R Recensione

8/10

Nocturnal Emission

Spiritflesh

Gli inglesi Nocturnal Emission sono stati soprattutto all'inizio degli anni '90 uno dei progetti musicali più rilevanti e influenti nell'ambito della scena elettronica con contaminazioni concrete e ambient: e l'album "Spirtiflesh" è stato il loro lavoro più significativo e seminale in tal senso.

Fondato da Nigel Ayers all'inizio degli anni '80, il progetto Nocturnal Emission inizialmente era dedito alla costruzione di opere di stampo tipicamente industrial, con un approccio dadaista al rumore e ai suoni e una connotazione piuttosto bizzarra. Solo dal 1985, ripudiando l'estetica industrial, Ayers cominciò ad occuparsi di una manipolazione sonora più trasversale ed intimistica, più vicina alla new age benchè con atmosfere meno rassicuranti.

Pubblicato e distribuito per un circuito sicuramente non mainstream, "Spiritflesh" è stato il primo lavoro del suo ensemble ad avere una diffusione molto fortunata tra tutti coloro che all'epoca si ineteressavano di nuove tendenze sonore, cercando di produrre qualcosa di accessibile tecnologicamente. La musica dei Nocturnal Emission era estremamente evocativa, con caratteristiche apparentemente complesse, ma riproducibili secondo un modulo in cui contavano innanzitutto l'atmosfera e una combinazione equilibrata di non-strumenti.

Ascoltando questo affascinante album è immediatamente chiaro questo concetto: tutto ciò che si ode nei vari brani che lo compongono non ha alcun elemento riconducibile a strumenti acustici o elettrici conosciuti. Ogni pezzo è costruito con frammenti di rumori, voci, suoni naturali che si evolvono su un loop e creano una spirale ciclica che, teoricamente, potrebbe avanzare all'infinito.

Ecco dunque una sorta di musica ambientale, con venature rituali, che non ha bisogno di essere suonata quanto piuttosto intuita e costruita. Perchè è rilevante che in questo tipo di opera sia fondamentale la capacità ispirativa e intuitiva, dove la musicalità scaturisce da un processo non convenzionale di composizione.

Tra tintinnii, mormorii sommessi, fischi di strani uccelli, scrosci di sassi e un'infinità di altri campioni, i dieci brani dell'album si snodano quasi senza soluzione di continuità in un mantra ipnotico, che accosta alla Natura con orecchio diverso e visualizza su un piano subliminale antiche civiltà e percorsi paesaggistici surreali.

"Acres of Gold", "Cloud Can", "Boneshaker", "Raindance" alcuni tra i titoli di spicco di "Spiritflesh" nonché la vera e propria ossatura ispirativa di un genere musicale che trovò all'nizio degli anni '90 una schiera di imitatori; alcuni dei quali diventati discretamente famosi (come l'italiano Alio Die, alias Stefano Musso) nonostante una spudorata dipendenza dai dischi di Ayers.

I Nocturnal Emission divennero così un caso discografico, seppur ristretto, e a tutt'oggi rimangono di rilevante importanza per il loro contributo fondamentale all'evoluzione di un settore delle avanguardie musicali mondiali.

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