C I 133 dischi indispensabili del decennio

I 133 dischi indispensabili del decennio 2000-200900010203040506070809

R Ys

Ys8/10

Joanna Newsom
Ys (Drag City 2006)

Mi imbarazza un pochettino parlare di un disco controverso come questo di Joanna Newsom, artista giunta alla seconda prova e improvvisamente fatta oggetto di...
Cas

Gli arrangiamenti più mozzafiato del decennio (come minimo) trasportano l'ascoltatore tra mirabolanti volteggi (avete presente la piuma all'inizio di Forrest Gump? Ecco.) attraverso un lavoro che trasuda poesia, classicismo e grazia. Armata di voce e arpa, Joanna dà forma ad un sogno. Non lascia tregua e sfinisce ogni volta, un disco da amare!

paolo gazzola

Prendete una donna bella, con una voce unica, che suona l’arpa come gli angeli. Un guaio. Ascoltate poi questo suo secondo lavoro, sorta di Stormcock del 2000, e vi troverete ad un bivio: o il disco non vi piace, e allora tutto bene, oppure vi piace. E inesorabilmente perderete la testa.

Marco_Biasio

Il modo in cui Joanna Newsom delinea le sue fiabe in musica ha, per complessità e coesione, dell'incredibile, specialmente se teniamo conto del periodo storico in cui è stato concepito. Cinque, lunghi brani. Cinque canzoni che, in realtà, sono epilli lunghi anche quasi fino a venti minuti. Una stratificazione sonora incredibile che parte da un nocciolo di voce e arpa, gli strumenti della Newsom, fino a contornarsi di archi e chitarre e a tracciare i solchi per una forma folk completamente libera da ogni schema, ondivaga e favolistica. Il mondo di Joanna non è rococò, nè tantomeno manieristico: semplicemente, ha il profumo di chi ha cose da dire, e ne ha molte. Imprescindibile, anche solo per la sua costituzione.

R What The Toll Tells

What The Toll Tells9/10

Two Gallants
What The Toll Tells (Saddle Creek 2006)

Se parlassi unicamente per coloro che già li conoscono,le mie parole suonerebbero soltanto come una piacevole (o stucchevole,dipende dai casi) conferma delle...
simone coacci

Cow-grunge, folk-punk, o comunque vi salti in testa di chiamarlo: randagi e coperti di polvere, attraverso le dune del deserto di Santa Ana, i Two Gallants saldano il conto con il sogno americano.

FrancescoB

Un disco assolutamente imprescindibile per qualunque innamorato dai alternative-country & dintorni: come i Meat Puppets negli anni '80 ed i Grant Lee Buffalo negli anni '90, i Due Galanti dimostrano nel decennio appena chiusosi alle nostre spalle che la tradizione americana ed il fascino delle sue immagini ed icone può ancora rivivere in opere assolutamente moderne, ed a loro modo originali. Fra canzoni che evocano il Delta del Mississipi e l'immensità della prateria, invocazioni da predicatore invasato che si alternano alle confessioni dolci di un innamorato. Obbligatorio ed intenso come pochissime altre cose.

R Silent Shout

Silent Shout8/10

The Knife
Silent Shout (Rabid 2006)

Due loschi figuri, vestiti di una tuta di colore scuro che sta a metà tra il disinfestatore e il metalmeccanico, il volto coperto da una maschera, a volte...
target

L'espressionismo synth-pop dei Knife, che non rinuncia alla melodia ma che sembra piuttosto imbellettarla come si fa come una preda appena catturata, ha un tocco unico, qui al suo apice. Una densità elettronica stratificata, tocchi noir, la voce maniacale e mascherata della Dreijer, un contorno visivo sospeso tra lo shock e il surreale rendono i Knife maestri e questo disco uno dei caposaldi electro del decennio.

R Savane

Savane

Ali Farka Toure
Savane, 2006


Scrivi una recensione di questo disco
fabfabfab

"Non è tanto la musica ad essere importante, quanto ciò che hai da dire. Ma la musica deve essere buona, così la gente ascolterà le parole". E la musica, in questo caso, è tra le migliori che possiate ascoltare. Un disco postumo di una grazia e di una bellezza miracolose. Ali si arrabbierebbe moltissimo, ma io proprio non riesco a non usare la parola "blues".

R Maaäet

Maaäet8/10

Tenhi
Maaäet (Prophecy-Audioglobe 2006)

Lapponia mon amour. Sterminato e glaciale paesaggio che si rende metafora di infinito e inconsolabile dolore interiore. Percorso angoscioso dell’essere umano...
Cas

Uno dei più angoscianti lavori dark-folk di sempre. Gli abissi in cui ci immergiamo grazie ai finlandesi Tenhi vantano una profondità tale da mozzare il fiato. Il basso gutturale e cavernoso del cantante ci accompagna attraverso territori freddi e tenebrosi, dove una strumentazione secca, netta, limpida e tagliente ci regala emozioni intense e cariche di fascino. Una autentica meraviglia noir, da consumare ascolto dopo ascolto.

