R Classifica 2012 dei recensori (pagina 2 di 5)

(Mankind) The Crafty Ape

40. Crippled Black Phoenix
(Mankind) The Crafty Ape (Mascot Label Group 2012)

Suoneranno anche “classic rock”, ma il cuore grondante sangue che irrora la loro psichedelia “settantina” (floydiana era "Animals") è talmente pulsante da risultare necessario in questo nostro presente. La produzione stavolta ha dato degli esiti mai raggiunti prima, riuscendo a liberare le lunghe composizioni da qualsiasi senso di claustriofobia. Nessuna innovazione, ma un disco da apprezzare più di pancia che di cervello.
WIXIW

39. Liars
WIXIW (Mute 2012)

I Liars sono i top-player anni zero dell’evoluzionismo rock. Cercano da sempre un gesto, un gesto naturale in una realtà fittizia e alienante. Cosa fottutamente complicata se frequenti le avanguardiste serbe. Il gesto nella performance-art è tutto. Definisce il segno tangibile e temporale di un’idea forte, compiuta. Nelle lamette che tagliuzzavano Marina Abramovic e nella deriva distopica dei Liars si pianifica la stessa dolorosa consapevolezza, oltre al latente sadomasochismo della signora: l’arte è un vampiro che ti succhia il sangue, baby.
The Laughing Stalk

38. Wovenhand
The Laughing Stalk (Glitterhouse 2012)

Edwards stavolta la mette giù dura. E, tanto per cambiare, gli riesce benissimo.
Devotion

37. Jessie Ware
Devotion (Island/PMR 2012)

Una voce elegante, raffinata, soulful come da tradizione british. Un disco che reinventa quell'idioma come collisione tra la tradizione '80s/'90s (urban, sophisti-pop) e l'universo iper-variegato del post-dubstep. Brani che sono magnetico incontro fra avanguardia pop e classicismo, arditi nelle strutture, dalle pressoché illimitate sfumature sonore. A chiedere di più si rischia di venir presi per matti.
Attack On Memory

36. Cloud Nothings
Attack On Memory (Carpark Records 2012)

Un giovanotto dell’Ohio innamorato dell’hardcore americano degli anni ’90 mescola le carte, abbassa la fedeltà, alza il volume. Con classe, inventiva, talento purissimo e furioso.
Something

35. Chairlift
Something (Columbia 2012)

Una scrittura sopraffina, una voce incantevole, suoni stupendi e armonie che fanno da anello mancante tra Soft Cell e Junior Boys. Il synth pop di migliore qualità attualmente in circolazione.
Rope For No-Hopers

34. The Pirate Ship Quintet
Rope For No-Hopers (Denovali Records 2012)

I pirati fanno ballare a lungo, questa nave. Fiondate jazz rock, atteggiamento frontale rock in opposition ed un senso di tremebonda, disperata, lacerante helplessness. Finisce che tutto cola a picco. Nel gorgo del disco più sincero, sofferto, inventivo dell'anno.
Piñata

33. Volcano!
Piñata (Leaf 2012)

Sprezzanti più che mai, questi tre giovincelli. Il pop nella mente di Ted Bundy o, altresì, il funk suonato da John Gacy. Il collasso formale di "Beautiful Seizure", passando per gli esotismi giullareschi di "Paperwork", si è ricomposto nella forma, ma non nella sostanza. Caramelline art con un nocciolo di ghisa nascosto all'interno. Quanto ci erano mancati.
No Love Deep Web

32. Death Grips
No Love Deep Web (Autoproduzione 2012)

“No Love Deep Web” è l’album in cui lo stile musicale del gruppo sublima, trasformando la guerriglia ultrasonica e l’aggressività, lo “shock culturale”, la sottrazione delle forme in un flusso ininterrotto, ipnotico, totalmente astratto. Un ordito elettronico al contempo raffinato e abrasivo, onirico e dinamitardo.
Ester

31. Trailer Trash Tracys
Ester (Double Six 2012)

Ingiustamente sottovalutati da critica e pubblico,non solo hanno pubblicato il migliore album del 2012 ma pure dato vita al migliore Dream Pop da due decenni a questa parte.Stupefacenti.