R Recensione

7/10

Heartbreakers

L.A.M.F.

di Gabs

"Like A Mother Fucker", e il rock'n'roll dei bassifondi newyorkesi si catapulta come una fiondata nei primi vagiti del neonato punk inglese del 1977.

A dire il vero questa storia inizia già nel lontano 1972, con le New York Dolls in tour in Inghilterra: un tour breve, che vede la morte del batterista originario Billy Murcia, ma che lascerà uno strascico indelebile, qualcosa di latente che esploderà più tardi...

Andiamo adesso di colpo a fine 1976: Johnny Thunders, il cervello e il cuore, l'ex chitarra solista delle mitiche -glam- New York Dolls, epurato lo scomodo e ingombrante Richard Hell dalla prima formazione degli Heartbreakers, si presenta con il gruppo a Londra invitato dall'astuto Malcolm Mc Laren per l'Anarchy Tour. Sono programmate 19 date nei piccoli club; se ne faranno solo 3 perchè interviene direttamente il governo della regina a frenare questo sconveniente ardore.

Mc Laren voleva riprendere il discorso interrotto con le NYD anzitempo e creare una scena musicale sulla falsariga di quella newyorkese; è furbo, vuole la guerra e le prime copertine dei tabloid inglesi... Si accende la miccia... poi la deflagrazione con i Sex Pistols, i Clash, i Damned...

L'Inghilerra puritana impazzisce, non è pronta a questo oltraggio. Se con Richard Hell viene importato il look delle magliette strappate, le lamette e le spille da balia, gli Heartbreakers portano in corredo i giubbotti di pelle, l'eroina. E' la sex & drugs & rock & roll cantata da Ian Dury. La Track Records batte la concorrenza e, malgrado la sconveniente fama di Junkies, mette sotto contratto gli Heartbreakers. Esce il singolo -Chinese Rocks- che fa scalpore perchè parla di droga; va molto bene in classifica superando per un attimo perfino -God Save The Queen- dei Sex Pistols. Arriva il discorso dell'album e il terreno si fa subito scivoloso. Il disco si sviluppa in due diversi studi di registrazione con mille complicazioni, e gli Heartbreakers che non hanno il supporto di un management adeguato al loro valore.

Malgrado un mixaggio e la produzione che sono assolutamente scandalosi e non all'altezza delle aspettative, -L.A.M.F. - è con -Never Mind The Bollocks- dei Sex Pistols il vero e proprio manifesto del punk. E' la contrapposizione Londra/NY giocata senza esclusione di colpi. La linea di partenza è però la stessa e cioè il suono delle NYD, di cui McLaren guarda caso è stato l'ultimo Manager. Se Johnny Rotten fa il versetto ironico alla -Looking For A Kiss- delle NYD in -New York-, Johnny Thunders replica la sua supremazia in -London Boys-, nel demo inciso per la EMI insieme a -Too Much Junkie Business... E' lui il papà di questa neo cultura (sotto)metropolitana e lo sancisce a piena voce fin dalla foto di copertina di "L.A.M.F." che vede il gruppo ripreso in penombra nel fondo di un vicolo. In questa primissima fase escludo i Clash: le frangie più oltranziste dicono che -hanno tradito-, che il punk è morto quando hanno firmato per la major CBS. I Damned invece, scolarizzati e acerbi rispetto gli altri, sono più orientati verso la sonorità malsana degli Stooges. Johnny Thunders allora sale in cattedra, tecnicamente è il più bravo e lo sa, inoltre ha una memoria storica sconosciuta a Steve Jones che è il suo emulo tra i giovani chitarristi punk rockers.

"Get Off the Phone", "It's Not Enough", "Baby Talk", "Let Go", "Born To Lose", "Chinese Rocks", "All By Myself"... gli Heartbreakers suonano un rock & roll sbragato e irriverente, tra Eddie Cochran e gli Yardbirds, giocato sulle note sferraglianti e gli assoli veloci della chitarra di MR. Johnny Thunders. Sono l'ideale prosecuzione delle NYD: peccato non si sia concretizzata la collaborazione con il genio di Richard Hell, sarebbero stati la r'n'r band del secolo. Malgrado tutto il loro stile diventerà il riferimento per una miriade di gruppi nascenti... voce- chitarra-basso-batteria e la voglia di spaccare in due il mondo. Loro sono i cuginetti americani, una gang-band, teppisti da strada in puro stile da b-movie noir: sono visti con stupore e curiosità dai giovani inglesi, eppoi cazzo suonano tremendamente e tecnicamente bene rispetto tutti gli altri.

"L.A.M.F." viene partorito ma il gruppo non è contento del risultato finale; non ha successo ed è accolto male dalla critica causa il suono tecnicamente pessimo. Il punk nel bene e nel male parla adesso con la voce di Johnny Rotten e i Sex Pistols. Il gruppo si sfascia, Jerry Nolan se ne va... hanno fallito l'obiettivo. Eppure "L.A.M.F." alla fine di tutto è un disco meraviglioso sebbene incompiuto, è quello che poteva essere e invece non è stato. Paradossalmente rispecchia in toto la personalità -loser- di Johnny Thunders. L'inno di -Born To Lose- è quello di una generazione di perdenti della quale Thunders fa parte.

