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R Recensione

5,5/10

Editors

The Weight Of Your Love

Avevo vaticinato, a seguito delle prime dichiarazioni sul disco: “Addio anche agli Editors”. Poi è venuta la dipartita del chitarrista Urbanowicz (se uno che ti scrive il riff di Munich se ne va per “divergenze artistiche” c’è da temere). Non c’è da stupirsi allora se mi sono avvicinato a “The Weight of your love” solo a distanza di un mese dall’uscita.

The Weight si apre con dei violini sinuosi. Oddio, nei prossimi 3 minuti potrebbe accadere di tutto. Le dichiarazioni parlavano di “chitarre acustiche” e nuove direzioni. Mah, stiamo a sentire. La traccia di apertura sfocia così in uno stomp farcito di chitarroni. Smith che canta come Matthew Bellamy provoca inquietudine nell’indie kid che risiede in me.Al virus “arena rock” non si scappa. Dopo aver contagiato pazienti più o meno prestigiosi, è il turno degli Editors.

Panico sul giro di basso alla Muse di “Sugar”, infatti il risultato finale non è così distante dalle ultime fatiche (per l’ascoltatore) del trio inglese. Quanto meno gli Editors conservano un minimo di buon gusto. Il singolo "A Ton Of Love" diciamolo, non è da buttar via pur impallidendo al confronto coi predecessori; epica all’U2 seconda maniera, ritornello in cui affiorano addirittura i Pearl Jam e riff accattivanti. Un bignami di arena rock tutto sommato ben fatto.

What is it this thing called love?” No, non è Bon Iver al microfono, è Smith che per la prima volta prova il falsetto. Le doti canore del frontman non si discutono. Il risultato è una ballata, forse quella con la melodia più lavorata del disco, che al netto di un’eccesiva leziosità risulta piacevole. “Honesty”: di nuovo violini sinuosi alla Suede di “Everything Will Flow” (magari) che non sembrano essere un riferimento troppo buttato a caso per l’album e una melodia non male eccessivamente caricata di cori. Anche il nome Echo and the Bunnymen potrebbe essere tirato in ballo. Il problema però non sono i riferimenti: l’album si regge in piedi fino alla 5 traccia poi si accascia.

Indigestione di violini in “Nothing” che, nomen omen, non ha altro da offrire alle nostre orecchie. Canto squarciagola e coretti in risposta in “Formaldehyde”, già sentito. “Hyena”, di nuovo in odore di Muse e il mid-tempo “The Phone Book” sono il meglio che la coda dell’album ha da offrire. A tratti riaffiorano le vecchie linee vocali nella piatta e conclusiva “Bird of Prey”.

Le canzoni sfruttano fino all’esaurimento degli hook già non molto attraenti, che alla fine si aggrappano stremati a cariche di cori ed archi. Il ritmo è piatto, ci sono poche scosse. Già dati via il basso ritmico e le chitarre effettate, ora anche i synth sono messi da parte. Campo libero ad archi e strumentazione da “rock classico”. Per chi si aspettava un lavoro sul livello dei precedenti (al sottoscritto “In This Light And On This Evening” non era affatto dispiaciuto) la delusione c’è.

Dichiaratamente il tema dell’album è l’amore, gli Editors certamente non saranno né i primi né gli ultimi a trattarne, ma le inquietudini (post-) moderne e umane fotografate negli album precedenti hanno tutto un’altro sapore. Fateci caso, perfino le copertine parlano chiaro: il lucido biancore floreale di quest’ultima è l’estremo opposto delle arcate buie di “The Back Room”. E se con “An End Has A Start” ci si muoveva negli stessi territori, con “In This Light And On This Evening” il gruppo cambiava solo la veste sullo stesso scheletro revivalista.

Ora, pare che ormai gli Editors abbiano buttato la chiave della stanza sul retro, e non sembra abbiano intenzione di mettersi a cercarla.

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Voto degli utenti: 5,4/10 in media su 7 voti.
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hiperwlt 4,5/10
Cas 5,5/10
lizarking 8,5/10
Ciccoman 4,5/10

C Commenti

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Randolph_Carter (ha votato 5,5 questo disco) alle 16:35 del 30 luglio 2013 ha scritto:

poche idee, pochissima ispirazione... portano a casa la sufficienza scarsa solo perché sono un gruppo con basi artistiche solide e perché non si avventurano in chissà quali progetti sperimentali per nascondere il vuoto artistico.

