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R Recensione

7/10

Eluvium

False Readings On

Prendete un foglio bianco e una penna nera: rappresenteranno l’anno che sta per lasciarci ed il suo giudice implacabile. Posizionateli davanti a voi. Chiudete gli occhi per qualche secondo, giusto il tempo di riordinare i pensieri. Tracciate un segno sul foglio, in modo che ne derivino due colonne uguali. Ora siete diventati Robinson Crusoe: a sinistra troveranno spazio gli eventi negativi, a destra quelli positivi. Prevedibilmente, i primi tenderanno a soverchiare i secondi: verrà allora il momento di concentrarsi e di opporre, ad ogni disgrazia della Quotidianità universale che ci assilla, una gioia di cui ci ha gratificato un’altra quotidianità – la nostra, personalissima, inalienabile. Non sarà un compito semplice, ma è un compito indispensabile. Non occorre nemmeno ascendere ai massimi sistemi: bastano minimi avvenimenti, ma significativi per ciascuno di noi – l’inesprimibile nulla tra un fiore colto e l’altro donato, il fiore di u tra Dio e il mendicante, la fenice di un nuovo progetto che rinascerà dal torso combusto del nostro amato sito. Quanto deriverà dalla collisione extradimensionale tra situazioni di polarità opposta avrà il suono candido e la consistenza impenetrabile di “Posturing Through Metaphysical Collapse”, il lungo e rumorosissimo drone (ma di un rumore estatico, incantato, drammatico) che, sontuoso, pone fine alla complessa narrazione di “False Readings On”, settimo full length di Matthew Cooper.

Se, come già a proposito del s/t dei Mirrors For Psychic Warfare, osservare in diretta la post-realtà ha rimpiazzato in orrore i peggiori incubi distopici del secolo scorso, non rimane altro che ripartire dal basso, modificare il proprio centro di gravità, avvicinarsi al cuore del discorso con una propria risposta. Eluvium – giustapponendo come mai prima d’ora ambient e classica contemporanea, musica sacra e minimalismo, in un immaginifico punto di intersezione tra Arvo Pärt, William Basiński e Stars Of The Lid – chiude un biennio per lui intensissimo con il suo migliore disco dall’irraggiungibile “Copia” (di cui festeggeremo il decennale fra qualche giorno). È un distacco quasi ascetico, quello che innerva l’ascolto di “False Readings On”: il sentimento di fluttuante, meravigliosa atarassia che pervade la contemplazione di un candido monolite. Liberatosi da ogni cannibalica ansia da antologismo, dopo l’enciclopedica summa di “Nightmare Endings” (2013) e il ricchissimo cofanetto in sette vinili di “Life Through Bombardment Vol. 2” (2016), Eluvium trova la propria quadra in un platter di abbacinante nudità. A partire da “Strangeworks”, uno scheletrico requiem intonato sotto le navate dell’Hallgrímskirkja, sino alla toccante “Beyond The Moon For Someone In Reverse” (con armonie corali che toccano nel profondo e scuotono l’anima), dal breve inciso plunderfonico della title track alla femminea aura lirica che fende le sparse note di pianoforte in “Regenerative Being” (come se Jacaszek potesse scindere i concetti di “ricordo” e “rimembranza”), dalla soffusa sonatina in slow motion di “Individuation” ad una tortile “Fugue State” trasfigurata da sovraincisioni vocali e da friggioni noise, dall’impalpabile natura morta di “Movie Night Revisited” alle struggenti malinconie dualistiche di “Rorschach Pavan” (bordoni di archi tra melodie romantiche e sfregi harsh, immaterialità vs. concretezza), tutto va a comporre un quadro in cui la comunione degli opposti, anziché impazzire in un’emulsione o dar vita ad un amalgama, crea una perfetta soluzione.

Anche la redenzione paventata da “False Readings On” si costruisce grazie a piccoli gesti. Due mesi dopo la release del disco, Cooper ha contribuito al progetto umanitario di UNHCR e ACLU con l’intenso inedito “Unity Engrossed Forever Supposedly”, i cui proventi saranno devoluti – a scelta – alla causa dei rifugiati o a vari progetti di natura ambientale. La colonna di destra non si allunga vistosamente come quella di sinistra: eppur si allunga. Valga come migliore augurio possibile verso un 2017 già segnato dall’incertezza a tutto tondo.

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Voto degli utenti: 8,5/10 in media su 1 voto.
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