Alessandro Alessandroni
Inchiesta
Il 90 per cento è sound, il 10 per cento è aria. I microfoni non amano laria. Esce pochissima aria, non sembra nemmeno che fischio. Madre Natura mha fatto un buchetto giusto insomma
Alessandro Alessandroni
Per molti sarà scontato, ma bisogna sempre partire dalle solite associazioni. Precisamente: quando guardiamo quei film di Sergio Leone, potremmo fare a meno della colonna sonora di Ennio Morricone? E immediatamente dopo, quando ascoltiamo quelle colone sonore di Ennio Morricone, potremmo fare a meno del fischio di Alessandro Alessandroni? Volendo andare più a fondo, forse non è altrettanto noto che Alessandroni è stato (ed è) un compositore immenso, un arrangiatore sopraffino e un musicista validissimo. Virtuoso del mandolino, ottimo cantante (la voce di Mah-Nà Mah-Nà di Piero Umiliani è sua), abile pianista, fisarmonicista, chitarrista e sassofonista, fu anche uno dei primi in Italia a suonare il sitar. Altro che fischio. Se si prova a spulciare la sua discografia, oltre alle innumerevoli colonne sonore composte ed eseguite (ce nè per tutti i gusti, da Vado, lammazzo e torno di Castellari allo Zorro di Merino, ma anche La signora gioca bene a scopa? di Carmineo e il capolavoro Porno Esotic Love di Joe DAmato) si trovano alcuni dischi jazz e una sfilza di sonorizzazioni che i dotti catalogatori musicali chiamerebbero Library Music.
La Library Music italiana degli anni 70 è stato un fenomeno strano: era concepita come musica di servizio, composta da brani che riproducevano un tema e che venivano di volta in volta utilizzati come sottofondo per documentari, trasmissioni televisive, notiziari e sceneggiati radiofonici. Non era musica pensata per uno scopo, come la classica colonna sonora, era più un archivio dal quale attingere in base alle esigenze del momento. Vuoi per questioni economiche, o semplicemente perché negli anni 70 in Italia i geni musicali erano ovunque, ad un certo punto questa musica per tecnici, per operai della musica stipendiati da agenzie specializzate (esistenti ancora oggi), divenne territorio di conquista per tutti coloro che volevano sperimentare utilizzando una forma compositiva tanto libera, all interno della quale era possibile proporre strumentazioni avanguardistiche, minutaggi inconsueti e qualunque idea non trovasse posto nelle pubblicazioni discografiche tradizionali. Larchivio RAI è pieno di curiosità (e spesso di capolavori) incisi dallo stesso Morricone, da Piero Umiliani, dal Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza, da Amedeo Tommasi, da Stefano Torossi (che con il nome di Farlocco incise Tecnologia nel 1974, una roba che assomiglia a Aphex Twin formato lounge) e da Alessandro Alessandroni.
Nel 2013 la Sonor Music Editions ha ristampato in sole 500 copie (una è in casa mia, se volete vederla) un vero capolavoro di Library Music italiana (ne volete un altro appena ristampato, al volo? Style di Gianni Oddi): Inchiesta di Alessandro Alessandroni. Pur essendo concepito come un corpus unico (nato dallesigenza della RAI di sonorizzare una trasmissione del 1976 intitolata Finestra Aperta e dedicata ai Paesi Europei), per ogni brano inciso lalbum riporta, oltre al tempo (Allegro, Moderato ¾) anche il genere, lo stile, o meglio ancora il tipo di scena che il pezzo avrebbe dovuto descrivere. Così, liniziale La Metropoli, un funk molto ritmico guidato dal mellophone, potrebbe essere riutilizzato per ogni ambientazione riguardante autostrade o panoramiche di città, mentre la successiva Femminismo, unico brano in cui compare il celebre fischio di Alessandroni, è studiato per sonorizzare ambientazioni moderne e mondo femminile. Ancora più interessante è Collettivo, in cui Alessandroni sfrutta le sue competenze relative alle armonizzazioni vocali (fu, tra laltro, membro dei 2 + 2, primo embrione dei 4 + 4 di Nora Orlandi) per creare il suggestivo sottofondo per una scena di Contestazione Assemblea Referendum. Ma oltre la curiosità e limpianto descrittivo-funzionale del disco, Inchiesta è un disco funk-jazz clamoroso, ispirato dalla moda dei poliziotteschi (il pianoforte ritmico di Pubblica Informazione, latmosfera moderna, dinamica, attiva di Programma di Sviluppo), eppure capace di momenti di soave bellezza (gli archi e la spinetta di Prima Età, la chitarra acustica per descrivere la malinconica condizione di emarginazione in Ultimo Soggiorno), suspence (o meglio atmosfera ferma di attesa, come viene descritta Indagine) e jazz da spy-story (Notizie Tendenziose).
In pratica, il concetto stesso di Inchiesta descritto in forma musicale da un enorme genio vivente. E fischiante.
Tweet