R Recensione

8/10

Yann Tiersen

Le Fabuleux Destin D'Amélie Poulain

Sullo sfondo di uno dei film più belli degli ultimi anni aleggia una colonna sonora degna di un premio oscar. Delle venti tracce che la compongono diciotto (Guilty e Si tu n’étais pas là (Fréhel) sono motivi degli anni 30) portano la firma di Yann Tiersen, uno dei massimi artisti francesi degli ultimi anni. Questa colonna sonora può essere considerata una vera e propria antologia del bretone, uno splendido modo di ripercorrere la sua carriera musicale. Generalmente sono ostile alle compilation e i best of vari ma questo è decisamente un caso particolare. Non esito a dire che questa non è solo musica di ottima fattura…questa è Poesia, pura estetica trasmessa in note. Niente canto, solo strumentali. Niente pop-rock-jazz-blues, solo un gusto particolare per la musica classica in versione terzo millennio. Parlare di quest’album descrivendo le canzoni è impossibile. Si può solo provare a descrivere i sentimenti che queste ispirano.

Le fabulex destin d’Amélie Poulain è un sacco di cose:

E’ il volo di una colomba, anzi di un intero stormo di usignoli.

E’ un vecchio che guarda alla finestra in una grigia serata d’autunno da uno chalet di montagna ricoperto dalla neve.

E’ un gatto appena nato che riposa accanto al grembo della madre. E’ la spensieratezza e la tristezza.

E’ la voglia di vivere.

E’ l’ingenuità.

E’ la sensazione che non possa esistere niente di male nel mondo e che comunque andrà a finire potremo solo esserne lieti.

E’ il ricordo piacevole e un po’ nostalgico del vostro primo amore.

E’ la Parigi della belle époque con le sue dame inghirlandate e le loro passioni ancora troppo ottocentesche e romantiche.

E’ un foulard librato nel cielo da un vento docile e fresco.

E’ Chopin.

E’ un violino che ti penetra nel cuore e si accuccia al calduccio del tuo sentimento, qualunque esso sia.

E’ una festa popolare in campagna dopo la raccolta dell’uva.

E’ la fisarmonica di un film di Kusturica.

E’ la voglia di innamorarsi per sempre di un fiore.

E’ un bambino che aspetta l’arrivo di Babbo Natale addormentandosi sul divano tenendo in mano latte e biscotti.

E’ questo e tante altre cose.

Per me è Poesia.

Non ho altro da aggiungere. Saluti.

V Voti

Voto degli utenti: 9,1/10 in media su 14 voti.
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gi4ndo 10/10
KSoda 10/10
mutter 8,5/10
luca.r 7,5/10
ManuWR 8/10

C Commenti

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paolodisimone alle 23:19 del 20 gennaio 2007 ha scritto:

Una recensione fatta col cuore, non c'è che dire! E, inoltre, una grande e suggestiva lezione di metodologia dell'ascolto soggettivo: la musica modella, con la materia prima del nostro inconscio, immagini, sensazioni e associazioni di idee... fantasia che genera fantasia, insomma. I fantasmi del musicista che si incontrano con i nostri, dando vita a situazioni improbabili e personalissime, così differenti da soggetto a soggetto al punto che, se volessimo trovarne altre all'infuori del nostro mondo interiore, non riusciremmo a rintracciarne di simili neppure nelle fantasie delle persone che ci sono più vicine.

Yann Tiersen riesce molto bene a giocare con le emozioni, anche nei lavori realizzati esclusivamente per essere incisi su disco (e che quindi non possiamo, neppure involontariamente, collegare a immagini preesistenti o a suggestioni surgelate o sotterranee). Questo perché ha un senso molto spiccato per la melodia, che quasi sempre riesce a mantenere una propria freschezza e originalità, nonostante sia frutto di colti ed articolati innesti, e in più perché condisce i propri arrangiamenti con idee di sicuro effetto, quali l'eccentrico utilizzo di strumenti giocattolo impegnati ad eseguire stranianti e stralunati motivi e la massiccia presenza del suono evocativo della fisarmonica e del pianoforte. La tradizione francese va a braccetto con la "musica patafisica" di quell'incantevole stregone che risponde al nome di Pascal Comelade, eccentrico musicista a capo di un'orchestra di strumenti giocattolo impegnati ad interpretare surreali versioni di brani sinfonici, rock e pop. Il "Cabaret Galattico" di Comelade è ben presente nelle visioni poetiche di Tiersen e, aggiungo a fil di pagina, è stato ospite, in Italia, del bizzarro girotondo burattinesco che anima "Canzoni a Manovella" di Vinicio Capossela, altro sognatore-incantatore di cui abbiamo imparato a non poter fare a meno.

SanteCaserio (ha votato 8 questo disco) alle 10:04 del 9 gennaio 2009 ha scritto:

Per quanto poco

sia riuscito a farmi piacere il film, non ho resistito al disco.

Bella recensione!!!

Roberto Maniglio (ha votato 8 questo disco) alle 0:10 del 16 maggio 2009 ha scritto:

Non c'è paragone!

Molto meglio il disco del film. E anche molto meglio questa recensione del film.

salvatore (ha votato 9 questo disco) alle 12:56 del 30 agosto 2011 ha scritto:

Perché non l'avevo mai letta questa recensione? Ci volevano i Beirut... Vabbé...

Grandissimo film, colonna sonora che è un capolavoro e bella recensione, sentita e delicata.

ManuWR (ha votato 8 questo disco) alle 1:56 del 20 dicembre 2017 ha scritto:

Probabilmente non c'era modo migliore per descrivere una colonna sonora del genere. Personalmente rievoca scenari vivaci dalle tonalità pastello, casette in mattoni marroncini (con un tetto rosso vivo) immerse nel verde e collegate da piccoli sentieri sterrati, tra staccionate e cipressi...

Insomma a quanto vedo è cosa comune sciogliere i propri pensieri di fronte ad un lavoro ricco di naturalezza. Peculiarità che continua pure nei dischi successivi (Les Retrouvailles personalmente è un felice continuo di Amelie). E poi c'è davvero poco da dire... perché tutto ciò che si potrebbe pensare è stato detto nella recensione (e data la spontaneità e la ricchezza di immagini pure con cui è stata scritta... il termine "recensione" potrebbe apparire pure riduttivo.Personalmente è una poesia)