R Third
PortisheadThird (Mercury 2008)
Che tra un disco e l’altro dei Portishead facciano in tempo a crescere intere generazioni, tutto sommato, poco importa, se alla fine sono loro, con pochi...Un ritorno massiccio e potente che del trip-hop trattiene solo qualche briciola per costruirci sopra un impianto sonoro innovativo, sospeso tra folk e glitch, dark wave e industrial, algida elettronica e tribalismo, umanizzato dalla voce sempre più iper-sensibile della Gibbons. Nel nome della dis-integrazione e dell'angoscia, P3 traccia un solco.
si parte dal trip-hop ma lo si sconvolge totalmente immergendola in un gothic-wave dal sapore metallico e industriale inquietante. La Gibbons si lascia andare tra influssi di Bjork e solidità teutoniche. Il prodotto finale è qualcosa di titanico e claustrofobico. Un tuffo nella nevrosi e nell'impersonalità gelida per un disco straniante e alienante. Eppure proprio per questo terribilmente affascinante
La band trip-hop per eccellenza alla terza spiazzante prova. Sperimentazioni rumoristiche e silenzi assordanti, nel mezzo la voce acida di Beth Gibbons che deflagra nelle vene.
R Recomposed
Carl Craig & Moritz Von OswaldRecomposed (Deutsche Grammophon 2008)
La prima cosa che colpisce è il logo, l’iconografia regale con cui sono state infiorettate alcune fra le più esaltanti performance musicali del secolo...Due artisti che hanno marchiato a fuoco la musica degli ultimi 20 anni provano una fusione con pochissimi precedenti. Dimostrando così di non esser per nulla morti, di avere ancora cuore e idee. Un quasi-capolavoro da scoprire e riscoprire.
Due mostri sacri dell'elettronica danzereccia alle prese con la sfida di rielaborare composizioni di Maurice Ravel e Modest Mussorgsky. La musica house-techno si scontra con la musica classica e produce un flusso sonoro d'avanguardia incredibile fatto di classe, carisma e arte nel sangue. Da ascoltare tutto d'un fiato.
R Microcastle
DeerhunterMicrocastle (Kranky 2008)
Non c’è delusione senza aspettativa. Perché se è vero, come si dice, che il secondo album sia il più difficile nella carriera di un artista, e altresì...Un monolite poliedrico e mutante, questo è Microcastle. Un pop elettronico psichedelico e corrosivo, capace di riscoprire la semplicità della forma canzone per creature complesse e brulicanti. I Deerhunter piazzano così sulla strada una indiscussa pietra miliare. Un sound che è un marchio di fabbrica, un pop modernista di cui possiamo già riconoscere la grandissima influenza.
Assieme a Weird Era forma una piccola summa di alt-rock di fine decennio, tra assalti noise, stalli shoegaze, classiche melodie pop e spirito indie.
R In The Future
Black MountainIn The Future (Jagjaguwar 2008)
C’era una volta il rock…Quello che partiva dal blues e lo arricchiva con riff sempre più pesanti e violenti, tanto da far coniare i termini heavy blues e...Hard rock, blues, psichedelia. Senza troppe divagazioni ma, per Dio: hard rock, blues e psichedelia. Aggiungeteci voi gli annessi ed i connessi del caso. I Black Mountain, con anacronismo di quarant'anni, hanno pensato solamente a scrivere un pugno di brani esaltanti per potenza e compattezza.
I Black Mountain sono un gruppo che sembra essersi fermato al 1973 o giù di lì, fregandosene di quello che è venuto dopo e ricreando quella magica atmosfera sonora divenuta ormai classica per gli amanti della musica. Forse non ci si dovrebbe esaltare così tanto per un disco derivativo fino al midollo che non inventa assolutamente nulla. Ma limpressione è che un rock così puro si senta davvero raramente. E allora giù il cappello.
Unopera monumentale, colossale, in tutte le accezioni positive dei termini. Blues e hard-rock psichedelico, o comunque lo si voglia sminuire inquadrandolo, un album straordinario in ogni singola stilla di sangue.
R Imperial Distortion
Sei pezzi lunghissimi per unora e tre quarti di melmosa musica dambiente. Una silenziosa, opprimente scia di sangue e budella (parole di Drumm) che, lungi dal condurre allilluminazione o a tarocchi lidi paradisiaci di cui La Monte Young detiene il copyright, disegna invece indecifrabili geroglifici sulla desertshore del nostro subconscio. Una "drone music" che è figlia illegittima tanto del do it yourself industriale quanto, almeno idealmente, degli anatemi weird-black-noise-shit-avantgarde metal tuonati nei cieli sotterranei negli ultimi anni. Musica da day after tomorrow della civiltà, quando i massimi sistemi sono già collassati e la crisi (economica, ideologica, energetica, epistemologica) ha mietuto le sue vittime. La non-vita (che poi è vita) e la non-musica (che poi è musica): "Imperial Distortion" è tutto questo e anche di più.
R 13 Blues For Thirteen Moons
Thee Silver Mt. Zion Memorial Orchestra & Tra-La-La Band13 Blues For Thirteen Moons (Constellation 2008)
Cosa ne è stato del post-rock? A un ventennio dall’esordio degli Slint è lecito provare a domandarsi che ne è stato di quel movimento eterogeneo che è...Il progetto Thee Silver Mt. Zion è riuscito a prolungare i confini del post-rock, immergendo il genere nel mondo della psichedelia, sia essa moderna o classica. 13 blues for thirteen moons si pone come uno splendido anello di congiunzione tra due mondi mai del tutto separati ma mai così ben incastrati. Folk e psichedelia vengono modellati su schemi post-rock in una maniera che potrebbe quasi rievocare un certo prog di una volta o una certa neo-psichedelia di oggi. In definitiva un disco che catapulta i Velvet Underground nel terzo millennio. E avete detto poco!
Dodici tracce fatte di nulla e poi quattro pezzi lunghi e laceranti, in bilico tra post-rock e neo-psichedelia, un album che esplode e poi si ammutolisce senza soluzione di continuità, che atterrisce esalta e deprime in unaltalena emotiva che lo rende un autentico capolavoro.
Un disco che entra sottopelle in maniera lenta e chirugica, tra elettronica glaciale e folk spietato. Non importa quanto sarà lunga l'attesa per il prossimo capitolo, sarà ben ripagata.