Dr.Paul alle 17:04 del 30 luglio 2013 ha scritto:

eh si poche idee peccato! poi leggere per ben due volte il nome dei muse nella rece di un disco editors fa male, malissimo ) lunga vita al precedente In This Light And On This Evening!!! lucido e preciso Vito!!

Lezabeth Scott alle 17:22 del 30 luglio 2013 ha scritto:

Mi piaceva il primo disco, quello dove c'era "The Racing Rats". Quello era un pezzone.

Sor90, autore, alle 20:54 del 30 luglio 2013 ha scritto:

Dr. Paul, sono contento di non aver deluso le aspettative come invece hanno fatto gli Editors. Che poi (ora trucidatemi) a me i Muse piacevano fino al terzo disco e anche abbastanza, ma conoscendo la tua idiosincrasia per i Muse... XD Il precedente ha dei bei pezzi (Eat Raw Meat = Blood Roll il mio preferito) è stato accolto davvero troppo malamente!

@Lezabeth quello era il secondo, gran bell'album

Lezabeth Scott alle 21:00 del 30 luglio 2013 ha scritto:

Ah si, scusa, era il mio primo allora. Cioè il primo che ho ascoltato.

Sor90, autore, alle 21:05 del 30 luglio 2013 ha scritto:

Ma si figurati, è che sono un rompipalle

Franz Bungaro alle 8:52 del 31 luglio 2013 ha scritto:

Secondo me gli Editors non esistono. Non sono mai esistiti. Sbrodolonate tronfie e piene di testosterone applicate a clichè stancanti per ragazzini tra il tamarro ed il sono tamarro ma non me ne sono (ancora) accorto. Questo disco conferma. Quindi, non esiste.

FrancescoB alle 9:05 del 31 luglio 2013 ha scritto:

Non so se esistano, ma so che li trovo da sempre ai limiti dell'insignificante. Non orrendi, ma talmente piatti e afflosciati sugli standard pop/wave da essere ad un passo dal nulla. Muzak per chi si è perso il rock.

Sor90, autore, alle 13:20 del 31 luglio 2013 ha scritto:

Amazza oh! che cattivi, per me i primi due dischi volano oltre l'8. Nessuna band new new wave ha il loro talento melodico Gli Interpol sono ad altri livelli compositivi, ma non hanno lo stesso talento nel creare anthem e soprattutto si sono afflosciati al secondo disco. Poi capisco che per gli appassionati della new wave ottantiana possano risultare oltre modo derivativi, ma insignificanti addirittura?

Cas (ha votato 5,5 questo disco) alle 13:43 del 31 luglio 2013 ha scritto:

sono in parte d'accordo con te, sor. il primo disco è un bel dischetto di wave oscura, il terzo un'ottima (lo sto riascoltando in questi giorni) incursione in territori synth (incursione che ha toccato diverse band che sono state di conseguenza trattate piuttosto male, penso ai Bloc Party e ai Franz Ferdinand). a questo ho dato solo un ascolto e non mi è sembrato il Male. vedremo, insomma, senza pregiudizi

Franz Bungaro alle 14:21 del 31 luglio 2013 ha scritto:

ATTENZIONE: Mai detto che gli Editors sono il male, ho semplicemente detto che non esistono.

Dr.Paul alle 14:37 del 31 luglio 2013 ha scritto:

eh mo adirittura non esistono, tu commenti sotto le loro recensioni.... quindi ci sono, eccoli qui! anche il discorso di francesco riguardo il "afflosciarsi sugli standard" non lo capisco. chi è che non lo fa? muzak x chi non ha ascoltato il rock? ma quale rock? quale rock dobbiamo preservare e difendere? tutti si afflosciano e si appiattiscono, anch echi si maschera da avant, bisogna solo cercare di capire se le canzoni, di questo parliamo di canzoni...insomma se le canzoni funzionano. e in molti casi le canzoni degli editors hanno funzionato. x me sono gruppo da compilation xche in verità non li ho mai amati, sono partiti come copia sbiadita degli interpol, il secondo album (An End Has a Start) è stato una copia della copia, mentre il terzo imho è ad un passo dal capolavoro.

