The Rock'n'Roll Kamikazes
All Kinds Of People
Il rock'n'roll, specie d'estate, piace a tutta la gente: dai rozzi incolti come noi, alle truppe di tamarri in trasferta balneare, ai cultori dell'altezza. Impossibile dire di no, arrivato il momento propizio, al classico disco che suona nella classica maniera con le classiche tempistiche: fa, ormai, parte del nostro dna. Se poi non fosse chiaro chi fa cosa (riusciranno i nostri eroi nell'improbo compito di farsi fraintendere?), ci pensano The Rock'n'Roll Kamikazes, banda di squinternati capitanati dal brutto faccione di Andy MacFarlane degli Hormonauts, ad urlare per tutti. Uno dieci cento mille lavori, tutti uguali, tutti bellissimi.
Come Berlusconi, insomma, non possiamo non sapere cosa abbiamo di fronte quando, coscientemente, scegliamo di ascoltare All Kinds Of People, secondo disco dopo l'esordio Tora! Tora! Tora! (...ecco) del 2011, a pochi mesi di distanza dalla prematura scomparsa del sassofonista Guy Portoghese. Non un briciolo di energia viene comunque disperso in una tracklist che fa della compattezza e dell'omogeneità i suoi maggiori punti di forza. Non ci si stupisce di nulla, appunto. Ciò nonostante, impossibile non godersi appieno la fantastica Mai Tai d'apertura, gioiellino surfedelico scappato alle 5.6.7.8.'s con indolenza Jerry Lee Lewis per contorno (provare per credere...). Tre minuti e mezzo di scossa. Poi si ritorna appieno nell'ordinarietà: rockabilly sfrenato tinteggiato di black in Bank Notes, l'energia di Johnny B. Goode ripresa nel beat sguaiato di Tutti I Venerdì, il blues terminale e vagamente psichedelico di Wreck lo stoner è dietro l'angolo , il rock cafone e quadrato della title track, ancora Chuck Berry su Who He?, il boogie alcolico di Physique e l'immancabile spazio per la ballata riverberata, invero un po' melensa, con Start Again.
Prendetene e divertitevi tutti. In primis, dal vivo.
Tweet