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Classifica 2009 di Marco Biasio
10. The Flaming Lips
Embryonic (Warner Bros 2009)
Jam session stonata e strafatta che fa da rinascita per uno dei gruppi cardine degli anni Novanta. Psichedelia filtrata in tutte le sue forme, spesso solo abbozzata, altre volte disciolta in migliaia di riverberi, riff sempre diversi, tastiere che spuntano da ogni dove, raramente davvero coatta ed insipida. Sono tornati.
9. OM
God Is Good (Drag City 2009)
8. BLK JKS
After Robots (Secretly Canadian 2009)
Uno schiaffo in faccia ai concetti ghettizzati di exotica e prog-core. Vengono dal Sudafrica ma non suonano come i Mars Volta, per il semplice desiderio di voler comunicare qualcosa. E poi, un profluvio di idee: canti da griot, bombardamenti funk, trincee crossover, gusto pop ed una discreta idiosincrasia per gli schemi. Tra qualche anno sarà ricordato fra i dischi del passato decennio.
7. Oneida
Rated O (Jagjaguwar 2009)
Come creare la psichedelia del Nuovo Millennio mediante strumenti tra i più svariati: sintetizzatori e drum machine da caotica drum\'n\'bass, maglie di chitarre filtrate e reiterate in un quarantennio di urgenza rock, tortuosi viaggi interstellari per sei corde kraut ed esotismi vari. Totale: tre dischi. Non c\'è cosa più semplice che perdercisi dentro.
6. Antony and the Johnsons
The Crying Light (Secretly Canadian 2009)
I sentimenti di Antony sono cosa facile a capirsi. I pezzi del disco, che ne grondano, hanno bisogno giusto di un pianoforte, qualche arco, una chitarra ogni tanto e una splendida voce, che modula la materia, la rarefa e la mette al proprio servizio. Angelico.
5. The Decemberists
The Hazards Of Love (Rough Trade 2009)
Ed alla fine lo fecero: passo dopo passo i Decemberists sono arrivati a sfornare una vera e propria rock opera, densissima di trame, significati, melodie ed assalti all\'arma bianca, per una favola del Nuovo Millennio seducente ed ammaliante. Nulla fuori posto, e tanto da scoprire.
4. Il Teatro Degli Orrori
A Sangue Freddo (La Tempesta 2009)
Devoluzione? Ammorbidimento? Ecletticità? Prima di tutto, coraggio: quello di capire che gli stilemi lizardiani sono e, anzi, devono essere un punto fermo da cui ripartire, per andare ad abbracciare un grandissimo dedalo di sfumature fra loro diverse, siano esse le basi elettroniche dei Bloody Beetroots, gli archi ed il pianoforte, i monologhi di Carmelo Bene, il Padre Nostro, le raffiche batteristiche di Jacopo Battaglia degli Zu. Questa è la coscienza italiana, questo è Il Teatro Degli Orrori.
3. Mastodon
Crack The Skye (Reprise Records 2009)
2. Crippled Black Phoenix
Night Raider (Invada Records 2009)
1. Zu
Carboniferous (Ipecac 2009)
Il suono che si fa parete rocciosa e frana violentemente tra free jazz, residui metal, atmosfere da nerissimo melange e momenti di puro noise. La catarsi, da Roma.