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R Recensione

8/10

Ahmed Malek

Musique Originale de Films (2016)

Paese che vai, Morricone che trovi. E' una stronzata che abbiamo già impunemente sostenuto qui, eppure davvero si può ricercare in molte tradizioni cinematografiche una specie di "filo conduttore" tanto più marcato e riconoscibile quanto più ampia e nutrita è la tradizione stessa. Nel nostro paese ad esempio (perché oggi non lo direste, ma fino a qualche decennio fa era il "paese del cinema") di Morricone ce ne sono diversi, meno noti magari ma altrettanto prolifici e musicalmente significativi. E, più in generale, essendo la settima arte nata muta, ha da sempre sentito la necessità di trovare suoni che fossero in grado di sottolineare la narrazione e aggiungere significato al susseguirsi delle immagini. 

Il Morricone d'Algeria si chiama Ahmed Malek. E' nato nel 1932 ad Algeri e sempre ad Algeri è morto 76 anni dopo. In questo lasso di tempo ha vinto una serie infinita di riconoscimenti, è stato il direttore dell'Orchestra Televisiva Algerina ma soprattutto ha scritto e pubblicato una lunga serie di colonne sonore per film, spettacoli televisivi e documentari. Il curriculum giusto dell'eroe musicale nazionale. 

Questa raccolta, sapientemente curata dai tedeschi della Habibi Funk Records con materiale recuperato da Henya Malek (la figlia di Ahmed) , inanella una serie di classici e offre alcune versioni inedite dei brani più famosi di questo immenso compositore. Tutto (tutto) quello che trovate in "Musique originale de Films" è straordinario. Straordinario come Ennio Morricone, ovviamente, nelle orchestrazioni spinte da bassi funk ("La Silence des Cendres") o nella bossa jazz di "Omar Gatlato" (più che Morricone, verrebbe da citare Piero Umiliani). E straordinario anche come Ahmed Malek, che ricrea con colori esotici il jazz di "Tikjda", gli approcci lounge di "Halla" e il lavoro collettivo e arioso dell'orchestra in "Les vacances de Inspecteur Tahar"; ma soprattutto firma bombe psych-funk tipiche degli anni '70 come "La Ville" e "La Ville 2" (wah wah senza ritegno) e capolavori come "Maya" o come l'ethio-jazz sotto forma di "Bolero", destinati a quell'eternità che spetta di diritto ad Ahmed Malek e a tutti i Morricone del mondo.

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