R Recensione

2,5/10

Kurt Cobain

Montage of Heck

(Attenzione: in questa recensione non si parlerà dei Nirvana, non si utilizzerà la parola "suicidio" e si citerà l'autore includendone il cognome)

Premessa: non andrò a vedere "Montage of heck". Ho ancora le rughe in faccia causate dagli sbadigli marchiati Van Sant, non vorrei che diventassero cicatrici. Perchè ve lo ricordate "Last Days" vero? A parte il frammento in cui la puntina di un giradischi faceva partire "Venus in Furs", tutto il resto era merda. E poi, ho visto un solo film dedicato ai Joy Division, posso accontentarmi di un solo film dedicato a Kurt Cobain. Perchè, sia chiaro, a Kurt Cobain abbiamo voluto bene e continuiamo a volergliene, ma i santini rock sono una delle cose più tristi che esista. La musica è vita, è espressione. Quando si muore, generalmente, si tace. Tutti. Tra un disco come "In Utero" e questo "Montage of Heck" c'è la stessa differenza che intercorre tra un prato fiorito in primavera e una corona di fiori finti incollata sul bagagliaio di un carro funebre. 

Il film: pur non avendo intenzione di vederlo, posso immaginarlo. Un collage di immagini inedite, una serie di testimonianze, Kurt Cobain immortalato come un Gesù Cristo eroinomane, qualche ricordo confuso (e magari falso) di Courtney Love, le foto con la bambina, il mal di stomaco. Una porcata voyeuristica nel privato dell'ultima rockstar della storia della musica. E poco importa che non volesse diventare una "fottuta rockstar".

Il disco: i curatori di "Montage of Heck" hanno avuto carta bianca nell'accedere all'eredità di Kurt Cobain, e tutta questa libertà a portato al recupero di 100 ore di registrazione che in venti anni nessuno aveva mai trovato. E cos'è, il Sacro Graal? Dove erano nascoste tutte queste cassette? Da nessuna parte, erano tutte in bella vista nella sua casa di Seattle. E pare che su questi nastri "imperdibili" lo stesso Cobain avesse scritto chiaro e tondo: "Scarti insignificanti e materiale scartato. Ps: In nessun caso pubblicare dopo la mia morte. Firmato Cobain K”. Così come "Montage of Heck" non è un film ma un servizio da tv-trash, la sua colonna sonora non è un disco (e non sarebbe dovuto diventare un disco) postumo e non è nemmeno un disco incompiuto. Restando in tema di santini, "Montage of Heck" non ci regala nemmeno la magra soddisfazione di "An American Prayer". Non piacerà ai fan, non piacerà alla critica e non verrà ricordato. Venderà e farà guadagnare dei soldi a qualcuno, spacciando per musica o per "l'essenza di Kurt" (aaargh!) un paio di riff per chitarra acusticascordata ("The Yodel Song", "Retreat"), qualche bozza che è successivamente diventata una canzone ("Been a Son", "Frances Farmer will have her revenge on Seattle", "Burn the Rain"), qualche altra che poteva diventarlo ("She Only Lies", "And I love her"), e poi un mare di cazzate, alcune divertenti ("The Happy Guitar") altre inutili ("Montage of Kurt", "Kurt audio college" e in generale tutte quelle che chiamano Cobain per nome) o irritanti ("Beans").

"Montage Of Heck" è come la madonnina di Civitavecchia, non tanto perché sembra un falso clamoroso, quanto perché non servirà a far scoprire uno dei migliori cantautori-punk della storia della musica (anzi per un neofita potrebbe essere fuorviante) e non servirà neanche a chi  quella "fede" l'aveva maturata tra il 1989 e il 1993. Non solo, lascia sgomenti la crudeltà con cui questa operazione necrofila chiude una porta sul futuro, dimostrandoci che Kurt Cobain non ha lasciato nessuna eredità che non sia quella economica oggetto di sanguinose battaglie tra sua moglie e la sua ex-band. E sapete perché? Perché è morto, irrimediabilmente morto. Una mazzata, per noi che gli abbiamo sempre voluto bene, a Kurt.

