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R Recensione

7/10

Marco Notari

Io?

Approda al terzo disco il cantautore torinese, dopo i riconoscimenti ottenuti con i lavori precedenti (miglior artista indie nel 2006, miglior tour di una band esordiente nel 2007) e lo fa con convinzione, producendo un lavoro maturo, scritto ottimamente sia nei testi che nelle musiche. Un disco che colpisce fin dalla copertina, coloratissima, cartonata, con hard cover rilegato a libro, e splendidi disegni di Tommaso Cerasuolo dei Perturbazione. E colpisce anche nel  titolo, con quel punto interrogativo dietro al pronome io, che nasconde una ricerca e analisi di se stesso e su se stesso. Esplicito in questo il brano omonimo, che apre il disco, in cui l’autore vede se stesso nel giorno della sua nascita.

Dal punto di vista dei testi colpisce la maturità raggiunta da Notari, la capacità introspettiva e di analisi di se stesso, e con se stesso anche dell’animo umano. La capacità di descrivere con poche parole sentimenti e sensazioni profonde degli uomini, e i momenti più intensi della vita (la nascita, l’amore, la guerra, la morte, il potere), tutto visto attraverso gli occhi di persone singole, semplici e normali (la nonna Dina) o più conosciute (Hamsik, il capitano della nazionale Slovacca che eliminò l’Italia ai Mondiali di calcio del 2010), o veri e propri eroi che, nel momento del compiersi della loro impresa storica, pensano ad una normale storia d’amore, come raccontato in Apollo 11, brano dalla grande atmosfera, con una coda strumentale avvolgente, in cui una chitarra elettrica cerca di ricreare i suoni immaginari di quell’allunaggio. Esempio perfetto di questa maturità compositiva è vedere come sia riuscito a parlare di un tema pesante come la guerra (e ciò che dietro la guerra si nasconde, come il razzismo, l’economia, la religione) in maniera così apparentemente leggera come in L'Invasione Degli Ultracorpi.

Dal punto di vista strettamente musicale, di questo disco colpisce l’uso intelligente dell’elettronica, che non soffoca mai i brani, anche quando è preponderante, anzi, valorizza la voce e le aperture melodiche e acustiche, come accade nel rock spigoloso di Hamsik, uno dei vertici del disco, uno dei brani più riusciti ed intensi (con un testo che fotografa in maniera impietosa l’Italia di oggi) o in Dina, costruita su suoni che si stratificano lentamente e creano una atmosfera intensa e calda, a dispetto dell’uso massiccio dell’elettronica, o ancora in La Terra Senza L'Uomo, un brano molto elettronico, veloce, schizzato, con un gran testo che racconta la distruzione della terra ad opera dell’uomo.

Molto riusciti anche i brani più melodici e introspettivi, come Le Stelle Ci Cambieranno Pelle (ospite Tommaso Cerasuolo), una canzone dalla melodia splendida, contrappuntata dal piano, Io, Il Mio Corpo e L'Inconscio, ballata riflessiva e autoriflessiva, piena di suoni affascinanti e sognanti, o Canzone D'Amore E D'Anarchia.

Supportato dal geniale il video di Le Stelle ci cambieranno pelle, non a caso Video vincitore del P.I.V.I. 2011 come miglior video (avendo ottenuto ben 5 nomination per miglior fotografia, miglior soggetto, miglior montaggio, miglior regia, miglior video), arrangiato e prodotto egregiamente, anche con l’aiuto di quel genio Taketo Gohara, presso le Officine Meccaniche e lo studio mobile la Cupa (una buona parte cioè del suono di Vinicio Capossela), il disco rappresenta infine una sorta di auto analisi (molto espliciti in questo senso anche alcuni titoli dei brani) con cui Notari indaga nel suo animo, e facendolo anche nell’animo di tutti noi.

V Voti

Voto degli utenti: 7/10 in media su 2 voti.
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Zioservo 10/10

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