R Classifica 2013 di Stefano Fasti

Homosapien

10. PVT
Homosapien (Felte Records-Audioglobe 2013)

La band dei fratelli Pike raggiunge il considerevole risultato del quarto album (due sotto la nomenclatura Pivot, due dopo l’epurazione delle vocali), attuando un graduale allontanamento dai tortoisiani laboratori post-rock degli inizi per approdare all’odierno opificio di minutissimo materiale elettronico in chiave synth-pop, di cui “Homosapien” è solo uno stadio transitorio di evoluzione.
En France / En Transe

9. Ulan Bator
En France / En Transe (Acid Cobra Records 2013)

“En France / En Transe” è un laboratorio di suoni in divenire, una fucina di visioni estratte dalla carne viva. E’ un disco che sembra nascere da una vitalità degna di un live e che non intende smussare angoli o ammaliare con effetti di produzione. All’ennesimo cambio di line-up, gli Ulan Bator non cambiano le proprie linee guida. E gli spiriti indomiti di Can, Sonic Youth, King Crimson, Fugazi e June Of 44 continuano a popolare questi accidentati territori.
Messe I.X-VI.X

8. Ulver
Messe I.X-VI.X (Kscope 2013)

Ambient, contemporanea, musica sacra, musica colta, krautrock: gli Ulver sanno perseguire la continuità attraverso la discontinuità, incarnando una integrità attraverso l’eterogeneità. Sanno annodare la propria idea di musica attorno ad un filo rosso intessuto nella materia viva delle proprie visioni. Questa volta più che mai volano “alti”, perdendo qualcosa della loro natura sanguigna a favore di un sincretismo quasi metafisico.
Conjure

7. Herd of Instinct
Conjure (Firepool Records 2013)

Post-jazz crimsoniano, tecnologicamente avanzato: gli statunitensi, alla prova in studio numero 2, confezionano un lessico sonoro di lucida inventiva. Da veri architetti di labirinti sonori, edificano un passaggio spazio-temporale che collega fra loro differenti ere di sperimentazione sonora, senza mai perdere di vista l’obiettivo di risultare comprensibili.
Engravings

6. Forest Swords
Engravings (Tri Angle 2013)

Una foresta intricata di ricami e di solchi profondi. Sospeso tra futuro e passato, "Engravings" è un album nel quale la ricerca sperimentale dell’indie-rock trova senso e significato in una elettronica umana, anzi tribale. Una esperienza d’ascolto assolutamente da consigliare, capace di regalare riverberi infiniti.
Still Smiling

5. Teho Teardo & Blixa Bargeld
Still Smiling (Specula Records / Audioglobe 2013)

Due istrionici gatti sornioni uniscono le loro arti ammaliatrici per produrre un disco che è ben di più di una semplice collaborazione: sono due prove soliste perfettamente compenetrate l’una nell’altra. Nessuno dei due perde di vista le linee caratteristiche della proprio teatro musicale, prestandosi ad interpretazioni estemporanee. Certo Teho Teardo resta lo scenografo e Blixa, per forza di cose, il primo attore.
Berserk

4. Berserk
Berserk (RareNoise Records 2013)

Da una label che fa della sperimentazione e della contaminazione il proprio tratto distintivo, un ulteriore progetto che dimostra cosa scaturisce quando l’avanguardia è coniugata all’ispirazione. Nei Berserk! sembra che gli A Perfect Circle si siano innestati agli Ulver (la voce sembra proprio quella di Kristoffer Rygg), in un contesto industrial-jazz. Ma in fin dei conti proprio non importa sapere come catalogare gli esiti dei legami chimici che uniscono questi eccezionali strumentisti!
Afterthoughts

3. Nosound
Afterthoughts (Kscope 2013)

Una ulteriore prova di maturità da parte dell’unica band italiana dell’etichetta inglese Kscope. Chris Maitland (ex- Porcupine Tree) alla batteria è sintomatico della musica che si ascolta, ma il vero punto di forza dell’album resta il cantautorato introverso, trasognato, psichedelico ed evanescente di Giancarlo Erra.
Field of Reeds

2. These New Puritans
Field of Reeds (Infectious 2013)

L’eredità dei Talk Talk di “Spirit Of Eden” e “Laughing Stock” trova dei destinatari degni della loro esperienza di trascendenza. Un album che non vuole rendersi immediato proponendo sentieri a tratti aggrovigliati ed impervi, ma in grado di ripagare con panorami di rara suggestione uditiva.
The Raven That Refused To Sing (And Other Stories)

1. Steven Wilson
The Raven That Refused To Sing (And Other Stories) (Kscope 2013)

Ho provato a distaccarmene. A metterlo da parte. A guardare a distanza il suo orizzonte passatista. Non c’è stato nulla da fare: in assoluto quest’anno è stato l’album più ascoltato, pur nel suo ripiegare verso idee di un’era trascorsa. Ma il modo in cui ripiega è magistrale e frutto di una visione, di una ricerca "progressiva" lucida, rigorosa e – principalmente – ispirata.