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R Recensione

5/10

Dr. Dog

Be the Void

Ai Dr. Dog "avevamo dato due possibilità" (cit. omissis): una in studio, dando sfogo ad entusiasmi inediti, e una dal vivo, a conferma della qualità della loro proposta. A distanza di quattro anni, e con gli animi stemperati dalla discreta prova intermedia del 2010 ("Shame, Shame") riascoltiamo il sestetto della Pennsylvania alle prese con il loro settimo album.

 

Li ricordavamo citazionisti, o addirittura "Derivativi sì, ma dalla vena compositiva eccellente" (cit. Francesco Targhetta) e li ritroviamo derivativi, al solito, ma dalla vena compositiva assente. Il primo istinto è stato quello di recuperare "Fate" (oppure "Easy Beat" del 2005) per verificare eventuali errori di valutazione commessi e ristabilire equilibri da "senno del poi". Niente da fare: pur ammettendo un eccesso didascalico nella riproposizione dei canoni rock '60, brani come "The Old Days" o "The Ark" continuano a sembrare rari esempi di perfezione pop-rock. Quindi, scongiurata la svalutazione retroattiva dei Dr. Dog, un disco come "Be The Void" proprio non si spiega. Il citazionismo vigoroso e "arty" del passato recente ripiega in uno sconclusionato pastiche sonoro che lambisce le frontiere pop dei primi Blur ("Lonesome"), banalizza il vintage dei primi Strokes ("These Days") e cade troppo spesso in una ripetitività torpida ("Do the Trick", "How Long Must I Wait?") o sciocca ("Big Girl", "Warrior Man").

 

"Be The Void" sembra un disco composto in fretta, per contratto: perchè i Dr. Dog hanno dimostrato ben altre capacità e continuano a sfoderare intrecci ritmico/melodici interessanti ("That Old Black Hole"), un utilizzo delle chitarre lontano dal solito "chording" tipico delle indie-bands ("Vampire") e quella passione per gli anni '60 ("Over Here, Overe There") che se da un lato possiamo ben condividere, dall'altro sappiamo potrebbero sfruttare meglio. Per quanto siate bravi non potrete mai smettere di impegnarvi, non dite che non lo sapevate.

V Voti

Voto degli utenti: 5,3/10 in media su 3 voti.
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C Commenti

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target (ha votato 5 questo disco) alle 12:40 del 27 febbraio 2012 ha scritto:

derivativi ma dalla vena compositiva assente

Purtroppo è così. Poteva uscire un discreto Ep di 4-5 pezzi, da queste sessioni. Ma un disco di 12 no. Codiasianamente d'accordo su tutta la linea (e grazie per la generosa citazione ).