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ThirdEye 3,5/10

C Commenti

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Cas alle 9:02 del 10 dicembre 2015 ha scritto:

recensione stupenda! il disco, ovviamente, eviterò di ascoltarlo. povero Cobain...

Dr.Paul alle 9:10 del 10 dicembre 2015 ha scritto:

ma.....And I love her è quella dei beatles.....

Paolo Nuzzi alle 9:41 del 10 dicembre 2015 ha scritto:

Che tristezza. Meno male che ci sono le recensioni di Fabio a risollevare tutto.

zagor alle 13:08 del 10 dicembre 2015 ha scritto:

la cosa piu' triste in questa operazione è il nome kurt cobain che purtroppo campeggia, visto che è chiaramente opera di tutti gli squali che da 20 anni si ingrassano grazie al lascito dei nirvana ( non so se sia la moglie o quelli a cui lei ha ceduto i diritti per pagarsi ville a los angeles e nessi-connessi)...l'unico brano dei nirvana post in utero degno di attenzione è l'eccellente "you know you're right", che infatti si sono già giocati per il greatest hits del 2002....tutti i vari scarti e outtkes del periodo 89-93 sono già presenti in svariate compilation, odds&sods tipo "Incesticide"...insomma, qui siamo oltre il proverbiale fondo del barile.

loson alle 13:24 del 10 dicembre 2015 ha scritto:

Il disco sarà anche inascoltabile, ma la recensione si basa sull'assunto che "Montage of Heck" sia una porcata senza averlo nemmeno visto. A me è piaicuto, specie per le invenzioni visive, nonché per il fatto che mostra senza remore le contraddizioni del personaggio/musicista e dell'uomo Cobain. Al netto di una Courtney Love che spara qualche cazzata (controbilanciata da un Novoselic lucidissimo), non credo sia un'offesa alla sua memoria. Fabio, stavolta non ti appoggio.

fabfabfab, autore, alle 13:49 del 10 dicembre 2015 ha scritto:

Los se garantisci tu posso anche sforzarmi di guardarlo. Ma è proprio l operazione in sé che mi ripugna.

zagor alle 13:52 del 10 dicembre 2015 ha scritto:

il film infatti è bello e non penso sia un operazione di sciacallaggio...anche perchè ormai c'è tutto in filone di film-documentario, da scorsese su dylan in poi..e anche "last days" di van sant era un ottimo lavoro..pero' siamo su storiadellamusica e non su storiadei film, inevitabile parlare piu' del disco che del film

loson alle 13:57 del 10 dicembre 2015 ha scritto:

Fab, è una responsabilità troppo grossa, non me la sento. Considera che a me non era dispiaciuto nemmeno "Last Days", che pure è stata un'operazione assai diversa (sono un fan dello stile che Van Sant aveva adottato in quegli anni). Non voglio che ti rovini il bel ricordo di "Kurt" (stavolta doverosamente senza cognome, come ogni simbolo adolescenziale che si rispetti) per causa mia. Il documentario in sè non lo vedo come un'operazione ripugnante, il disco lo è senza dubbio.

fabfabfab, autore, alle 14:06 del 10 dicembre 2015 ha scritto:

Ma infatti ci tenevo a precisare che la recensione è sulla (non)musica del disco. Non capisco dove si evinca che "si basa sul fatto che il film sia una porcata". Ho scritto "immagino che il film sia una porcata". Anzi, magari come colonna sonora del film si spiega meglio anche il disco. Queste operazioni, con i video della rockstar suicida quando aveva due anni, secondo me sono sciacallaggio. Non è neanche la romanzazza di Stone sui Doors, è proprio scavare nel privato dei vip, tipo una Barbara D'Urso qualsiasi, che mi fa schifo. Poi che il film sia ben fatto ci credo, e magari proverò a guardarlo. Magari eh.

loson alle 14:19 del 10 dicembre 2015 ha scritto:

