anche se, come dici tu, nulla di così innovativo. Però è sempre un piacere vedere che la cara vecchia psichedelia è dura a morire!

Alessandro Pascale, autore, alle 11:39 del 17 gennaio 2011 ha scritto:

la scuola l'han fatta i tedeschi 40 anni fa! lol

condor1972 alle 12:20 del 15 aprile 2012 ha scritto:

più che i tangerine dream e ash Ra Tempel citerei i precursori di questo genere e cioè i Can

ascolta tago mago o ege bamyasi