Franz Bungaro alle 8:38 del primo agosto 2013 ha scritto:

« … Orbene io ti dirò, e tu ascolta accuratamente il discorso, quali sono le vie di ricerca che sole sono da pensare: l'una che "è" e che non è possibile che non sia, e questo è il sentiero della Persuasione (infatti segue la Verità);

l'altra che "non è" e che è necessario che non sia, e io ti dico che questo è un sentiero del tutto inaccessibile: infatti non potresti avere cognizione di ciò che non è (poiché non è possibile), né potresti esprimerlo.

… Infatti lo stesso è pensare ed essere. » (Parmenide, "Sulla Natura")

Lezabeth Scott alle 14:32 del 31 luglio 2013 ha scritto:

"Papillon", per dirne una, grondava testosterone a randa, come dice Franz. Roba che neanche una colonia di cervi durante la stagione degli amori. In linea di massima, però, la penso come Sor. Almeno per quanto riguarda i primi lavori.

Dr.Paul alle 14:39 del 31 luglio 2013 ha scritto:

non sei l'unica a pensarla cosi su papillon!! )) su sdm hai qualcuno che la pensa come te!! ))) a me tutto sembra meno che testosteronica, anzi è un potenziale inno gay.

FrancescoB alle 20:42 del 31 luglio 2013 ha scritto:

Ma va Paul non c'è nessun Rock da preservare. Dico solo che, per come li ricordo, gli Editors sono simpatici e anche bravini ma - per me - inconsistenti. Per me la musica è vita e morte (sì sono un fanatico), per loro e per la schiera di amici si tratta di un modo divertente di passare il tempo, quindi ecco li percepisco molto lontani, per quanto sicuramente validi e bravi.

Dr.Paul alle 14:08 del 2 agosto 2013 ha scritto:

mbah non sono per niente d'accordo, per te la musica è vita e morte, per loro un modo divertente di passare il tempo...come dire che quesato tipo di gente cosi è talmente imbecille da trastullarsi con queste sciocchezze innocue!! no rifiuto in toto una logica classista come questa, è paurosa veramente!! no!

Franz Bungaro alle 14:41 del 2 agosto 2013 ha scritto:

a proposito di logiche classiste nella musica, indovina chi scriveva queste cose circa un anno fa, "hipsters, è un disco per ragazzini", ecc. ecc.... (cancello i riferimenti per rendere la cosa più gustosa ) "come dice una tizia sotto il video di XXXX su youtube : "hipsters must love this shit". ghghgh no bè disco carino e niente più, mi accodo a gull. è ovvio che è un disco che piacerà ai giovanissimi, non ce lo vedo un adulto impazzire per XXXX...si ok rebby è una sana eccezione anche x disco abbastanza ripetitivo e troppo radioheadiano in alcuni frangenti!

Dr.Paul alle 15:37 del 2 agosto 2013 ha scritto:

bravo franz, 4° intervento sotto il nulla, è record. biscardi ne prenderà nota! ahah

Sor90, autore, alle 14:37 del 2 agosto 2013 ha scritto:

Ma non stiamo un po' esagerando? A parte il fatto che uno può metterci tutta la passione di questo mondo e fare comunque schifo musicalmente, come si fa a valutare una cosa del genere? Possiamo fare un discorso più "tecnico", per il quale non darei mai 9 a uno dei loro dischi. Il resto è soggettivo, per me sono uno dei gruppi più emozionanti degli ultimi dieci anni. Proprio per evitare questo discorso nella recensione non ho parlato di "musica commerciale" et similia... anche perchè un minimo di credibilità l'hanno mantenuta a mio parere (per questa volta).

Franz Bungaro alle 15:40 del 2 agosto 2013 ha scritto:

Quinto! Non mi batte più nessuno!

Dr.Paul alle 15:50 del 2 agosto 2013 ha scritto:

eh no, per fare pubblicità al nulla sei imbattibile eheheh..... tutto il resto è noooiaaa no non ho detto gioia ma noia noia noooiaaaa

FrancescoB alle 17:01 del 2 agosto 2013 ha scritto:

Uè calma Paul sei tu che mi spaventi se fai così

Naturalmente puoi rigettare la mia impostazione, ma io tendo a innamorarmi della musica che riflette sensazioni e sentimenti "forti", musica ad alto tasso di espressività e forza (con le dovute eccezioni, naturalmente). Gli Editors da questo punto di vista mi dicono pochino, per questo non li amo, e lo stesso vale per moltissimo pop degli ultimi anni. Non vedo viscere, sangue né drammi, e neanche grandi passioni nella loro proposta, e non trovandoci particolari spunti formali non mi esaltano.