Beh, in tutta la premessa dici peste e corna di Montage of Heck e di Last Days... Più avanti scrivi "così come "Montage of Heck" non è un film ma un servizio da tv-trash, la sua colonna sonora non è un disco", dal quale mi è parso di evincere l'interdipendenza tra il giudizio pessimo sul documentario e quello - altrettanto pessimo e doverosamente tale - sul non-disco. Sullo scacallaggio: lungi da me il voler imporre cosa lo sia e cosa no, ma se fai un documentario su una persona indaghi anche sulla sua infanzia, come quando scrivi una biografia. E la linea che divide lo sfruttamento dal "documentare" è sottilissima, in molti ci hanno giocato e riflettuto (Herzog in primis). Poi, ok, ci sono un'infinità di registri e strutture che puoi adottare nel documentario, specie dopo la recente fioritura del "formato" in questione, ma di base quello si fa'. Io, ad esempio, non ho trovato di cattivo gusto l'uso dei filmati dell'infanzia. Così come ho gradito il non aver affrontato gli ultimi giorni di vita di Cobain, evitando speculazioni sulla sua morte o facili sensazionalismi.

loson alle 14:20 del 10 dicembre 2015 ha scritto:

E ribadisco che sul disco ho la tua stessa opnione eh, non fraintendermi.

InserisciNomeQui alle 14:28 del 10 dicembre 2015 ha scritto:

Non so se mi conviene dare una chance a questo album o se tornare ad ascoltarmi di nuovo quel disastro di Hotel di Moby

fabfabfab, autore, alle 14:46 del 10 dicembre 2015 ha scritto:

E almeno sulle orecchie siamo d'accordo. Sugli occhi non so, io trovai terrificante anche "Last Days", forse perchè raccontare la vita di una rockstar è divertente e il film ti viene discreto (alla vista almeno, il cervello è altra cosa), anche il film di Stone sui Doors scorreva perchè la vita di Morrison è stata "divertente". In Cobain io vedo un anti-eroe, uno che a parte la musica aveva una vita "normale" nel senso triste e noioso del termine. O forse è perchè ne ho vissuto l'"epopea" in diretta, a differenza di Ian Curtis, Morrison o Johnny Cash. Non so, è proprio una storia, quella di Cobain, che trovo inutile raccontare. Ho letto una serie di biografie (che so, Mingus, Davis, Fela Kuti) e ogni tre pagine esclaavo "Oh, cazzo!". Durante Last Days ho dovuto preparare un bel caffè.

loson alle 15:35 del 10 dicembre 2015 ha scritto:

Ma in Last Days Cobain (che poi si chiamava Blake nel film) era quasi un pretesto, un individuo anonimo (in questo senso molto anti-eroe, come dici). Non ci ho visto tutto questo desiderio di raccontare la rockstar e nemmeno l'essere umano Cobain, piuttosto l'illustrare una condizione esistenziale, e forse anche per questo riesce ad aggirare molti cliché del biopic. Certo, lo stile di Van Sant all'epoca era un "take it or leave it", comprendo benissimo come a molti il film sia risultato indigeribile. Ricordo sempre con un brivido la sequenza in cui Blake suona nella sala prove, alternandosi agli strumenti e costruendo un pezzo sovraincidendosi in tempo reale, mentre la cinepresa si allontana lasciandolo solo e confuso. Momento intensissimo. Da solo si mangia tutti gli stereotipi dei vari "Ray", "The Doors", etc. Un biopic che invece consiglierei a tutti è "Coal Miner's Daughter" sulla vita di Loretta Lynn, con un'inifinita Sissy Spacek. Fine OT.

fabfabfab, autore, alle 16:00 del 10 dicembre 2015 ha scritto:

Sì "Last Days" era quantomeno opera cinematograficamente interessante. Io ero andato al cinema perché mi era piaciuto "Elephant", non tanto per Cobain. Era un dramma, con il protagonista che si teneva la pancia in continuazione. Che angoscia Il paragone col biopic era riferito a "Montage of Heck", che è però ancora una cosa diversa, dal taglio più "documentaristico". Vabbè ho capito, la notte di Natale me li sparo tutti e due, per stare allegro.

loson alle 16:04 del 10 dicembre 2015 ha scritto:

"Vabbè ho capito, la notte di Natale me li sparo tutti e due, per stare allegro." ---> Ahahah La notte di Natale è d'obbligo autoflagellarsi, hai ragione.

fabfabfab, autore, alle 17:28 del 10 dicembre 2015 ha scritto:

Ovviamente la proiezione parte alla fine di "Una Poltrona per Due" su Canale 5.

