V Video

R Recensione

7/10

Wasted Pido

Ghost Revenge

Specchio, specchio delle mie brame, non saprei dirti chi è il più marcio del reame: è un onore ingrato, a cui nessuno ambisce, e chi se ne vuol far vanto, beato chi lo capisce. Potrei solo aggiungere, mettendo i puntini sulle i in tutte le lingue del mondo (come in un vecchio film di Pieraccioni – o forse erano Ciprì e Maresco?), che un tipino come Enrico Stocco, veneziano di nascita ma con cuore e baracca nel Mississippolesine, potrebbe facilmente ambire alla massima ricompensa: se solo potessimo prendere visione del suo cv!, ecco, compilando magari il modulo in fondo a destra, così… Dunque: The Hormonas L’Amico Di Martucci Destroy All Gondolas se lo dici al contrario ti esce un editoriale di Adinolfi ma ehi! in mezzo c’è anche la one man band Wasted Pido Pido è il soprannome? a naso sì qualcosa da aggiungere? un intero LP di inediti il primo dalla messa in attività del progetto dopo cassette EP live in bassa fedeltà cioè da quindici anni da quindici anni esatto cioè da quando i Green Day chiedevano di svegliarli appena finito settembre ma se è appena finito giugno e “Ghost Revenge” per di più è uscito lo scorso 25 aprile registrato a dicembre dopo un tour in Vietnam e Giappone quindi come facciamo?

Facciamo che chi ha tempo non perda tempo: una scarica di cazzotti in pieno volto ed ecco che sfila, caracollante ed ustionata dal sole, la silhouette di “Trash INC”, una modella da periferia koriniana accolta non dagli applausi del pubblico pagante ma dagli ululati dell’armonica a bocca. Guai a rimanere a bocca aperta: potrebbero entrarvi le mosche di Camposampiero o il coagulo noise della slide che inaugura i velenosi arpeggi bluesy del singolone “Born In The Swamp” (ci risentite “Nub”? Anche noi). Il countrybilly ulceroso con la cassona fuori tempo in d-beat di “Pussy Freak Blues” o le pentatoniche a comando di “Hey Hey” (con lo zampino luciferino di Big Bill Broonzy) vi sembrano troppo? Provate allora ad andare laggiù, ci sarebbe da dare una mano ai Black Flag a tirare fuori il loro van dal pantano di “I’m A Mistake”: vedrete che vi ringrazieranno. Dovesse poi Rollins essere in una giornata no, potete sempre appellarvi al secondo emendamento o, in alternativa, al blues primitivo di “Heavy Sick”, che ha qualcosa dei There Will Be Blood più tribali e scarnificati, ma con delle infiltrazioni elettroniche aggiuntive qui e lì: al selvaggio proiettile di “Snake Woman”; o, per i palati più fini, il garage-blues retrogusto surf, strozzato nel noise e devastato dal doppio pedale, di “Ghost Of The Record Store” (forse una trentina di secondi di troppo). Tentennate ancora? Siete tipi da Bildungsroman voi, altro che sveltina da racconto breve a puntate: la risposta che cercate è, con ogni probabilità, fra le pieghe di “Sea Dog”, narrazione del Delta fra arpeggi oscuri, pigre slide e melodie sospese. O era tutto uno scherzo e vi consolava l’idea del superkick conclusivo di “Rock’N’Roll Anarchy”?

Beati voi che avete sempre voglia di scherzare.

V Voti

Voto degli utenti: 7/10 in media su 1 voto.
10
9,5
9
8,5
8
7,5
7
6,5
6
5,5
5
4,5
4
3,5
3
2,5
2
1,5
1
0,5

C Commenti

Non c'è ancora nessun commento. Scrivi tu il primo!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.