C I 133 dischi indispensabili del decennio

I 133 dischi indispensabili del decennio 2000-200900010203040506070809

R Socialismo Tascabile

Socialismo Tascabile8/10

Offlaga Disco Pax
Socialismo Tascabile (Santeria 2005)

Provare a soffocare l’anima di un disco come “Socialismo Tascabile”degli Offlaga Disco Pax in fredde classificazioni musicali, è sia una ripida impresa...
paolo gazzola

Una delle sorprese più deliziose che l'avaro panorama nazionale ci ha ultimamente concesso. Musica e letteratura, poesia e politica, intelligenza ed ironia, nostalgia e disincanto. Imperdibili quasi tutti gli episodi, ma l'invettiva vindice di Tono Metallico Standard, fosse un quadro, lo metterei in salotto.

Marco_Biasio

Un disco di resistenza culturale che, nelle coscienze sedate di un'Italia sempre più televisiva ed astratta, risuona fragoroso come un ordigno in una landa desolata. Quando comunismo fa rima con anacronismo (riconosciuto), proprio perchè costruito in maniera nettamente differente da ciò che vorrebbe il popolo di "sinistra" attuale.

target

Spoken-word di nostalgico comunismo esistenziale che racconta un'Italia altrimenti sommersa e la riattualizza via elettronica. Un disco prezioso.

bargeld

Il recitativo di Max Collini, ispiratissimo e splendidamente obsoleto, si materializza immobile su un tappeto irto di spigoli electro. Un piccolo grande miracolo italiano.

Dr.Paul

Io sono agnostico, ma i dischi degli Offlaga mi piacciono molto, e questo "Socialismo Tascabile" in particolare! Musicalmente eccellente e concettualmente molto differente dai dischi "sinistroidi", spesso troppo ingolfati da slogan arringa-popolo. Gli Offlaga non si prendono sul serio, non cercano proseliti, il loro sguardo è spesso disincantato e lucido, bravissimi.

Alessandro Pascale

Un disco per me strepitoso. E come me penso che un pò tutti i sinistroidi un pò spaesati di oggi vi abbiano trovato delle riflessioni liriche emozionanti. Disco politico? Si, però soprattutto nostalgico e poetico. Musica scarna, ridotta all'osso, ma di gran classe. E' la rivelazione italiana del nostro piccolo decennio indie. E ce la teniamo stretta.

R Silent Alarm

Silent Alarm

Bloc Party
Silent Alarm, 2005


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bargeld

Ogni pezzo una perla, un album corroborante, energetico, divertente. Difficile resistergli. I miei amici (nessun appassionato di musica) l'hanno assunto come disco mainstream del decennio, prova ne sia l'urlo contemporaneo che accompagna Positive Tension negli ascolti in auto: "So fucking useless!"

Marco_Biasio

Un disco formalmente perfetto. Seguito, è bene sottolinearlo, da una sconcertante serie di fallimenti su scala sempre più larga. Tutto ciò di cui avete bisogno è qui.

target

Il manifesto revival wave europeo, destinato a durare forse contro la stessa previsione di chiunque abbia ballato "Banquet" sotto luci balzellanti. Ma il disco non solo regge, ma stupisce sempre più, con il suo nervosismo scattoso, le sue chitarre epilettiche, una batteria frastornante, melodie geometriche che sanno trovare elegie di dolcezza sublime come spigolosità rabbiose, attraverso strutture storte e mai banali. Ne esce, oltre al sussidiario di una generazione, una straordinaria successione di pezzi. Compliments.

Alessandro Pascale

Un esordio fortunato e trascinante che per anni ha costituito nel bene o nel male uno dei punti di riferimento per l'indie-rock del decennio.

paolo gazzola

Il mistero di questo gruppo sta interamente nell’abisso che separa il brillante esordio da tutto ciò che lo ha seguito. A di là delle chiacchiere che si possono fare e degli atteggiamenti più o meno snob che si possono assumere nei confronti della spiccata propensione mainstream della band, non si può negare che Silent Alarm sia una sequenza ininterrotta di brani trascinanti ed irresistibili, figli forse, alla luce di quanto poi successo, di una irripetibile congiunzione astrale più che del talento effettivo dei quattro musicisti. E proprio per questo, volendo fare gli antipatici, il disco è irripetibile e prezioso.

R Picaresque

Picaresque9/10

The Decemberists
Picaresque (Rought Trade 2005)

Finalmente, con “The Crane Wife”, i Decemberists sono sbarcati nel Vecchio Continente. Ci piace immaginare il loro arrivo su un galeone da pirati, oppure su una...
target

Il disco che forse più degli altri mostra tutta la gamma di corde che possono toccare questi moderni cantastorie. I Decemberists, alla musica del decennio zero, hanno restituito la capacità di affabulare e di fungere da molla evocativa senza rinunciare a 'raccontare'. Ne esce un piccolo capolavoro di folk letterario, davvero picaresco per ecletticità e stravaganza, tanto 'popolare' quanto colto. Magia pura.

fabfabfab

Disco praticamente perfetto. "Eli, The Barrow Boy" potrebbero averla scritta duecento anni fa come ieri, "We Both Go Down Together" sembra aggiornare la lezione dei R.E.M., "The Mariner's Revenge Song" è la versione solare di "The Mercy Seat" di Nick Cave. E poi ancora.

