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R Recensione

7,5/10

Wu Ming Contingent

Bioscop

Il nome Wu Ming è ormai una affermata garanzia di qualità e di originalità del pensiero, sempre libero e non condizionato, per quanto riguarda la letteratura. Il collettivo di scrittori (una volta si sarebbero chiamati agitatori culturali), in prima fila in battaglie civili e sociali (e quindi per questo stesso politiche nella più alta accezione del termine), lo troviamo ora anche nella musica, con questo Wu Ming Contingent fondato da Wu Ming 2 alla voce e Wu Ming 5 alla chitarra, con Cesare Ferioli alla batteria e Yu Guerra al basso e voci. Non è il loro primo impegno in questo campo, avendo in passato collaborato il primo con il quintetto hard-core Frida Frenner, che nel 1995 accompagnava Enrico Brizzi nel reading ispirato al romanzo Jack Frusciante è uscito dal gruppo, e il secondo, sempre negli anni novanta, con i Nabat, seminale e fondamentale punk band italiana. Anche nel passato di Yu Guerra e Cesare Ferioli ci sono esperienze simili, dagli X-Ray Men, che collaborano con il poeta Gilberto Centi per la realizzazione del reading "Il navigatore cieco", al disco di Enrico Brizzi e YuGuerra, La Vita Quotidiana in Italia. E queste sembrano proprio essere le cifre stilistiche del Wu Ming Contingent, da una parte il legame stretto con la letteratura ed il reading, dall’altro l’approccio punk alla musica, anche se loro sembrano rifiutare il paragone con band quali Massimo Volume o Offlaga Disco Pax, preferendo come padri ispiratori Joy Division e P.I.L., o  Lou Reed e Patti Smith. Sicuramente in questo lavoro, che ripropone adattandole in musica dieci mini biografie scritte a suo tempo per un periodico a diffusione nazionale, c’è molto punk dei primi anni ’70. Evidente in Soldato Manning (definito un Robyn Hood al silicio) l’eco delle New York Dolls, in un brano tirato, ritmato, punk, più parlato che cantato,così come affiorano Ramones e Television in La Notte del Chueco, punk primi ’70 con un accenno di melodia quasi pop nel ritornello.  

Ad un ascolto attento, si scorgono anche influenze black. In La Rivoluzione (non sarà trasmessa su Youtube) rivedono a modo loro la celebre Revolution Will Not Be Televised di Gil Scott-Heron, arricchendola di citazioni relative al mondo della comunicazione contemporanea (Fabio Fazio, Endemol, Youtube, Facebook, Benigni, Grillo, X Factor), ricordandoci che la rivoluzione si fa con ogni mezzo necessario (altra citazione, da Malcom X), ma nessun mezzo è necessario per fare la rivoluzione. Brano splendido, con un sax infuocato che si innalza sulle chitarre incendiando le polveri. Il sax di Guglielmo Pagnozzi introduce Italia Mistero Kosmiko, brano dall’aria funky dedicato all’archeologo spaziale Peter Kolosimo, e in Dio Vulcano! spuntano ritmi black e andatura in levare alla Clash.

Ma anche la memoria dei primi C.C.C.P. sembra essere presente nel bagaglio musicale del Wu Ming Contingent, emerge nel ritmo serrato di Peter Norman, e nella splendida Cura Robespierre, in cui, su un ritmo pulsante sostenuto da chitarra e batteria, si propone la cura del celebre rivoluzionario francese per questi tempi idioti e ottusi, e per i moderati (volete Coca–Cola senza caffeina, volete sigarette che non facciano fumo, volete amare il prossimo purché non vi disturbi, né destra né sinistra). A fronte di questi moderati che vogliono la rivoluzione senza rivoluzione, il Wu Ming Contingent tratteggia le figure di dieci uomini rivoluzionari, da Juan Manuel Fangio, a Ho Chi Minh, da Bradley Manning al brasiliano Sócrates, il cui tentativo di praticare una rivoluzione democratica nel calcio, ricordato nel brano omonimo, si scontrò con un’Italia periferia della Milano da bere. Chiude il disco Stay Human: in un quasi recitato su un ritmo incalzante e insistente, le parole di Smisurata  Preghiera di Fabrizio De André (come una svista, come un’anomalia, ostinato e contrario) vengono usate per descrivere il cooperante italiano Vittorio Arrigoni ucciso in Palestina, e il brano si  trasforma in una critica feroce alla Apple e alla sua visione della società contemporanea. Un grande esordio per il Wu Ming Contingent, che ci fa attendere con ancora più interesse il già annunciato secondo capitolo, dedicato a dieci figure femminili.  

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