Robyn Hitchcock
Love from London
Se, come dice Robyn Hitchcock, le sue canzoni sono quadri da ascoltare, proviamo a ribaltare i termini e facciamo suonare la copertina , opera , come i dieci pezzi di Love from London, di uno degli ultimi grandi eccentrici del rock inglese, fresco di compleanno da sessantenne.
Sullo sfondo verde acquatico cè una strana figura, metà uomo metà sfera (sarà uno dei vegetali ai quali il Nostro è tanto affezionato?) che ,come recita il cartello, è il modo in cui Robyn vede la banca. Simbolo dellodierna società , creatura onnipresente nella vita di ciascuno, malefica entità pronta a fagocitare tutto nella sfrenata corsa al profitto .
Ma , nonostante tutto, il titolo recita: Amore da Londra, come dire cè qualcosa di buono anche nella City. Se sia questo o meno il significato voluto dallautore non è dato sapere, quel che è certo è la qualità del nuovo album solista del leader dei Soft Boys e artefice di mille avventure tra realtà e fantasia, ortaggi, galline e treni. Il disco è una raccolta di semplici canzoni che funziona anche, nel tipico stile surreale di Robyn, come riflessione su vita e società, senza risparmiare qualche accenno ai guasti che i tempi odierni causano sullessere umano, ed il contenuto musicale è Hitchcock ai livelli migliori, con meno propensione a volare sulle correnti psichedeliche del passato e maggiore concretezza e varietà.
Lavvio è da amore a prima vista con Harrys song, progressione di pianoforte che si arricchisce sul finale con gli archi di Jenny Adejayan e Lizzie Anstey, e pare un perfetto esempio di fusione fra rock e minimalismo. Be still , stranita descrizione di una contemplazione marina, insieme a Strawberry dress sono gli episodi più vicini allo stile classico dellautore, con le consuete impervie parti vocali supportate dai cori di Jenny Macro, Lucy Parnell e Anne Lise Frokedal .
Al terzo pezzo, Stupefied, spunta una tabla, strumento forse finora inedito nella discografia di Hitchcock, a sottolineare la cadenza dance del pezzo. Al quarto, I love you irrompe, con un potente ed ipnotico refrain, lelettronica, che ritorna nella citata Fix you , utilizzata però in modo funzionale al generale clima dinamico e brillante del disco. Devil on a string è un rockn roll alimentato a fiato e tirato a rotta di collo e Death and love , un altro dei vertici, potrebbe essere un classico jingle jangle dei sixties.
La conclusione del lavoro è affidata alla ballata dark My rain, prima che la dolce e malinconica End of time, ci conduca , su uno scroscio di unonda marina, ai saluti finali che Robyn ci lascia insieme al suo amore da ( e per ) Londra.
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