R Loveheart

Loveheart

Merz
Loveheart, 2005


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Cas

Questo disco è commovente. Questo disco è romantico. Questo disco è pura melodia. Il pop si riappropria di un'eloquenza invidiabile e di sonorità raffinate e toccanti, oltre che al passo coi tempi. Provate a resistere ai rintocchi di piano in Postcard From A Dark Star, provate a non cadere nella più profonda malinconia con Warm Cigarette Room. Indispensabile.

loson

Basta con la ricerca affannosa: il paradiso del cantautorato indie-pop sta qui, incorniciato da quei soffici arpeggi di chitarra classica, colorato dalle spruzzate di una "indietronica" assai caratterizzante, scolpito fra le pieghe della voce dolente di Conrad Lambert aka Merz. Un talento prodigioso, uno stile ricercato e ricchissimo (negli arrangiamenti fanno capolino sfumature baroque-pop, echi folk, sussulti trip-hop, magie "ambientali" dal fascino suggestivo), una capacità di scrittura da far impallidire il 99% dei singer-songwriter affacciatisi nel panorama popular negli ultimi anni. A volte memore della desolazione di un Nick Drake ("My Name Is Sad And At Sea"), altre volte occupato a trasfigurare un sorridente Dylan in collage di voci femminili estatiche ("Butterfly"), Merz concepisce un'opera sognante, fluttuante, quasi aeriforme. Un Eden soltanto apparente, giacchè il dramma (della vita come di ogni cosa) è dietro l'angolo ("Warm Cigarette Room", la definitiva "Postcard From Another Star"). A vincere sono però la speranza e la grazia infantile di un autore che, a conti fatti, assomiglia solo a se stesso. Ed ecco compiersi il miracolo: in "Loveheart", per una volta, amore e cuore rimano senza nemmeno sfiorare il concetto di banalità.

R Lookaftering

Lookaftering

Vashti Bunyan
Lookaftering, 2005


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simone coacci

Come in una favola: la bella folk-singer addormentata si risveglia dopo 35 anni e consegna agli annali uno dei massimi capolavori del folk da camera. Con gli arrangiamenti e la produzione di Max Richter e un po' di aiuto da parte di giovani amici come Joanna Newsome e Devendra Banhart, Vashti Bunyan relizza un album intimo, personale e poetico fino alla commozione.

R LCD Soundsystem

LCD Soundsystem

Lcd Soundsystem
LCD Soundsystem, 2005


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Alessandro Pascale

Un altro esempio sublime di dance-punk che pesca a piene mani dagli anni '80 coniugando estetica digitale con lo spirito revival wave del decennio. Un altro gioiello targato DFA Records che mostra come si raggruppare in cento minuti acid house, post-punk, funk bianco e synth da disco. Roba da leccarsi i baffi.

R Jesu

Jesu9/10

Jesu
Jesu (Hydra Head 2005)

Jesu porta impresso il marchio ben definito di un uomo: Justin K. Broadrick. E’ lui infatti a tener in piedi un progetto che porta avanti una ricerca sonora...
Alessandro Pascale

Questa non è musica per bambini. Questa è musica da ascoltare di notte, quando tutti dormono e rimanete solo voi alla finestra a guardare la luna piena fumando una sigaretta. Se siete abbastanza forti vi sentirete solo sconvolti emotivamente. Altrimenti vi ritroverete d’improvviso circondati da un nugolo di autoblindati cigolanti dal passo marziale che si preparano a passarvi sopra il corpo sparandovi nelle orecchie un wall of sound tanto oscuro quanto devastante.

R In Case We Die

In Case We Die8/10

Architecture In Helsinki
In Case We Die (Bar 2005)

Dopo due anni di silenzio torna la formazione ad otto australiana degli Architecture in Helsinki: la seconda prova in studio dei ragazzi è un autentico tripudio...
target

L'indie pop freakkeggiante e 'collettivo' del decennio ha qui una delle sue tappe obbligate. Come un caleidoscopio che si auto-alimenta e scopre da solo nuovi colori e continue vie di fuga: esaltazione pop.

Marco_Biasio

Nel caso morissimo, in nostro soccorso arriva il requiem indie pop più colorato e gioioso dai tempi dei primi Belle & Sebastian. Un'ammucchiata di freak di Melbourne (e si chiamano Architecture In Helsinki?!?) che danno vita ad una piccola, grande sinfonia orchestrale, dove ogni strumento acquista importanza vitale all'interno di melodie in continuo mutamento ed evoluzione. Non un pezzo uguale all'altro, una girandola di idee ed invenzioni da capogiro, addirittura micro-suite sinfoniche ridotte a pezzi nella cangiante tavolozza pop del nuovo millennio. Quando ancora l'infatuazione per gli anni Ottanta non aveva preso il sopravvento, i ragazzi sapevano scrivere dischi del genere. Must have!