Per lui ci sarà ancora il fulgore del suo capolavoro, l'ultimo sprazzo nel triste e autobiografico -So Alone- inciso come solista, guarda caso con la collaborazione proprio degli -inglesi- Steve Jones e Paul Cook dei Sex Pistols e Peter Perret degli Only Ones. E' il riconoscimento indiscusso al loro papà. Dopo questo la lenta ma inesorabile discesa nell'inferno dell'eroina dalla quale non si riprenderà più... fino alla fine a New Orleans nel 1991. Richard Hell ha detto di lui che è il r'n'r Dean Martin dell'eroina. Io ravviso una dignità che non ho più ritrovato: i suoi Heartbreakers erano veramente gustosi e musicalmente sopra tutti i gruppi loro contemporanei. La storia alla fine ha rimescolato le carte e messo le cose al loro posto giusto: la riedizione dei -lost 77 mixes- operata dalla Jungle Records nel '95 e rieditata nel 2003 mi dà ragione; ci restituisce gli Heartbreakers finalmente nel loro fulgido splendore... quello che doveva essere per l'appunto. Non fa testo il -revisited- dell'album operato da Johnny Thunders con Tony James (ex Generation X) nel 1984: è una altra cosa, c'è una dignità diversa, manca il fuoco del 1977 lì dentro ed è una semplice operazione commerciale, forse il tentativo di riappropriarsi di un qualcosa a suo tempo sfuggito. Ai surrogati e alle riedizioni ho sempre preferito gli originali.

Adesso Johnny Thunders giace al St. Mary's Cemetery di NY; poche fila più in là c'è anche il suo amico di una vita e compagno di strada Jerry Nolan. Riposa in pace Johnny, sei stato l'idolo della mia gioventù e mi manchi tremendamente; tanto che mi sembra di vederti ancora sul palco con la tua inseparabile -Gibson Les Paul TV- colore giallo miele di fine anni '50.

V Voti

Voto degli utenti: 8,1/10 in media su 10 voti.
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Cas 8/10
Noi! 8/10

C Commenti

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boy_with_VU_tee (ha votato 8 questo disco) alle 17:22 del 10 aprile 2008 ha scritto:

LAMF

Uno dei dischi perfetti per capire il punk, quello VERO. NYC 1977. Baby, I'm born to lose.

Cas (ha votato 8 questo disco) alle 22:39 del 13 agosto 2008 ha scritto:

questo disco lo adoro, sul serio (anche se il mio voto non può andare olte l'otto). I solo di Thunders ficcanti come mai, il rock'n'roll che continuamente fa capolino, le melodie graffianti e accattivanti...proprio bello. e ottima recensione!

Gabs, autore, alle 21:36 del 15 agosto 2008 ha scritto:

un consiglio?

Anzitutto grazie per il passaggio e la traccia.

Se come dici -adori- questo L.A.M.F, se per te rappresenta qualcosa che va oltre il semplice disco, allora mi permetto di darti un consiglio:

procurati la stampa italiana in vinile, editato nel 1977 per la Track/RCA in due versioni: white label promo e orange label.

L'orange label (marcato siae) è impossibile da trovare perchè ne hanno stampati pochissimi... costa un patrimonio questo LP in eccellenti condizioni. Ripiega allora con fiducia sul white label promo; è la stessa stampa promozionale, e si trova ancora con prezzo adeguato alle reali condizioni pur se sostenuto.

Niente a che vedere con il suono subacqueo in gamma medio alta del vinile originale della Track inglese, che fece tanto incaz.... Jerry Nolan. Le stampe italiane suonano decisamente meglio ed è un altro sentire.

Qualcuno ha dato la colpa alla scarsa qualità del vinile inglese utilizzato (produzione e mixaggio a parte); di fatto le matrici sono diverse...

Hai dato 8 a questo disco e hai fatto bene; se ascolti il mio consiglio il voto diventerà un bel 10 e lode.

Niente a che vedere nemmeno con il -lost 77 mixes della Jungle: il vero L.A.M.F. è quello in vinile del 1977 con 12 canzoni.

La mia rece ha di fianco la copertina originale, mentre la tracklist è quella del CD della Jungle...colpa di Doopcircus ovviamente.

Nothing to do, and nothing to say, only one thing that i know...It's the only way... I said hey

BORN TO LOSE.

Cas (ha votato 8 questo disco) alle 17:06 del 19 agosto 2008 ha scritto:

beh, grazie del consiglio, sei un collezionista serio a quanto pare! purtroppo però, non so come mai, non mi è stata concessa la cultura del vinile...a parte che non ho un giradischi (!), ma anche se ce l'avessi mi trovo più a mio agio con i cd. in ogni caso non si sa mai, grazie ancora!

Gabs, autore, alle 23:28 del 19 agosto 2008 ha scritto:

RE:

Beh, direi che ti sei perso qualcosa di importante...il giradischi.

L'orecchio umano è analogico, non digitale (almeno non ancora).

In Musica sono per l'analogico, non per il digitale, ma da un certo livello in su altrimenti non serve distinguere.

Oggi è l'epoca della tecnologia e del digitale, vero, ma forse non sempre andare avanti significa migliorare...

Vinile o CD, musicalmente è l'eterno dilemma con i fautori e i detrattori dell'uno e dell'altro. Io ho sentito meraviglie sonore sia da un vinile che da un cd; in certe condizioni per entrambi si entra direttamente nello stato dell'arte. Culturalmente sono per il vinile, mi emoziona di più...

Tornando al disco in oggetto...un mio caro amico dice che nessuno ha suonato, suona, suonerà mai la chitarra come Johnny Thunders. Come eri "vero", Johnny.

Enjoy with L.A.M.F.

Ciao "Cas" e grazie.

SamJack (ha votato 8 questo disco) alle 14:51 del 19 febbraio 2012 ha scritto:

Grande disco di rock n' roll - punk, Johnny Thunders in splendida forma...