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R Recensione

5,5/10

These Monsters

Heroic Dose

Non riuscirono a distinguersi allora, con il pur notevole debutto “Call Me Dragon” ed un potente assetto alt-rock subissato di staffilate jazz: molto difficile possano riuscirci oggi, dopo la dipartita del sassofonista Jonny Farrell, l’elemento che più di ogni altro garantiva al loro sound imprevedibilità e ricchezza. I These Monsters, da Leeds, UK, affrontano l’impegnativa boa del secondo album studio praticamente sotto silenzio: quasi a segnalare la definitiva accettazione di uno status quo, impegnativo, di cruciale sottoesposizione mediatica – al di fuori di qualche webzine inglese, pare che nessuno ne abbia parlato –, “Heroic Dose” rimodella il proprio raggio d’azione secondo un minimalismo strumentale assolutamente voluto, probabilmente necessitato, sicuramente vetusto.

Se l’esatta delimitazione dello stile dei These Monsters di tre anni fa sembrava mancare (v’era un po’ di post rock, una marcata timbrica metallica, fiati psichedelici applicati ad algoritmi noise), per il sophomore non si tentenna un solo istante: abbiamo di fronte un disco che si serve di ruvidità punk per scoperchiare piccole pepite sludgy. I Black Flag di “Slip It In” lo facevano già, trent’anni fa, con una pesantezza marcata ed una genialità molte spanne sopra quella dimostrata dai tre ragazzotti britannici. L’Henry Rollins della situazione, Sam Pryor, è contemporaneamente chitarrista e autore di trame melodiche a tratti interessanti, per quanto spesso troppo simili tra loro: la sua mano regala, comunque, degli sprazzi di notevole intensità in una “Harder And Faster” (dove interviene anche Owen Brinley dei disciolti Grammatics) che, partita sostenuta, si addormenta lentamente in una decalcomania lizardiana – interessante notare, peraltro, come in coda a “Your Mother’s Lover” si riproponga, con variazione minima, lo stesso riff. Le linee vocali, monocordi pur se scartavetranti, appiattiscono drasticamente il valore del disco: inquadrato in una prospettiva meno verticistica, come nel curioso swing-core di “Survivalists Get All The Girls” (plauso all’eccellente batterista Tommy Davidson), “Heroic Dose” sarebbe certo foriera di maggiori soddisfazioni.

Non molto, in realtà, rimane da dire. In meno di mezz’ora tutto è finito, la pagina voltata, la sola “Very Strong, Very Clever” – dal crescendo chitarristico quasi grunge – da ricordarsi per il lato eminentemente musicale, “Punk Floyd” (tagliente boogie-punk che, dal vivo, deve essere irresistibile) per il divertente calembour. Al disco, uscito a metà maggio, i These Monsters hanno fatto seguire in settembre un mediocre 7”, “The Swamp / The Dogs”, che ne ammorbidisce molti spigoli grezzi, senza tuttavia restituire la complessità strutturale di “Call Me Dragon”: davvero poco rilevante.

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