FrancescoB alle 22:42 del 10 dicembre 2015 ha scritto:

Fab se possibile hai guadagnato ancora più punti con il sottoscritto: io lo riguardo ogni anno, senza tregua e dal 1993, per capire come diventare ricco con il succo d'arancia surgelato, e aspetto le proiezioni sui raccolti con pazienza.

loson alle 22:48 del 10 dicembre 2015 ha scritto:

Da bambino è stato per lungo tempo il mio film preferito, e anche oggi a ogni vigilia lo guardo quasi sempre. Il succo d'arancia congelato!!! <3 Vi voglio bene.

Paolo Nuzzi alle 8:15 del 11 dicembre 2015 ha scritto:

Ragazzi vi amo! Per me è un must assoluto, non prima di aver visionato, da buon partenopeo, almeno il primo atto di "Natale in casa Cupiello" il giorno della vigilia

benoitbrisefer alle 18:33 del 15 dicembre 2015 ha scritto:

Purtroppo devo darvi la brutta notizia che ci avete azzeccato solo a metà.... OVVIAMENTE Una poltrona per due ci sarà

la sera della vigilia ma - udite udite a sorpresa - su ITALIA 1!!! Che tempi!! Crollano tutte le certezze... (fonte Tele7).

Quanto al disco (e film) recensito non mi interessano... Last days non era male ma ora basta con la necrofilia! Se vogliamo tenere VIVO il ricordo di chi non c'è più facciamolo a suon di musica; prendiamo esempio dal buon Peter Hook che l'altra sera al Viper di Firenze, senza mai citare una volta il nome di Ian, mi ha fatto ballare come non facevo da decenni (!!) con un concerto di oltre due ore in cui ci ha suonato un po' di New Order, tutti e due i dischi dei JD più qualche singolo assortito.

Dr.Paul alle 18:41 del 15 dicembre 2015 ha scritto:

bè anche su hooky si potrebbe parlare eh....

benoitbrisefer alle 14:42 del 16 dicembre 2015 ha scritto:

Certo che se ne potrebbe parlare... intendo dire che sicuramente ha cavalcato l'onda della riscoperta dei JD e di Ian Curtis, e magari in modo furbetto, ma, almeno questa è la mia impressione, non lo ha fatto mai con spirito necrofilo o come tentativo di sfruttare il mito della morte prematura; nel suo libro sui JD il ritratto di Ian che ne viene fuori è al contrario demitizzante, attento ai risvolti "cazzoni" del gruppo e con un tentativo di analisi critica del personaggio Curtis cheappare attore di molteplici ruoli di cui quello del poeta maudit è solo uno dei tanti.

Dr.Paul alle 18:06 del 16 dicembre 2015 ha scritto:

sisi sono d'accordo, io ho solo delle perplessità sul progetto che sta portando in giro ora, una cover band di lusso sia dei new order che dei JD, poi vedere la gente che balla spensierata su love will tear us apart....come fosse una whole lotta love qualsiasi....non mi piace molto! ma sono sottigliezze da purista ghghg, viva peter hook! fine OT

benoitbrisefer alle 20:40 del 16 dicembre 2015 ha scritto:

Sul fatto che talvolta sia un po' caciarone è vero, infatti secondo me il meglio lo da nella rilettura di Unknown pleasures e dei brani un po' più tirati (Transmission, Digital) e comunque i JD sono sempre stati ballati nei locali di tendenza dell'avvio degli 80's a prescindere dalle tematiche esistenzial-romantico-decadenti dei testi