Dr.Paul alle 17:34 del 2 agosto 2013 ha scritto:

non saprei, ora hai fatto retromarcia a tutto gas. prima hai detto che "per loro (gli editors) e per la schiera di amici si tratta di un modo divertente di passare il tempo." ma come si fa a sostenere una cosa del genere? tu ami la musica ad alto tasso di espressività e forza? e chi è quel fesso che ama la musica a scarso tasso di espressività? io non ne conosco! muzak x chi si è perso il rock? scommetto che tu non sei fra questi! eheheh....francesco, che tu non veda viscere, sangue e passione non è un problema, riguarda te. non è una peculiarità degli editors!!! c'è una bella differenza imho!

FrancescoB alle 17:41 del 2 agosto 2013 ha scritto:

Non è una retromarcia, e non capisco perché infastidisca tanto Paul: semplicemente questa mi sembra musica poco consistente. Musica "per passare il tempo" nel senso che (dal mio punto di vista) questo è uno svago, più che un modo di comunicare qualcosa di "profondo". Può essere che il problema sia mio, sono abbastanza fanatico da questo punto di vita

Ci mancherebbe il divieto di cercare nella musica uno svago: lo fa il 99% degli ascoltatori, e forse è un bene che io sia in minoranza.

Dr.Paul alle 17:51 del 2 agosto 2013 ha scritto:

eh vabbe quindi il 99% ascolta musica x svago (veramente rimango esterrefatto) e non c'è niente di male in tutto questo, tu sei l'1% che ascolta cose espressive e che vanno in profondo! gli altri la muzak xche si sono persi il vero rock (parole tue non c'è nulla da fraintendere)! tutto ok! non intervengo oltre altrimenti non capisci perche rimango infastidito!

FrancescoB alle 17:59 del 2 agosto 2013 ha scritto:

Si beh siamo una minoranza, mica significa che siamo meglio del popolino, anzi io Sono il Popolino

La maggior parte delle persone cerca nella musica cose abbastanza semplici, che non disturbino, che non ti costringano a muovere il culo: in altre parole cose divertenti e rassicuranti. Piacciono anche a me, ma spesso voglio qualcosa di diverso (non migliore né peggiore, semplicemente diverso). Sì, non capisco perché trovare un po' inconsistenti i gruppi come gli Editors possa dare fastidio Paul

Ho letto cose terribili su artisti che amo, che Coltrane fa roba ingarbugliata e noiosa, che i Replacements fanno schifo e non sanno suonare etc...Dipende sempre da cosa cerchi: e io di norma non cerco gruppi come gli Editors.

Dr.Paul alle 18:18 del 2 agosto 2013 ha scritto:

francesco ma gli editors non c'entrano nulla in tutto questo discorso!! io ho detto che su 4 album per me ne hanno fatto 1 buonissimo e gli altri mediocri! quante altre volte lo devo scrivere? 2 giorni fa ci dici che le guerre tra generi non le fai più ma ne fai altre. etichettare muzak ciò che non piace a te (genere musicale o band singole è la stessa cosa) è un segnale distensivo? spiegami xche probabilmente mi sono perso qualcosa! dire che un determinato genere di pop rock sia per gente che si accontenta dello svago è un segnale di pace? dire che tu ascolti musica espressiva...lasciando intendere che gli altri si accontentano di robetta inespressiva e/o di intrattenimento è un altro dei tuoi segnali distensivi e pacifisti? ultima cosa: ma ce l'hai l'aria condizionata nella camera da dove ci scrivi? lollllllll

Matteo Giobbi (ha votato 4,5 questo disco) alle 18:43 del 16 agosto 2013 ha scritto:

Misero, misero, peccato.

Salvo in corner Nothing.

Dusk alle 0:42 del 25 novembre 2013 ha scritto:

Bella recensione collega voglio riascoltarlo prima di votare, anche se una mezza idea (o forse intera) già la ho...