R Illinois

Illinois

Sufjan Stevens
Illinois, 2005


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Cas

Sono uno di quelli che si commuovono ogni volta che acoltano Casimir Pulaski Day... Immagino di essere uno dei tanti. Uno dei tanti che riconosce in Sufjan Stevens uno dei più completi e ambiziosi cantori dell'America contemporanea. Uno dei tanti che riconosce al suo Illinoise, sospeso com'è tra cronaca e narrazione, lo status di capolavoro dell'odierno panorama indie.

fabfabfab

Il bello di dover scrivere qualcosa su "Illinoise" è che hai la scusa per riascoltarlo ancora una volta. E ogni volta è come andare al Luna Park stringendo in mano centinaia di biglietti gratis, tra enormi sacchetti di pop-corn e caramelle gommose infilate in ogni tasca. Nei solchi di questo capolavoro ci sono quantità così elevate di dolore adulto e gioia infantile che quando finisci di ascoltarlo ti rimane addosso la stessa sensazione di soddisfatta malinconia che provavi da piccolo, di domenica, quando la festa di paese finiva e si tornava lentamente verso casa.

R Heat

Heat

Colder
Heat, 2005


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Dr.Paul

Marc Nguyen Tan ovvero Colder, dj e remixer di grande esperienza, qui al suo secondo lavoro in studio. Post punk e dance mid-tempo con omaggi a Joy Division, Suicide e Neu!. Marziale e arrendevole in egual misura, il disco notturno per eccellenza degli anni '00.

R Disaffected

Disaffected

Piano Magic
Disaffected, 2005


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target

Tra tutte le perle che i Piano Magic hanno dato al decennio, la più solida ed emozionante. Romanticismo spettrale tra elettronica e new wave riletta in chiave splenetica che si insinua come un veleno: "Disaffected" è quel che dice, e lo è con disperata passione.

R Black Sheep Boy & Black Sheep Boy Appendix

Black Sheep Boy & Black Sheep Boy Appendix8/10

Okkervil River
Black Sheep Boy & Black Sheep Boy Appendix (Jagjaguwar 2005)

L’album più recente (2005) dei texani Okkervil River è stato da poco ripubblicato con allegata l’appendice già uscita nel tardo 2005. Due dischi per un...
target

Il disco summa degli Okkervil River, che in modo più completo rende l'idea di quanto Sheff e compagni abbiano, a colpi di canzoni claudicanti e testi raffinati, reimpostato il folk-rock del decennio. Colto e assieme magnificamente accessibile, "Black sheep Boy", mentre celebra nel nome di Tim Hardin tutte le pecore nere sconfitte dalla vita, scalda il cuore con cori storti, fiati sbronzi, elegie dolcissime. Come rendere esaltante una ciocca triste.

Alessandro Pascale

L'album pop del decennio. Di quel pop languido, emozionante, tragico, talmente forte da farti scorrere la lacrimuccia nei momenti più impensabili. E' la malinconia di chi ha perso la donna e vuole lanciarsi da un dirupo per la disperazione. Roba da depressione. Roba da tosti. Solo i duri possono resistere a questi cori, a queste melodie e soprattutto quello straziante cantato romantico. Io vi ho avvisato.

R Beautiful Seizure

Beautiful Seizure9/10

Volcano!
Beautiful Seizure (Leaf 2005)

Cosa sarebbe successo se Thom Yorke, all’apice della sua gloriosa carriera musicale con i Radiohead, avesse deciso di sciogliere il gruppo, per poi indossare un...
paolo gazzola

L’esordio strepitoso quanto seminale di una delle migliori formazioni del decennio. Creatività illimitata, gusto eccelso sia per la melodia che per il rumore, attrazione fatale per la complessità, i contrasti, la decostruzione, sono elementi che permettono ai volcano! Di essere gli unici a poter suonare siffatta musica. Scoprire poi che il chitarrista/cantante Aaron With, in quel bordello sonoro, ha davanti solo un pedale, non può far altro che gettare nello sconforto.

Marco_Biasio

La follia art-noise del Ventunesimo Secolo che corre sui fili della non-improvvisazione. Non c'è da aspettarsi nulla di meno, d'altro canto, da chi si proclama sotto un monicker con tanto di v minuscola e rigoroso punto esclamativo in fine. Fatto sta che questo trio chicagoano fa il più grosso colpo del decennio nel settore. Dite che Thom Yorke non apprezzerebbe? Non ne sarei così sicuro: Aaron With lo ricorda moltissimo. Al posto del prog cibernetico, delle melodie brit e dell'elettronica vi sono però centinaia di strumenti - scassati - diversi, una catasta rumoristica che furoreggia con isteria per poi bifocarsi, aprirsi in mille bocche diverse, ingoiare l'approccio teatrale di Pere Ubu e Residents e delinearlo attraverso il funk, le montagne russe ("Easy Does It", "Red And White Bells"), il rap ("Fire, Fire!) e frammenti di melodia sgusciante che infiammano ancora di più il magma. God bless them.