R Grab That Gun

Grab That Gun8/10

The Organ
Grab That Gun (Too Pure 2006)

Organo come elemento vitale o organo come strumento? Probabilmente entrambi, e certamente il secondo, che, suonato da Jenny Smith, fa da tappeto sonoro alle...
Cas

Io adoro questo disco. La voce calda, lirica e potente di Katie Sketch è tra le più belle voci "femminili" del decennio. Il revival wave capace di riportare in vita in una volta sola Cure, Patti Smith, Modern Lovers e Joy Division è quanto di meglio si possa pretendere da un revival wave...Che a conti fatti è qualcosa di più che un revival.

target

Miracolo isolato per cui lo spirito post-punk, con la triade Smith-Curtis-Morrissey sullo sfondo, si re-incarna senza perdere nulla del suo fascino infettivo e malato, guadagnandone anzi in morbosa sensibilità. "Grab That Gun", unico disco delle Organ, resta uno degli apici revival wave del decennio: melodie semplici, frasi di chitarra elementari, basso martellante, una voce profonda e appassionata (Katie Sketch), e, su tutto, il virus dell'organo, avvolgono chi ascolta in un vortice di passione distruttiva. Avercene, in musica, di abissi così veri.

Alessandro Pascale

Una delle meglio cose revival wave del decennio. Post-punk femminile spigliato, carico di sventagliate, umori pop, groove fiammante. E' tra l'indie-rock degli anni '00s che ricorderemo con più piacere.

R Fear Is On Our Side

Fear Is On Our Side8/10

I Love You But I ve Chosen Darkness
Fear Is On Our Side (Secretly Canadian 2006)

“Fear Is On Our Side” è il full-lenght di debutto di un quintetto di Austin, Texas, che risponde al non semplice nome di I Love You But I’ve Chosen Darkness...
Dr.Paul

Un'inebriante combinazione: dark e tensione emotiva. Ottimo.

paolo gazzola

Come arrivare in ritardo senza fare una piega. Fear Is On Our Side arriva fra gli ultimi nella corsa al revival new wave di inizio secolo ma, paradossalmente, si impone ugualmente fra i primi classificati. Oscuro, romantico e magistrale in ogni sua piega, è un colosso dark cui non si può non prestare attenzione, nonostante preferisca di gran lunga restare in ombra.

target

Densità scura a fiotti nel disco più programmaticamente dark tra quelli che il filone revival wave ha partorito. Eppure, in un lavoro in cui tutto sembra sospettosamente calibrato a tavolino, è la poesia a prevalere, in trame sospese tra dark wave e post-rock non originali ma sempre pulsanti. La bibbia decadente del rock anni '00.

R Evangelista

Evangelista

Carla Bozulich
Evangelista, 2006


Scrivi una recensione di questo disco
paolo gazzola

L’approdo presso Constellation della drammatica artista newyorkese genera un disco il cui ascolto è tanto impegnativo quanto appagante. Le disperazioni e gli orrori più indicibili, le angosce tremende, ineluttabili del “lato oscuro” dell’esistere, emergono in queste tracce come visioni aggressive e tentacolari cui è impossibile sottrarsi. Carla sanguina con la voce, si strazia le membra e la psiche senza pietà alcuna ed impone all’ascoltatore una partecipazione piena, scomoda oltre ogni dire. Disco “vero”, senza alcun filtro o censura, direttamente dall’inferno. Piacerebbe a Lars von Trier.

Alessandro Pascale

Carla Bozulich è la Nico del nuovo secolo. E' la gothic-lady per eccellenza, un viaggio fatto di spettri, deliri onirici e incubi sonori, spaziando tra urla, lamenti e qualsiasi cosa viva priva della luce del sole.

R Blood Mountain

Blood Mountain9/10

Mastodon
Blood Mountain (Reprise 2006)

Sembra ancora un concetto difficile da afferrare. Si pensa sempre che sia un avvenimento sì tragico, ma proiettato anni ed anni avanti nel futuro. Nessuno vuole...
Marco_Biasio

Straripanti, rocciosi, violenti, immaginifici. Che aggettivo vi piace di più? Ai Mastodon, tutto sommato, non importa più di tanto. Quello che, assieme a pochi eletti, stanno cercando di fare è riscrivere una forma metal adeguata alle esigenze ed alle contaminazioni del Nuovo Millennio. E così, tra isterie, continui cambi di tempo, un drumming strepitoso, schiaccia sassi di potenza inafferrabile alternate a fiumi di blues e corollari jazzati, "Blood Mountain" mette più di un punto fisso nell'abbecedario della Carta dei Nuovi Diritti Metallici. Una passione incrollabile, un'eleganza sottesa dall'istinto, un fiume di idee a cavallo tra presente e futuro, con un occhio al passato.