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R Recensione

8/10

The Black Crowes

The Southern Harmony And Musical Companion

Nessuno inventa niente, ormai. Certo, hai il tuo bel navigatore GPS con la voce da Tremonti robotico e il savoir-faire di KITT, che può tornarti utile per un giro turistico sulla spiaggia di Capocotta. Tuttavia i romani nel III secolo d.C. già riuscivano a orientarsi tramite un pratico sistema portatile di bicchierini, più “intuitivo” e meno rompiballe. E sempre alle migliori menti creative dell’Impero di Costantino (l’unico tronista d.o.c.) è dovuto l’illustre antenato del famigerato coltellino svizzero, orgoglio nazionale elvetico e di tutti i lentigginosi boy-scout con un manuale delle Giovani Marmotte nello zainetto. Qualche migliaio d’anni in copyright andati a puttane, e gloria eterna al paese del cioccolato fondente e di Heidi: almeno togliete quella bandiera crociata dal feticcio rosso e rimpiazzatela con una lupa, please.

Anche i fratelli-coltelli Chris e Rich Robinson non furono particolarmente innovativi nel 1985, quando dalla natia Atlanta cominciarono a esibirsi con una band di virile blues-sudista chiamata Mr. Crowe's Garden. Accantonati presunti riferimenti esoterici con un minaccioso e perentorio “The Black Crowes”, questi esteti della tradizione con il cuore ben piantato nei Settanta e l’anima affittata al diavolo sull’incrocio della piantagione Dockery intraprendono cocciuti la loro personale rivisitazione rock-blues di Faces, Stones, Jeff Beck e Lynyrd Skynyrd, e grazie alla Def American del pigmalione Rick Rubin pubblicano nel 1990 l’acclamato “Shake Your Money Maker”. Un album multiplatino da cinque milioni di copie, con i fortunati singoli “Hard To Handle” (dell’immenso Otis Redding), “Twice As Hard” e la ballatona da fari spenti “She Talks To Angels” sospinti dalla voce del neo-hippie Chris Robinson, che si candidava come autentico e credibile figlioccio del giovane Rod Stewart (e di Jagger, of course).

“…I've kept secret your superstitions…And all its twisted wisdom that i fell into…Sister can you try and find me?”

Attraversato da una rustica aurea southern-rock fin dal titolo e ancora prodotto dall’ottimo George Drakoulias, il successore “The Southern Harmony And Musical Companion” entra nei negozi nel maggio 1992, rinsaldando il cordone ombelicale che lega il suono di sesso e Jack Daniel’s dei Corvi Neri agli zii Allman Brothers e al chitarrismo spaccone di Gary Rossington. Con sporadiche incursioni heavy dal dinamismo zeppeliniano (“No Speak No Slave”) e il santino del solito Richards infilato nella patta dei pantaloni di velluto (gli amati riff blues di “Hotel Illness”, che aggiornano “Honky Tonk Woman” al tempo dell’osmosi grunge). In “Sting Me” la batteria scolpita di Steve Gorman e le chitarre stradaiole di Rich Robinson e Marc Ford, al posto dell’ex Jeff Cease, iniziano a dialogare tra lussuriosi cori femminili e la roca soulness del selvatico Chris: un torrido e umido hard-blues che insiste dalle parti delle invincibili Pietre Rotolanti epoca ’69\’71, stavolta in zona “Gimmie Shelter”.

Fanno il loro sporco lavoro il single “Remedy” e le sue corali svisate elettriche accompagnate dal basso di Johnny Colt, l’epico sentimentalismo che conosce bene chi è nato nel Sud degli Stati Uniti (l’insinuante ballad “Thorn In My Pride”, con le tastiere di Eddie Harsch a ricamare su bucoliche note folk e poi elettriche in un crescendo gospel), una preghiera laica di viscerale soul (“Sometimes Salvation”) e la potente melodia rock à la Page di “My Morning Song”, luci di un mosaico che non è soltanto un onesto e riuscito cliché dal passato. I Black Crowes dei Robinson Bros. non fanno rivoluzioni né inventano nulla (e neppure il coltellino svizzero, d’altronde), suonano semplicemente l’istinto delle proprie radici e se questo coincide con il buon vecchio rock’n’roll tanto meglio. Perché, come ci ricorda l’acustica “Time Will Tell” di Bob Marley in chiusura, sarà solo il tempo a giudicarci, e a raccontare ciò che siamo nel presente.

 “…Time alone, oh! Time will tell…Think you're in heaven, but you're living in hell…”

V Voti

Voto degli utenti: 7,2/10 in media su 8 voti.
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DANCICA 10/10
luca.r 5/10

C Commenti

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ozzy(d) (ha votato 7 questo disco) alle 0:12 del 21 dicembre 2010 ha scritto:

Preferivo "Amorica" ( anche per la copertina, ça va sans dire ghghgh).

Dr.Paul (ha votato 4 questo disco) alle 13:40 del 21 dicembre 2010 ha scritto:

questo appena uscì mi piacque molto, moltissimo! riascoltarlo oggi non ce la farei....antico! ))

Dr.Paul (ha votato 4 questo disco) alle 13:41 del 21 dicembre 2010 ha scritto:

sorry volevo dare tre stelle e non due...

NathanAdler77, autore, alle 18:20 del 21 dicembre 2010 ha scritto:

E' proprio vero Gulliver, "tira più un pelo di f**a in salita che un carro di buoi in discesa"...

Fino a "Amorica" i corvacci non hanno sbagliato un colpo, tra i migliori custodi della vecchia tradizione rock-blues, e da "Warpaint" sono tornati in formissima. Dal vivo hanno un tiro grandioso, i veri eredi degli Allman: date un ascolto ai bootleg-live sul bel sito ufficiale...Dottore cosa mi combina con quel due stelle? Pensava di votare Muslera a Torino?

Dr.Paul (ha votato 4 questo disco) alle 18:33 del 21 dicembre 2010 ha scritto:

muslera è carne fresca dai, il southern-rock-very-old-style è morto e sepolto dal '71, fortunatamente senza lasciare proseliti ghghg di buono ha lasciato il southern comfort! )) un mix di whiskey, arancia, vaniglia e derivati di cannella, da molti considerato come il parente più dolce dei liquori che hanno come base lo Scotch.

NathanAdler77, autore, alle 18:57 del 21 dicembre 2010 ha scritto:

RE:

Purtroppo qualcosa di marcio ha lasciato in giro, vedi quel cafone di Kid Rock e i campagnoli milionari KOL... ghghgh

ozzy(d) (ha votato 7 questo disco) alle 19:14 del 21 dicembre 2010 ha scritto:

beh anche il disco con jimmy page del 2000 non era malaccio comunque.

SamJack alle 20:41 del 21 dicembre 2010 ha scritto:

Disco che personalmente mi piace parecchio ma, devo ammettere, non brilla per particolare originalità...è solo una ripresa, con personalità certo, ma solo una ripresa appassionata.....

thin man (ha votato 8 questo disco) alle 22:03 del 28 gennaio 2011 ha scritto:

Grande disco di revival southern. Bella lotta con "Shake Your Money Maker"

PetoMan 2.0 evolution alle 16:00 del 17 dicembre 2011 ha scritto:

il southern-rock-very-old-style è morto e sepolto dal '71

in effetti questa è una delle cose più divertenti che io abbia mai letto. e magari il progressive è morto nel '69. belle storie, gente che ne capisce di musica, che legge le riviste, mica pippe.

zagor alle 16:00 del 25 marzo 2019 ha scritto:

che goduria di disco, riascoltato ieri. in "sometimes salvation" i fratelli si superano.