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R Recensione

8/10

Aphex Twin

Selected Ambient Works II

Aphex Twin è un personaggio che non ha certo bisogno di presentazioni: esponente di punta della scena Idm, della techno ambient e della drill’n’bass, Richard D. James (questo il suo vero nome) vanta una vastissima discografia, costituita da LP, EP, raccolte e una quantità industriale di singoli e 12 pollici (i vari Analord, sintetizzati in una compilation, “Chosen Lords”, uscita nel 2006), reperibili sotto diversi nomi. AFX, Blue Calx, Polygon Window, Caustic Window sono solo alcuni degli pseudonimi dietro ai quali si nasconde questo artista. Un mondo a se stante, verrebbe da dire, e in effetti, ascoltando i suoi album, sembra proprio di entrare in una dimensione parallela alla nostra.

Selected Ambient Works II” è il suo secondo lavoro, pubblicato nel 1994 sotto Warp Records, etichetta specializzata in musica Idm, ambient e drum’n’bass, ed è sicuramente uno dei dischi più ambiziosi di Aphex Twin. Si tratta di un doppio album che si snoda lungo 24 tracce di pura psichedelia ambient, per un totale di oltre due ore e mezza di musica. Composizioni lunghissime, quasi tutte oltre i sei-sette minuti di durata, caratterizzate da atmosfere psichedeliche e sognanti, fruscii lontani che dipingono suggestivi paesaggi sonori -come gli scogli al tramonto dell’iniziale “Cliffs”, caratterizzata da una voce distorta tenue che s’infila inconsciamente nella mente dell’ascoltatore, le campane stordenti e distorte della successiva “Radiator” o l’atmosfera più rilassata e riflessiva di “Rhubarb”, che non sfigurerebbe come colonna sonora di Super Quark-.

Ciascun brano sembra seguire un “tema” preciso e differente da tutti gli altri: le note vengono ripetute dall’inizio alla fine della traccia senza cambi di melodia o atmosfera. Il sesto pezzo, “Curtains”, è un perfetto esempio di quanto appena detto: si basa su pochi suoni ripetuti, ma talmente efficaci che non annoiano mai per tutti i quasi nove minuti di durata della stessa, durante i quali sembra di esplorare le meraviglie e le profondità di un oceano non ancora contaminato dall’uomo. Non mancano atmosfere più cupe e sinistre, frutto di un vero e proprio incubo angosciante: brani come “Grass” o “Tree” sembrano uscite da un film dell’orrore, e sarebbero perfette come accostamento al videogioco Resident Evil.

Il secondo cd non presenta particolari differenze dal punto di vista compositivo, eccezione fatta per l’intermezzo “Z-Twig” (a mio parere, uno dei pochi pezzi trascurabili dell’intero lavoro) e per la meccanica e industriale “Shiny Metal Rods”, utilizzata tra l’altro persino come jingle musicale per lo spot di un’automobile che pubblicizzavano alcuni mesi fa. Per il resto, brani come “Windowsill”, dall’atmosfera vagamente orientaleggiante, “Heaxagon” e “Lichen” non aggiungono molto altro a quanto detto finora, salvo la sperimentale e noisy “Spots”, che sembra uscita da un trip lisergico e “White Blur 2”, dove lo stesso identico ritmo viene ripetuto per undici minuti e mezzo: psichedelico sì, ma alla lunga potrebbe risultare un po’ monotono.

Ed è forse questo l’unico limite di “Selected Ambient Works II” : la presenza di alcuni pezzi che sanno di riempitivo (“Wheatered Stone”, la sopraccitata “White Blur 2”, “Mold”) risultando per questo un po’ noiosi e sicuramente evitabili. Tutto ciò, in ogni caso, non incide sulla qualità complessivamente molto elevata di questo doppio cd di Aphex Twin, che forse non si collocherà tra le sue migliori uscite (“Richard D. James Album”, “Selected Ambient Works 85-92” o l’EP “Come To Daddy” sono in effetti lavori di spessore più alto), ma che rimane indubbiamente un’opera di rilievo in ambito ambient che ha influenzato molti artisti appartenenti ai generi più diversi. Opera consigliata, soprattutto se siete fumatori d’erba convinti…

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Voto degli utenti: 8/10 in media su 16 voti.
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loson 7/10

C Commenti

Ci sono 2 commenti. Partecipa anche tu alla discussione!
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DonJunio alle 17:03 del 13 settembre 2007 ha scritto:

pentagramma al silicio

conosco poco di aphex twin e non p certamente il mio genere preferito...ma certamente "come to daddy" è qualcosa di geniale. Bella recensione.

superPOP girl (ha votato 9 questo disco) alle 19:26 del primo agosto 2010 ha scritto:

per chi volesse approfondire, qualche pezzo di questo album è diventato colonna sonora del film Westworld, documentario sulla guerra in Vietnam a cura di Stakker. In ogni sua parte NOTEVOLE!