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R Recensione

7/10

John Roberts

Glass Eights

Ci sono dischi che non hanno bisogno di tante parole. Definire con precisione certosina le coordinate stilistiche, sviluppare una fitta ragnatela di riferimenti artistici, circoscriverne la collocazione storica: a volte tutto ciò è assolutamente superfluo. In certi casi è più opportuno che sia la musica a presentarsi da sola, senza aiuti o suggerimenti, esprimendo in libertà il corredo di sensazioni che si porta dietro.

L'album d'esordio di John Roberts si insedia in un terreno sempre fertile, la ambient, e lo popola di raffinate impalcature house. Una combinazione che spesso ricorda il misterioso, enigmatico Arandel (per inciso, uno dei capolavori di quest'anno), rimanendo però a debita distanza dallo spiccato minimalismo di In D.

Glass Eights mantiene dunque carattere e consistenza. Mentre la cassa in quattro scandisce autorevolmente il tempo, si aprono tutte le atmosfere del disco: gocciolanti strade cittadine attraversate nella notte (Lesser), malinconiche immersioni subacquee a temperature polari (Ever Or Not), visioni rarefatte riflesse su cristalli luccicanti (Interlude), viaggi stellari su mezzi futuristici dalle pareti bianche (Porcelain), tristi e dolorosi distacchi dalla persona amata, senza certezza su quando la rivedrai (Went). Dietro ogni traccia, una faticosa operazione di ricerca dei suoni, tra legni, vetri, corde, tastiere e versi sintetici di ogni tipo. E delle radici che vanno molto lontano, fino alla kosmische musik degli anni '70.

Musica per la mente, si diceva una ventina d'anni fa. Un bisogno sempre attuale, di fronte alla freneticità trafficata dei tempi moderni. Glass Eights è puro ossigeno per i nostri polmoni fin troppo ambientati all'aria metropolitana.

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synth_charmer, autore, alle 11:48 del primo novembre 2010 ha scritto:

approfitto dello spazio sotto la mia ultima recensione (la 50°! ) per dirvi che probabilmente d'ora in poi avrò molto meno tempo da dedicare a recensioni e purtroppo alla musica in generale. Vado a lavorare a Roma, avrò da pensare al trasferimento e il nuovo contesto lavorativo sarà più impegnativo (il mio manager mi ha già detto "se ti vedo con le cuffie dal nuovo cliente te le spacco in testa!" ). Quindi è possibile che mi eclisserò un po', magari ci si becca tra forum e commenti. O magari scoprirò che la passione è talmente forte che scriverò in piena notte, chissà in ogni caso, se per le strade di Roma beccate un tipo dall'aspetto eccentrico con un paio di cuffie su un ammasso confuso di capelli, sono io!

target alle 12:07 del primo novembre 2010 ha scritto:

Acc, la giovane italia che sgobba! La passione per la musica (e lo scrivere di musica), per quel che mi riguarda, resta dopo ogni nuovo lavoro: spero anche per te Non male, intanto, questa "Porcelain".

Filippo Maradei alle 17:58 del primo novembre 2010 ha scritto:

Ne abbiamo già parlato Carle', ma voglio rinnovare pure qui su SdM, e in via ufficiale, la mia disponibilità in caso ti servisse aiuto nel destreggiarti tra le strade della capitale: conta pure su di me per consigli, segnalazioni di concerti e quant'altro

Tornando al CD, devo ancora procurarmelo, ma già mi piacciono le tracce postate (l'incontro-scontro tra house e ambient mi garba assai!); tra l'altro, me l'aveva consigliato anche mio fratello due giorni prima di te!

salvatore alle 19:06 del primo novembre 2010 ha scritto:

Ohi Carletto finalmente riesco a scrivere un commento sotto una tua recensione. Il fatto è che scrivi sempre (bene, eh!!!) di dischi che non ascolto (tutte ste cose elettroniche... sei troppo synth )!!!

E infatti non ti scrivo per il cd, ma per farti un in bocca al lupo per il trasferimento... e mi raccomando non eclissarti troppo!

synth_charmer, autore, alle 19:22 del primo novembre 2010 ha scritto:

grazie a tutti per incoraggiamenti e auguri sì in effetti i miei dischi non li ascolta quasi nessuno è un po' come le pagine di enigmistica nei quotidiani, in genere si saltano a piè pari, poi se magari non si ha proprio nient'altro da fare ci si torna. Salvo però sei scorretto! io i tuoi vari Beach House, Wild Nothing, Arcade Fire li ho ascoltati!

salvatore alle 19:43 del primo novembre 2010 ha scritto:

RE:

Ma guarda che io le faccio spesso le parole enigmistiche... e poi qualche disco consigliato da te l'ho ascoltato: caribou, groove armada, chemical brothers, flyng lotus (questo l'ho anche apprezzato parecchio)... è solo che poi quando comincio a leggere house, IDM e tutte quelle cose strane che iniziano con dub e synth mi sento smarrito

Filippo Maradei alle 19:32 del primo novembre 2010 ha scritto:

...e io, alla vostra facciaccia, mi sollazzo nel mezzo: godo tanto di Trentemøller, Mathew Jonson, Magnetic Man, Drums of Death (et similia), quanto dei Belle & Sebastian, Arcade Fire, Beach House, Blueboy...